CoViD-19 – CoronaVirus – SARS-CoV-2 e Attività Fisica Adattata
CoViD-19 – CoronaVirus – SARS-CoV-2 e Attività Fisica Adattata
Un libro scritto da Carmelo Giuffrida – Edizione Cavinato Editore International

Copertina del libro Corona Virus – CoViD 19 SARS COV 2 e Attività Fisica Adattata del Prof. Carmelo Giuffrida
Abstract:
L’Attività Fisica combatte i Virus, anche il CoronaVirus CoViD-19! Esiste una quantità ideale di esercizio?
Come evitare l’ipocinesia? Come seguire stili di vita corretti anche restando in casa?
Tutti gli spot pubblicitari, anche quelli Ministeriali, consigliano la pratica di attività fisica: con quale posologia?
Come si affrontano le risposte psico-fisiche riscontrate durante la quarantena, quale lo stress lavoro-correlato o da multi-tasking, la depressione, l’ansia, l’ipocinesia e il disadattamento motorio derivante dal contenimento sociale determinato dal CoViD-19?
Come opporsi alle risposte infiammatorie con l’allenamento?
Da una intervista al Prof. Carmelo Giuffrida
Perchè ha pensato di scrivere questo libro?
Il CoronaVirus o CoViD-19 è l’argomento oggi più dibattuto nelle reti televisive, sui social network, nel web e tra le persone.
L’attuale focolaio del “romanzo” coronavirus SARS‐CoV‐2 (malattia coronavirus 2019, precedentemente 2019 ‐ nCoV – CoViD-19) è incentrato sull’episodio avviato nella Provincia di Hubei, sito della Repubblica Popolare Cinese.
L’Italia, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 7, comma 1, lettera c), e dell’articolo 24, comma 1, del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, dichiara, per 6 mesi dalla data del presente provvedimento, lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.
L’Umanità combatte contro il CoronaVirus CoViD-19!
L’escalation delle notizie diventa preoccupante. L’allarmismo prolifera più velocemente del Virus e rischia di fare gravi danni. La strategia italiana è quella di distribuire le infezioni su un lungo arco temporale a cui corrisponde una drastica misura di distanziamento sociale mirata a ridurre frequenze di contatti e incremento di distanza fisica tra persone per ridurre i rischi di trasmissione.
I “Malati di Palestra” e alcuni “Reazionari” improvvisano e propinano “allenamenti fai da te” e tutti si sentono professionisti in grado di elargire notizie e piani di lavoro sul miglioramento dello stato di fitness!
Le attuali evidenze sostengono un effetto protettivo dell’attività motoria contro l’insorgenza della depressione a favore di soggetti di qualsiasi età e genere e viene indicata come terapia adiuvante e/o alternativa.
Ansia e stress da CoViD-19
I sintomi di una ampia varietà di disturbi d’ansia e legati allo stress da CoViD-19 vengono combattuti su questo fronte con un’alternativa terapeutica efficace ed economica sebbene non sia stato dimostrato che l’attività fisica possa ridurre i sintomi allo stesso modo degli psicofarmaci.
L’esercizio fisico “esplode” nella pratica giornaliera dell’italiano e anche i sedentari cronici indossano una tuta e cominciano straordinariamente a muoversi.
Purtroppo, il mal costume e la cattiva educazione della massa, indurrà gli Organi competenti del Governo Italiano a vietare l’uso dell’attività fisica all’aria aperta anche in forma individuale per evitare assembramenti involontari nei parchi, nelle strade e negli stadi.
Una legge dello Stato impedisce di stare vicini e bisogna osservare una distanza dagli altri pari ad almeno 1 metro: quali saranno le conseguenze?
Prima della morte fisica, ora, subito, si instaura la morte psicologica poiché cadono i principi della prossemica.
Bisognerà pensare ai bambini che non potranno più abbracciare un padre o una madre quando tornano da scuola; occorrerà pensare a un Docente che dovrà porre delle barriere in aule affollate da oltre 27 alunni; servirà pensare a come gestire le assemblee studentesche e dei lavoratori in cui non potrà più avvenire il confronto attraverso il contatto materiale di accordi con strette di mano e abbracci; e, infine, ma non ultimo, bisognerà pensare agli innamorati che non si scambieranno più affetti e tenerezze ma solo patologia virale.
La morte sociologica cambierà la vita degli abitanti del Pianeta!
Lo Stigma sociale sarà un problema?!
Le persone vengono etichettate, stereotipate, discriminate, allontanate e/o sono soggette a perdita di status a causa di un legame percepito con la malattia.
L’associazione negativa tra una persona o un gruppo di persone che hanno in comune determinate caratteristiche e la possibile positività al CoronaVirus CoViD-19, determina lo Stigma sociale!
