Attività Fisica in Cardiologia: costante esercizio fisico aerobico sotto stretta sorveglianza specialistica
Attività Fisica in Cardiologia: una collaborazione utile a garantire una migliore performance nel training del cardiopatico.
Prof. Carmelo Giuffrida
Per effetto di studi clinici, epidemiologici e di laboratorio, ormai, è universalmente provato e riconosciuto, che l’attività fisica migliora le capacità e le prestazioni fisiche.
Sebbene la moderna cardiologia raccomanda la pratica di una costante attività motoria in regime aerobico, solo una minoranza della popolazione italiana ed europea pratica esercizio fisico regolare. Ciò, nonostante un’enorme mole di dati scientifici promuovono l’Attività Fisica Adattata e inducono a perseguire stili di vita fisicamente attivi.
In presenza di malattie cardiovascolari (MCV), l’attività motoria razionale migliora la qualità della vita.
Raccomandare la pratica dell’attività fisica per la prevenzione e il trattamento delle malattie cardio-vascolari impone:
– attento esame degli effetti benefici dell’attività motoria sull’apparato cardiovascolare,
– contestuale analisi dei possibili rischi ad essa correlati e come evitarli;
– considerazione dei principi razionali e delle modalità con le quali prescrivere, programmare e realizzare l’attività fisica nelle singole cardiopatie;
– discutere le strategie per contrastare la sedentarietà nella popolazione in generale.
Attività Fisica in Cardiologia: esercizio con costanza in stretto regime aerobico!
In Cardiologia, se l’esercizio fisico è adattato alle esigenze individuali (A.F.A.), riduce la morbilità e la mortalità.
Affinché l’esercizio fisico risulti efficace come mezzo preventivo e utilizzato come “farmaco” per il miglioramento dello “Stato di Salute e Benessere”, deve accompagnarsi al trattamento degli altri fattori di rischio cardiovascolare.
Non esistono rigide linee guida, ma una aggiornata e prudente scelta prescrittiva che tiene conto dei “perché” e dei “come” prescrivere e somministrare un regime di attività fisica nella popolazione generale e nei cardiopatici in particolare.
Attività Fisica in Cardiologia: occorre valutare anche le co-morbidità
Il Medico curante deve cercare di personalizzare e adattare una scelta di orientamento alle caratteristiche cliniche e psico-sociali del singolo individuo valutando l’impatto di eventuali co-morbilità non considerate in dettaglio quali l’obesità, il diabete, le patologie respiratorie e di tipo ortopedico-reumatologiche, tenendo presente che l’esercizio fisico può determinare anche effetti avversi sia di carattere cardiovascolare che a carico dell’apparato locomotore o di altri apparati.
L’esercizio fisico è un ottimo mezzo preventivo e “farmaco” ideale della Cardiologia, in quanto fisiologico, efficace, sicuro e a basso costo; si presta a contrastare l’impatto epidemiologico e socio-economico delle malattie cardiovascolari, rende sostenibili le relative spese per la comunità.
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Attività Fisica in Cardiologia
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