Artrosi e artrite
Artrosi e artrite nell’Attività Fisica Adattata: prevenzione e informazione comportamentale!
Prof. Dott. Carmelo Giuffrida
Nel complesso, il 30 % della popolazione italiana, di entrambi i sessi e di tutte le età, è afflitta da patologie reumatiche. L’età geriatrica mostra una frequenza maggiore con un impatto sociale molto elevato legato alle limitazioni funzionali temporanee o durature nel tempo connesse alla motricità e associate spesso al dolore.
Artrosi e artrite reumatoide, patologie infiammatorie croniche frequentissime nell’essere umano, generano la distruzione della cartilagine articolare e l’erosione dei capi ossei.
Accanto alle cure necessarie prescritte dallo Specialista Reumatologo o dal Medico di Medicina di Base occorre gestire l’utenza con una seria forma di prevenzione. A tale proposito, è necessaria una idonea informazione comportamentale in grado di attenuare gli effetti negativi che queste malattie possono comportare sulla qualità della vita. In breve, il posto d’onore per la prevenzione o per combatterne le manifestazioni è certamente spettante all’Attività Fisica Adattata (A.F.A.).
Artrosi e Artrite: Valutazioni e test del Chinesiologo
Prima di avviare un programma di Attività Fisica Adattata occorre valutare attentamente la gravità e l’estensione del coinvolgimento articolare. In modo analogo, bisogna accertare la co-morbilità (presenza di patologie in concomitanza) ed effettuare dei test funzionali per:
- resistenza aerobica generale e localizzata;
- forza muscolare;
- mobilità articolare e Range of Motion dei movimenti compiuti;
- stato di efficienza neuro-muscolare;
- capacità organica funzionale.
Artrosi e Artrite: Esercizio Fisico regolare
L’Esercizio Fisico regolare appropriatamente condotto mira a evitare i sovraccarichi articolari e l’improprio uso delle strutture articolari.
Obiettivo primario è il potenziamento delle articolazioni; il movimento diminuisce la perdita di sostanza ossea e può essere utile nel controllo della sintomatologia dolorosa.
Nei soggetti artrosici con sovraccarico ponderale, l’attività motoria concorre positivamente a fare regredire il peso corporeo in eccesso limitando progressivamente il sovraccarico delle articolazioni ed il loro logorio.
Nel soggetto artritico l’attività motoria riveste un ruolo di primaria importanza durante gli attacchi acuti (ma, in questo caso, la competenza operativa è del Dottore in Fisioterapia!).
La totale assenza di esercizio fisico è correlata con l’aumento della debolezza muscolare e del dolore articolare. Di conseguenza, si deve osservare un giusto bilanciamento tra il riposo e l’attività motoria diretta a tutti i distretti somatici, e non soltanto alle articolazioni maggiormente interessate.
I soggetti che desiderano intensificare l’attività fisica necessitano di un’adeguata anamnesi e un approfondito bilancio motorio. Quindi, bisogna tenere conto di una valutazione della gravità e dell’estensione patologica nel coinvolgimento articolare; inoltre, dell’eventuale presenza di malattie concomitanti.
Il rapporto con l’attività fisica deve essere incoraggiato. Pertanto, non deve essere considerata come negativa e dannosa in senso assoluto per quello stato di salute.
Il soggetto con artrosi o con l’artrite deve essere fisicamente più attivo, considerando nel contesto giornaliero i limiti e i benefici dell’attività motoria effettuata, evitando di acquisire una visione distorta.
Artrosi e Artrite: messaggi chiari sulle tipologie, intensità e frequenza, di esercizi
I soggetti affetti da patologie reumatiche, in conclusione, necessitano messaggi chiari sulle tipologie di esercizi più adatti alle loro esigenze. Devono essere seguiti nei termini di intensità e frequenza. L’attività fisica deve essere rapportata alle eventuali manifestazioni di dolori o fastidi che si possono accompagnare alla pratica dell’esercizio.
Pertanto, occorre fornire informazioni corrette e complete, consapevolezza del ruolo dell’attività fisica nei confronti della patologia personale.
Di conseguenza, ciò concorre a migliorare la partecipazione attiva del soggetto al piano di lavoro e al programma di allenamento proposto, aumentandone sensibilmente i benefici.