L’effetto negativo sulle persone colpite dalla malattia, sui loro caregiver, sulla loro famiglia, sui loro amici, sulla loro comunità o, semplicemente, con le persone che non hanno la malattia ma condividono alcune caratteristiche con il medesimo gruppo, possono diventare oggetto di stigma sociale. Si determinano, perciò, comportamenti discriminatori nei confronti di persone appartenenti a determinate etnie e di chiunque si ritenga possa essere stato in contatto con il virus.
Il livello di stigma associato al COVID-19, crea confusione, ansia e paura, oltre ad alimentare la crescita di stereotipi dannosi.
CoronaVirus CoViD-19 e approccio Evidence-Based all’Attività Fisica
La World Health Organization (WHO) o, Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), stima che la sedentarietà uccide mediamente, ogni anno, oltre 3 milioni di persone!
Quindi, l’inattività si pone come quarto fattore di rischio di morte dopo il fumo, l’ipertensione e l’obesità.
L’attività fisica evidenzia una positiva influenza sul sistema immunitario per effetto della sua azione protettiva e nel mantenere i livelli di fitness. Soprattutto, se viene adattata alle esigenze della singola persona, praticata con costanza e regolarità, con idonee dosi, quantità, intensità, volumi e carichi.
Prove epidemiologiche indicano che, una regolare attività fisica e/o un frequente esercizio strutturato, riducono l’incidenza di molte malattie croniche in età avanzata. Tra queste, sono comprese alcune malattie trasmissibili quali infezioni virali e batteriche e, soprattutto, le malattie non trasmissibili come il cancro e i disturbi infiammatori cronici.
L’Attività Fisica in regime aerobico conferisce meno rischi all’esposizione di contagi da CoViD-19
Le persone che praticano una regolare attività motoria di tipo aerobico (da non confondere con lo sport!) corre rischi molto bassi di contrarre infezioni o di esposizioni a contagi rispetto ai soggetti sedentari.
Nonostante gli apparenti benefici per la salute ottenuti conducendo uno stile di vita attivo, l’effetto dell’esercizio sulla funzione immunitaria rimane un argomento controverso. Resta comunque ormai accertato che una regolare attività fisica frequente migliora la competenza e la regolazione immunitaria.
In pratica, con un esercizio fisico intenso si ha una diminuzione della funzione immunitaria; al contrario, se l’attività fisica è dosata dentro parametri fisiologici ben precisi, questa si comporta come un vero e proprio farmaco producendo effetti positivi e rendendo la patologia esercizio-sensibile.
L’Attività Fisica combatte i Virus: anche il CoronaVirus CoVid-19! Ma, esiste una quantità ideale di esercizio?
L’attività fisica fa bene alla salute e riduce il rischio morte. Non è chiara, però, la valutazione globale dell’associazione quantitativa dose-risposta tra attività fisica svolta nel tempo e il rischio di mortalità, soprattutto in relazione al limite superiore del beneficio o del danno associato a un aumento dei livelli di attività fisica.
I soggetti che praticano attività motoria per un tempo che va dal doppio al triplo del minimo consigliato con regolarità, diminuiscono il rischio di mortalità del 37%.
Qual’è il minimo consigliato?
Il minimo raccomandato è pari a 7,5 ore metaboliche equivalenti, a settimana.
A quale studio si riferisce?
Hannah Arem, Ph.D., Steven C. Moore, Ph.D., Alpa Patel, Ph.D., Patricia Hartge, Sc.D., Amy Berrington de Gonzalez, D.Phil, Kala Visvanathan, MBBS, MPH, Peter T. Campbell, Ph.D., Michal Freedman, JD, Ph.D., Elisabete Weiderpass , MD, M.Sc., Ph.D., Hans Olov Adami, MD, Ph.D., Martha S. Linet, MD, I-Min Lee, MBBS, Sc. D., Charles E. Matthews, Ph.D.: Attività fisica e mortalità per il tempo libero: un’analisi dettagliata e aggregata della relazione dose-risposta – JAMA Intern Med https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4451435/
Il rischio di infezione acuta delle vie aeree superiori, messo in relazione con attività fisica praticata tra le 3 e le 5 volte alla settimana con una durata minima raccomandata di circa 75 minuti giornalieri evidenzia una curva a effetto “J” attestante un beneficio di circa il 39%.
Che tipo di attività fisica?
Attività fisica condotta in regime aerobico con moderata intensità.
Quale sarebbe questo beneficio? A livello respiratorio o generale?
Il beneficio si ricava da questo grafico che le riporto, pubblicato nel medesimo articolo già citato.
In Fisiologia dell’Esercizio Fisico, questo fenomeno complesso per il quale un esercizio fisico con carico elevato provoca una temporanea disfunzionalità del sistema immunitario si definisce come “OPEN WINDOW”.
Cosa vuol dire esercizio fisico con carico elevato? Qualche esempio?!
Supponiamo che si indossi tuta e scarpette e si comincia a correre mantenendo un passo costante, osservando una cadenza con ritmo costante che consente al cuore di battere sempre con una frequenza cardiaca costante, e se ne rapportano i battiti all’età.
Un soggetto di 40 anni, dovrà utilizzare una frequenza cardiaca massima calibrata intorno ai 180 battiti al minuto (220- età) per effetto di una formula di Fisiologia dell’esercizio fisico (Formula di Cooper – Metodo di Karvonen, Hirofumi Tanaka).
Quindi, se il carico deve essere moderato si usano valori pari a un 60-70% del valore massimo e, perciò, si dovrà mantenere il cuore a una frequenza pari a 220-età-30/40% = da 108 a 126 battiti al minuto.
Se il lavoro è intenso, come nel metodo HIIT o HIT (metodologie ad alta intensità), i battiti cardiaci vengono portati a picchi pari al valore max (180 b/m) calcolato per la sua persona e si mantiene per qualche tempo; successivamente, i battiti cardiaci vengono rallentati diminuendo l’attività muscolare per creare una alternanza con il recupero funzionale.
Il dosaggio dell’attività fisica, al pari di qualsiasi farmaco, non si può improvvisare e, di conseguenza, è necessario, anzi indispensabile, evitare di sovraccaricare l’organismo con improvvisati allenamenti prolungati e di alta intensità.
Come evitare l’ipocinesia?
Rimanere chiusi tra 4 mura, inattivi e sedentari per lunghi periodi di tempo può diventare deleterio per qualsiasi essere umano.
Evitare di incorrere nell’ipocinesia rappresenta una sfida significativa e offre un valido motivo per cercare di restare, comunque e in qualche modo, fisicamente attivi.
Un comportamento sedentario e bassi livelli di attività fisica possono determinare effetti negativi in termini di efficienza fisica sul proprio stato di salute e di benessere.
Anche la qualità della vita, già fortemente compromessa dall’esito delle restrizioni sociali, ha modificato le abitudini degli italiani e comincia a subire l’esito psicologico della “reclusione forzata”.
L’ulteriore stress casalingo diventa una causa in più che deve essere superato nei confronti della salute mentale e dal possibile burnout che ne potrebbe derivare.
L’auto-quarantena può essere superata con una adeguata dose di attività fisica, con l’uso di adeguate tecniche di rilassamento ed esercizi di respirazione.
Questi strumenti preziosi, oltre a proteggere la propria salute ed efficienza motoria durante questo particolarissimo periodo, possono aiutare a mantenere uno stato di calma interiore.
Può spiegare nel dettaglio qualcuno di questi esercizi e tecniche di rilassamento?
Gli esercizi di respirazione si possono eseguire in stazione eretta, in postura assisa o in decubito. La posizione immergente deve permettere alla gabbia toracica la massima espansione. Possono essere di ausilio gli arti superiori che accompagnano l’atto inspiratorio con movimento di abduzione. Nella fase di espirazione gli arti superiori vengono addotti al tronco. Per quanto riguarda le fasi respiratorie, personalmente, prediligo dividere l’atto della respirazione in 4 fasi che definisco “tetra-ritmo respiratorio”:
1 – Inspirazione (fase di inalazione dell’aria attraverso il naso),
2 – Apnea (fase di trattenimento nei polmoni dell’aria inalata);
3 – Espirazione (fase di espulsione attraverso la bocca dell’aria);
4 – Apneusi (fase di trattenimento del volume residuo di aria polmonare).
Tali atti respiratori possono essere associati a blandi esercizi di mobilità e di stretching mio-fasciale costituendo una valida fase di defaticamento dell’allenamento precedente o, semplicemente una tecnica motoria di rilassamento globale.
E quante volte al giorno dovrebbero essere fatte?
Questi esercizi vanno eseguiti, di norma, alla fine di una sessione di attività fisica. Occasionalmente, possono essere eseguiti anche per 15-20 minuti durante la giornata, quando se ne sente il bisogno o se ne presenta la necessità a seguito di uno stress motorio o psichico.
La World Health Organization – WHO – o Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS – raccomanda 150 minuti di attività fisica a settimana ad intensità moderata o 75 minuti ad intensità vigorosa, o una combinazione di entrambi.
Per mitigare la pandemia da CoronaVirus CoViD-19, sono state adottate in Italia, così come in altri Paesi del Pianeta, le misure di distanziamento sociale che mirano a ridurre la frequenza dei contatti e ad aumentare la distanza fisica tra le persone (almeno 1 metro!), per ridurre i rischi della trasmissione da un individuo all’altro.