Quindi, dovrà essere chiaro:
- il ruolo dell’attività fisica all’interno del percorso speciale redatto per quello specifico soggetto;
- la sicurezza nella pratica dell’esercizio fisico: il soggetto deve essere in grado di riconoscere i possibili segni che gli indicano quando è necessario interrompere l’allenamento;
- aspettative derivanti dall’attività fisica adattata: benefici attesi e limiti;
- l’importanza di scegliere l’esercizio sulla base delle sue preferenze e del suo stile di vita;
- la consapevolezza che “attività fisica” non è necessariamente sinonimo di “esercizio ad alto livello o vigoroso”. L’attività motoria è cosa ben diversa dallo “sport” ma include un ampio raggio di occupazioni come il giardinaggio, una lunga passeggiata, salire le scale, ….
Artrosi e Artrite: quali sono gli effetti dell’Attività Fisica Adattata ?
Gli effetti dell’attività fisica sull’organismo umano condizionano la risposta funzionale immediata all’adattamento del soggetto nel corso del tempo. Questo varia in rapporto all’intensità, alla tipologia, alla ripetizione, alla durata dello stimolo motorio. Inoltre, varia in rapporto al regime biochimico utilizzato e a cui viene sottoposto l’apparato neuromuscolare, cardiocircolatorio, respiratorio e metabolico.
L’efficienza fisica globale di un soggetto si evidenzia con l’adattamento progressivo allo sforzo. Nel lungo termine, restituisce un importante aumento del massimo consumo di ossigeno. Ciò avviene a qualsiasi età pur variando quantitativamente in funzione delle caratteristiche genetiche soggettive, della situazione di sedentarietà iniziale e del tipo di allenamento programmato.
Gli aspetti funzionali mostrano una progressiva riduzione della frequenza cardiaca a riposo e per un determinato carico di lavoro. Pertanto, si dimostra un aumento della gittata sistolica che testimonia un aumento della portata cardiaca massima in quanto la frequenza cardiaca massima non varia.
L’incremento della gittata sistolica deriva dall’aumento delle dimensioni cardiache e da effetti riflessi dei muscoli allenati. A ciò vi corrisponde l’aumento del volume telediastolico e una riduzione del volume telesistolico.
La migliore performance prestativa è superiore all’ingrandimento delle dimensioni del cuore attestando un aumento delle capacità contrattili del muscolo cardiaco.
Il maggiore flusso ematico si traduce in un aumento flussimetrico a livello muscolare in rapporto all’aumento del letto vasale. Per la precisione, questo è direttamente proporzionale all’aumento delle dimensioni dei vasi e del numero di capillari pervi.
Artrosi e Artrite: capillarizzazione muscolare, incremento mitocondriale e degli enzimi metabolici
Uno degli effetti principali dell’allenamento aerobico è la capillarizzazione muscolare. Con l’attività motoria si può incrementare il flusso ematico muscolare da 50 a 100 volte i valori riscontrabili a riposo. Ciò grazie all’effetto meccanico della pompa muscolare (attivata dai muscoli che si contraggono e si rilasciano). E, inoltre, è dovuto ai metaboliti liberati nel fluido interstiziale (ioni potassio, adenosina e ossido di azoto) che intervengono con effetto vasodilatatore sulle arteriole terminali.
L’esercizio fisico, tramite lo stress sulle pareti dei vasi determinato dal flusso laminare, concorre a ridurre o normalizzare la disfunzione endoteliale, responsabile dei fenomeni di aterosclerosi.
L’allenamento produce un aumento delle capacità ossidative per incremento del numero di mitocondri e degli enzimi del metabolismo aerobico.
Artrosi e Artrite: L’esercizio fisico migliora la mobilità articolare, il trasporto ematico e la forza muscolare
Si ottengono importanti modificazioni della mobilizzazione articolare e si migliora l’immagazzinamento e il trasporto ematico di proteine, di glucidi e di lipidi.
Il Training opportunamente adattato con carichi superiori al 30% della forza volontaria massima di un muscolo determina un incremento della forza. Questa è più marcata dall’aumento della massa muscolare per ipertrofia delle fibre, senza apportare importanti adattamenti dell’apparato cardiocircolatorio. In pratica, nel complesso, si migliorano le capacità di reclutamento delle unità motorie e la coordinazione neuro-muscolare. Ciò va a maggior vantaggio dell’anziano in presenza di patologie disabilitanti.
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