Cosa pensa del distanziamento sociale derivante dalla presenza del CoViD-19?
L’attuazione di una serie di interventi, tra cui isolamento o quarantena, prevede la chiusura delle scuole, il divieto di riunioni pubbliche e orari di lavoro scaglionati, ridotti o annullati.
L’evidente razionale epidemiologico e biologico per supportare la potenziale efficacia delle misure di distanziamento sociale, in realtà, offre poche opportunità di condurre rigorosi trial controllati sugli interventi di comunità per contrastare l’epidemia.
La “Prossemica”, quella branca della Chinesiologia umana che analizza il comportamento spaziale e posturale assunto inconsciamente dall’essere umano per esprimere, attraverso un linguaggio corporeo non verbale, il proprio rapporto rispetto agli altri esseri viventi (uomini e animali) e rispetto all’ambiente circostante, detta regole nuove per mitigare la Pandemia del CoViD-19.
Dallo smart-working con il “lavoro intelligente” si passa alla sedentarietà: la vittoria sta nell’A.F.A. (Attività Fisica Adattata).
Cosa si intende per A.F.A. in questo contesto di pandemia?
L’Attività Fisica Adattata è strettamente legata alla figura professionale del Laureato in Scienze Motorie Specializzato in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate (ex LM76S – LS67S).
Introdotto per la prima volta nel 1973 (anno di fondazione) dall’IFAPA – Federazione Internazionale Attività Fisica Adattata – con il termine inglese A.P.A. (Adapted Physical Activity) corrispondente al termine italiano “Attività Fisica Adattata” (A.F.A.).
In occasione della prima assemblea internazionale avvenuta nel maggio del 1977 a Quebec City (Canada) si determinarono i primi fondamenti dell’A.F.A. che, poi, furono definitivamente riconosciuti a pieno titolo nella successiva assemblea internazionale tenutosi a Bruxelles nel 1979.
Secondo una prospettiva multinazionale, già nel 1989, al 9° Simposio Internazionale IFAPA – Berlino, si definì che:
“L’A.F.A. si riferisce al movimento, all’attività fisica e agli sport nei quali viene data un’enfasi particolare agli interessi e alle capacità degli individui caratterizzati da condizioni fisiche svantaggiate, quali diversamente abili, malati o anziani” – Doll-Tepper e Colleghi.
Come si può fare A.F.A. in casa, senza essere seguiti da specialisti?
Chi fa Attività Fisica Adattata a casa è già stato precedentemente istruito dallo Specialista che ne segue il piano di trattamento in ambiente altamente specializzato. Dopo un periodo di ambientamento si affida parte del “Training” al soggetto richiedente la prestazione. Se necessario, al caregiver che lo accompagna si affida il compito dell’assistenza preventiva e della sicurezza. A casa, si utilizzano piccoli attrezzi specifici di facile impiego e di basso costo (palle, manubri, bastoni, elasticoni, corde e funi, …). Si possono usare attrezzi occasionali e di fortuna (oggetti rinvenuti nel proprio domicilio che si rendono utili per raggiungere lo scopo dell’esercizio). Va benissimo, anche, il semplice corpo libero.
Come seguire stili di vita corretti anche restando in casa a seguito di restrizione da CoViD-19?
Cambiare gli stili di vita è cosa facile da dire ma è difficile da realizzare!
E, in primo luogo, per quel che riguarda la possibilità di fare attività motoria.
Certamente, prestare attenzione al mantenimento di un equilibrato stile di vita, in questo particolare momento critico assume una valenza di grande importanza per salvaguardare la salute psico-fisica.
In questo periodo di “reclusione” forzata, fare un minimo di movimento quotidiano, anche in casa, diventa fondamentale per il benessere fisico e psicologico.
Tutti gli spot pubblicitari, anche quelli Ministeriali, consigliano la pratica di attività fisica ma, con quale posologia?
Le indicazioni impongono parametri precisi sui livelli di carichi, volumi, intensità, tempistiche e frequenza, regimi, metodologie, … E, poi, a ogni età e condizione fisica serve una raccomandazione adeguata.
Può fare degli esempi concreti? Giovani, adulti, ultrasessantenni: per ogni categoria che tipo di lavoro raccomanda?
Personalmente mi attengo alle linee guida raccomandate dalla Organizzazione Mondiale della Sanità:
I livelli di attività fisica raccomandati per i bambini e i ragazzi di età compresa fra i 5 e i 17 anni[1]
- Bambini e ragazzi di età compresa fra i 5 e i 17 anni dovrebbero compiere giornalmente almeno 60 minuti di attività fisica di intensità variabile fra moderata e vigorosa.
- Lo svolgimento di attività fisica superiore ai 60 minuti fornisce ulteriori benefici per la salute.
- La maggior parte dell’attività fisica quotidiana dovrebbe essere condotta in regime
- Attività di intensità vigorosa, che comprendano quelle che potenziano muscoli e ossa, dovrebbero essere previste, almeno tre volte la settimana.
- Le attività da proporre a bambini e ragazzi dovrebbero supportare il naturale sviluppo fisico, essere divertenti e svolte in condizioni di sicurezza.
Adulti di età compresa fra i 18 e i 64 anni: I livelli di attività fisica raccomandati [2]
- Gli adulti di età compresa fra i 18 e i 64 anni dovrebbero fare almeno 150 minuti alla settimana di attività fisica aerobica di moderata intensità, o fare almeno 75 minuti a settimana di attività fisica aerobica vigorosa, o una combinazione equivalente di attività fisica moderata e vigorosa.
- L’attività aerobica dovrebbe essere eseguita in sessioni della durata di almeno 10 minuti.
- Per avere ulteriori benefici per la salute gli adulti dovrebbero aumentare la loro attività fisica aerobica di intensità moderata a 300 minuti per settimana, o impegnarsi in 150 minuti per settimana di attività fisica aerobica di intensità vigorosa.
- Le attività di potenziamento muscolare dovrebbero essere fatte due o più giorni alla settimana includendo il maggior numero di gruppi di muscoli.
I livelli di attività fisica raccomandati per gli adulti over 65 anni[3]
- Gli adulti over 65 anni dovrebbero fare almeno 150 minuti alla settimana di attività fisica aerobica di moderata intensità o fare almeno 75 minuti di attività fisica aerobica con intensità vigorosa ogni settimana o una combinazione equivalente di attività con intensità moderata e vigorosa.
- L’attività aerobica dovrebbe essere praticata in sessioni della durata di almeno 10 minuti.
- Per avere ulteriori benefici per la salute gli over 65 anni dovrebbero aumentare la loro attività fisica aerobica di intensità moderata a 300 minuti per settimana, o impegnarsi in 150 minuti di attività fisica aerobica di intensità vigorosa ogni settimana, o una combinazione equivalente di attività fisica di intensità moderata e vigorosa.
- Gli adulti di questa fascia di età, con una mobilità scarsa, dovrebbero svolgere attività fisica per tre o più giorni alla settimanaal fine di migliorare l’equilibrio e prevenire le cadute.
- Le attività di potenziamento muscolare dovrebbero essere fatte due o più giorni alla settimana includendo il maggior numero di gruppi di muscoli.
- Quando gli adulti di questa fascia di età non possono seguire totalmente il livello previsto raccomandato di attività fisica, a causa delle loro condizioni di salute, dovrebbero adottare uno stile di vita attivo adeguato alle loro capacità e condizioni.
E se sono malati ma si sentono in forza possono comunque fare attività fisica?
Innanzitutto bisogna inquadrare il soggetto nello stato di salute o di malattia in cui si trova!
Se il soggetto si trova nella fase acuta della malattia, la competenza operativa spetta al Dottore in Fisioterapia!
Se il soggetto è in fase cronica o stabilizzata, la competenza è specificatamente dello Specialista in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate!
Fatte le dovute valutazione, accertate le co-morbidità (le patologie coesistenti si mettono in relazione con il problema primario da trattare), si provvede a finalizzare opportunamente un piano di lavoro. Questo deve essere adeguato alle effettive capacità fisiche del soggetto. Solo dopo avere chiaro il quadro situazionale, si procede con la somministrazione dell’esercizio fisico, calibrando e utilizzando i parametri idonei.
Come si affrontano le risposte psico-fisiche riscontrate durante la quarantena?
E quando riguardano lo stress lavoro-correlato o da multi-tasking, la depressione, l’ansia?
Oppure, l’ipocinesia e il disadattamento motorio derivante dal contenimento sociale determinato dal CoViD-19?
L’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale, che ha visto la punta di una incredibile pandemia, rappresenta una sfida alla resilienza psico-fisica.
Osservando i comportamenti degli individui che, quotidianamente, vengono documentati dai mass media e dai social network, emerge che, accanto alle azioni intraprese dagli organi di Governo per supplire alle ricadute su tutto il tessuto economico e sociale, occorre sviluppare strategie basate sull’evidenza per affrontare gli impatti psico-fisici e i sintomi psicologici e psichiatrici conseguenziali alla pandemia.
Che cosa intende esattamente?
L’ipotesi di una indagine appropriata dovrebbe incentrare l’attenzione sui dati demografici, fisici, sulla sintomatologia riscontrata negli ultimi 14 giorni prima della manifestazione della malattia per chi ha contratto il Virus, sulla cronologia dei contatti con i soggetti affetti da COVID-19, sulle conoscenze e sulle preoccupazioni personali nei confronti del COVID-19.
Quali tipi di strategie concrete suggerisce?
Sarà importante valutare le informazioni riguardanti le misure precauzionali intraprese individualmente contro il COVID-19.
E’ necessario comprendere al meglio i livelli di impatto psicologico e fisico: ansia, depressione, stress, ipocinesia e disadattamento motorio, durante il periodo di contenimento sociale che ha determinato il COVID-19.
Come, secondo lei, andrebbero testate in concreto? Con quali strumenti?
L’impatto psicologico potrebbe essere valutato con l’Event Scale-Revised (IES-R), lo stato di salute mentale dovrebbe valutare la depressione, l’ansia (utilizzando il questionario sulla scala dell’ansia di auto-valutazione – SAS) e lo stress (usando la scala di stress DASS-21 e il questionario sulla reazione di stress acuto di Stanford – SASR).
Il sonno potrebbe essere valutato utilizzando il questionario Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI).
L’ipocinesia e lo stato di disabilità motoria andrebbero testate con le normali valutazione delle capacità fisiche di base e delle abilità motorie.
La ginnastica anti-stress e le tecniche di rilassamento psico-fisico contro la tensione muscolare costituiranno una difesa da opporre al lockdown da CoViD-19?
Sarà utile per ritrovare se stessi tramite una Body Way Assistance?
La parola stress, deriva dal Latino strictus e significa “legare, stringere” assumendo una connotazione negativa nell’immaginario collettivo. Evoca qualcosa di fastidioso, nocivo, assimilando altre parole come ansia, tensione e malessere diffuso.
Nei settori più disparati, dalla Sicurezza sul posto di lavoro al campo della Fisica, lo stress indica una “prova di resistenza”.
Su questo agiscono parecchie componenti e, anche, lo stress da multitasking.
Il mio libro dedica un capitolo anche a questa specifica argomentazione, innovativa, per certi versi!
Può fare un esempio di ginnastica anti-stress?
La prima volta che fu utilizzato il termine stress fu in campo Medico-Scientifico dallo studioso H. Selye.
Nel lontano 1936 il Fisiologo Selye utilizzò il termine stress all’interno di una Ricerca. Era il sinonimo di “risposta” di alcuni organismi dopo essere stati sottoposti alla somministrazione di sostanze pericolose.
Di per sé, quindi, il termine “stress” non indica necessariamente qualcosa di negativo. Piuttosto, invece, conferisce significato alla “naturale” risposta di un organismo messo dinnanzi a una fonte di “pressione” (il CoViD-19 è una concausa!).
Pertanto, con la definizione stress lavoro correlato, si intende quella situazione che, solo in ambito lavorativo (non già personale), richiede al lavoratore la capacità di affrontare un evento particolare come può essere la gestione quotidiana degli impegni lavorativi, il relazionarsi con i propri colleghi, ecc…
Dice che c’è un intero capitolo innovativo su questo nel suo libro su CoViD-19 e AFA, può anticipare qualcosa?
Tra le cause più frequenti che determinano l’insorgenza dello stress correlato al lavoro e che necessitano di valutazione possiamo individuare:
- incapacità di comunicazione da parte del management;
- ricoprire un ruolo inadatto alle proprie capacità e inclinazioni;
- lavorare in un ambiente dove le attrezzature risultano non idonee;
- il mobbing;
- eccesiva focalizzazione dell’Azienda solo sugli obiettivi da raggiungere.
Esistono alcuni sintomi di stress lavoro correlato che, tuttavia, vista la loro genericità, è opportuno che vengano verificati e monitorati da professionisti preparati.
Esiste una soluzione efficace contro lo stress derivante dai luoghi di lavoro. In particolare, si rivolge a persone che ricoprono ruoli importanti, di responsabilità e manageriali e sono vittime dello stress multitasking.
Cos’è lo stress da multitasking?
È una tipologia di stress che affligge chi opera su più fronti ed è costretto a svolgere più attività contemporaneamente.
Un esempio tangibile riguarda le persone che in ufficio gestiscono e-mail, scambiano chat e telefonate, mentre sbrigano le pratiche quotidiane e ricevono il pubblico.
La tecnologia moderna permette di essere sempre reperibili attraverso dispositivi mobili collegati al web.
Per le figure manageriali, ritagliarsi dei momenti di relax diventa quasi impossibile.
L’obiettivo della ginnastica antistress, nel contesto specifico derivante dal CoViD-19, consente di:
– combattere lo stress da lavoro con tecniche di respirazione;
– vincere lo stress mediante uso di specifiche tecniche di rilassamento fisico contro la tensione muscolare;
– ritrovare se stessi tramite un corretto svolgimento di Esercizio fisico mediante una Body Way Assistance.
L’attività motoria è in grado di rilasciare endorfine (ormoni della felicità).
Sebbene i vari decreti abbiano vietato la pratica di qualsiasi attività fisica in spazi comuni e all’aperto ai fini del contenimento sociale, in casa propria, è bene praticare con costanza un’attività motoria. E’ sufficiente utilizzare esercizi non invasivi che rispettino carichi naturali e, comunque, graduali associandovi una corretta respirazione e la ricerca di percezioni del corpo.
Una delle qualità fisiche che si ricerca di migliorare è la FORZA per combattere le infiammazioni dell’apparato locomotore.
Un corretto allenamento della forza condotto con sapiente qualità tecnica rappresenta un momento di forte recupero funzionale. Ne possono trovare beneficio tutti i soggetti fruitori, di qualsiasi età e genere che presentano condizioni infiammatorie dell’apparato locomotore.
Ciò è supportato da prove aneddotiche e da un corpus crescente di ricerche.
I benefici dell’allenamento nei confronti delle qualità fisiche di base e in particolare della forza sono ormai noti al mondo scientifico.
Le condizioni artritiche meccaniche (come l’artrosi) traggono grande giovamento dall’esercizio fisico.
Purtroppo, non si può affermare la stessa cosa per ciò che attiene ai benefici riscontrabili dall’attività fisica adattata. Ciò, in presenza di condizioni infiammatorie, come l’artrite reumatoide, l’artrite psoriasica, la gotta, la celiachia, la spondilite anchilosante, …
L’incremento della forza svolge un ruolo di primaria importanza quando il sistema immunitario viene coinvolto in una sindrome di adattamento in risposta a uno stress.
Il sistema immunitario è in grado di contrastare le azioni patologiche conseguenti a presenza di virus, di batteri o di focolai infettivi-reattivi.
Ne consegue che, le cellule immunitarie conferiscono una risposta eccessiva rispetto allo stimolo o reagiscono con eccessi agli stress stimolativi forniti. Ciò restituisce dolore e rigidità localizzata, gravi stati di affaticamento, difficoltà a effettuare il proprio lavoro, tendenza all’isolamento sociale, stati ansiogeni e depressivi.
Il corpo umano innesca risposte infiammatorie a fronte di attacchi alle cellule o ai tessuti somatici. Anche se non ci sono agenti patogeni particolari presenti, grazie al sistema immunitario, per effetto di eccessi stimolatori, si possono avere risposte con disturbi infiammatori conseguenziali a squilibri delle citochine[4] che inducono movimenti cellulari in direzione dei siti in flogosi, dove esiste l’infiammazione, o dove si è subito un evento traumatico.
Questi mediatori polipeptidici, non antigene-specifici, fungono da segnali di comunicazione fra le cellule del sistema immunitario e i diversi organi e tessuti.
Possono avere un effetto autocrino (modificando il comportamento della stessa cellula che l’ha secreta), o paracrino (modificano il comportamento di cellule adiacenti).
Alcune citochine possono agire in modo endocrino, modificando cioè il comportamento di cellule molto distanti da loro. Hanno una vita media di pochi minuti.
È un punto fermo che l’intervento auspicabile sia quello di una Equipe multidisciplinare. Spetta al Medico Specialista capo-fila gestire la farmaco-cinetica e le strategie ad essa connessa.
Il ruolo dello Specialista in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate diventa essenziale nella gestione delle condizioni patologiche conseguenziali a uno stato infiammatorio che presenta importanti crossover della sintomatologia.
Come opporsi alle risposte infiammatorie con l’allenamento?
La maggior parte degli italiani sta passando 20-24 ore al giorno a casa in un lockdown senza precedenti. Molti manifestano preoccupazioni per i familiari che contraggono il Corona-Virus CoviD-19. Mialgie, vertigini, … accompagnano le sindromi depressive.
La gente, spesso in modo esasperato, si preoccupa di una particolare igiene delle mani. Purtroppo, tante volte, le persone indossano mascherine inefficienti o inadeguate al livello di protezione necessaria.
La sfiducia sociale sta per innescare una miccia pronta a detonare per effetto della gravissima economia e delle carenze dei servizi socio-sanitari.
Le conseguenze, certamente, saranno devastanti per l’intera società moderna e il prezzo da pagare per ogni cittadino della Terra sarà elevatissimo. Ne deriverà disgregazione sociale e diffidenza generalizzata con importanti conseguenze permanenti sui comportamenti individuali: cadrà la fiducia sociale!
Il distanziamento sociale derivante dal CoViD-19, gli errori di comunicazione, già ora, cercano dei responsabili su questo vortice psico-fisico.
Svegli e vigili, forse per rispondere a una “condizione di fuga” da un nemico invisibile o da un adattamento evolutivo!?
Mancando la capacità di controllo e la percezione delle parti del corpo soggette a tensione ci si indirizza verso l’uso di psico-farmaci (tranquillanti o ansiolitici). Questi diventano la norma per ridurre il fastidioso stato di nervosismo (rischiando anche la dipendenza) e, spesso, vengono associato ad anti-dolorifici per attenuare il dolore.
L’azione dei farmaci, limitandosi ad una riduzione dei sintomi, non ha alcun effetto sugli aspetti cognitivi, valutativi e comportamentali che determinano l’ansia.
Per un’azione efficace, capace di garantire il controllo dell’ansia e della tensione (soprattutto ora, in tempo di CoViD-19!), occorre agire sulle cause. In effetti, occorre rimuoverne le conseguenze, acquisendo l’abilità del controllo e modificando i comportamenti errati.
L’attività motoria è in grado di rilasciare endorfine!
Il corpo umano innesca risposte infiammatorie a fronte di attacchi alle cellule o ai tessuti somatici. Anche se non ci sono agenti patogeni particolari presenti, grazie al sistema immunitario, per effetto di eccessi stimolatori, si possono avere risposte con disturbi infiammatori conseguenziali a squilibri delle citochine. Queste, inducono movimenti cellulari in direzione dei siti in flogosi, dove esiste l’infiammazione, o dove si è subito un evento traumatico.
Bisogna stimolare il cosiddetto work hardening.
Che cos’è esattamente il “work hardening”?
È un programma sistematico di attività progressive composto da movimenti corporei precisi in grado di ricondizionare il sistema mio-fasciale, scheletrico, cardio-circolatorio e respiratorio. In pratica, è utilizzato per assicurare al meglio le grandi funzioni organiche. Inoltre, dal punto di vista psicomotorio, questo sistema aiuta a ricondizionare gli schemi motori e corporei dell’individuo aiutandolo a pianificare il suo ritorno al lavoro.
L’attività muscolare combatte anche gli effetti derivanti dalla sedentarietà. Quindi, consente la difesa dai tassi di sarcopenia che produce la perdita di massa muscolare.
L’Esercizio Fisico è una “Medicina”: il miglior “farmaco”!
Si rende utile, però, chiedere una consulenza al Fisiologo dell’esercizio fisico. In Italia è lo Specialista AMPA – Specialista in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate che può assumere il ruolo del Personal Health. Ciò, in quanto capace di comprendere i sintomi descritti e adattare il programma di allenamento alle esigenze personali del soggetto fruitore!
Chi è a casa per effetto del contenimento sociale da CoViD-19 come fa a contattare questa figura?
In alcune Regioni esistono le “Palestre sicure” o le “Palestre etiche”.
Nelle Regioni dove non sono mai state attivate queste tipologie di Palestre si possono ricercare sul web Studi professionali.
Esistono Studi che si avvalgono della figura del “Dottore in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate”. Questa è una laurea magistrale rilasciata dalle Università dal 2002 (ex LS 76S o LM 67).
Esiste un albo?
Non esiste un Albo ma solo Associazioni e Movimenti di Categoria. La Libera Professione prevede il possesso di partita IVA ma non rientra nei 28 Ordini o Albi professionali attualmente riconosciuti in Italia. Fa parte delle attività svolte dagli oltre 130.000 professionisti che vengono inquadrati fra le professioni non regolamentate e non organizzate in Ordine o Collegi. In pratica, viene regolamentata ai sensi della Legge 4/2013. Questa legislazione riconosce le nuove “Arti” e “Professioni” nate negli ultimi anni, data la mancanza di un Ordine di riferimento.
Note:
[1] livelli di attività fisica raccomandati per i bambini e i ragazzi di età compresa fra i 5 e i 17 anni: https://drcarmelogiuffrida.com/livelli-di-attivita-fisica/
[2] I livelli di attività fisica raccomandati per gli adulti di età compresa fra i 18 e i 64 anni: https://drcarmelogiuffrida.com/i-livelli-di-attivita-fisica/
[3] Over 65 anni: I livelli di attività fisica raccomandati per gli adulti https://drcarmelogiuffrida.com/i-livelli-di-attivita-fisica-raccomandati/
[4] Le citochine sono molecole proteiche prodotte da vari tipi di cellule in risposta a uno stimolo e secrete nel mezzo circostante. Sono in grado di fare comunicare le cellule tra loro nella risposta immunitaria, solitamente localmente e, qualche volta, anche su l’intero corpo umano.