Cruralgia e lombosciatalgia: un aiuto dall’Attività Fisica Adattata
Cruralgia e lombosciatalgia: un aiuto dall’Attività Fisica Adattata per l’ernia discale – Cosa fare?!

Tipica espressione di soggetto affetto da lombosciatalgia – Repertorio Studio Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
Le raccomandazioni di comportamento, elaborate mediante un processo di revisione sistematica della letteratura e delle opinioni di esperti, costituiscono la base per evitare passi falsi.
Lo scopo è quello di aiutare, con le modalità assistenziali più adeguate, le specifiche situazioni cliniche.
Le linee guida del trattamento della cruralgia non rappresentano un protocollo rigido poiché ogni persona deve essere valutata individualmente. E, di conseguenza, indicazioni e risorse, strategie e trattamenti, debbono essere personalizzati in base alle proprie caratteristiche peculiari e al giudizio del Professionista a cui si affida il proprio problema. Dall’esperienza tecnica del Professionista dipende una variabile insostituibile nei processi decisionali.
Sulla scorta di conoscenze scientifiche aggiornate e su una ragionata programmazione del trattamento, si applicano i principi dell’Evidence Based (EB)!
Inoltre, si formulano le raccomandazioni applicabili nella pratica quotidiana che consentono di migliorare la gestione dei soggetti che, per effetto della radicolopatia da ernia discale, riferiscono la manifestazione di cruralgia. Quindi, non vanno trascurate le problematiche coesistenti come gli aspetti psicologici, l’informazione del soggetto, gli aspetti etici.
L’“ernia sintomatica” è, oggi, trattata come “ernia con radicolopatia” secondo l’accordo dettato dalle più recenti linee guida internazionali. I disturbi radicolari vengono considerati come l’espressione più tipica dell’ernia discale sintomatica. E, questo, ammette di scartare il controverso capitolo della lombalgia discogenica isolata assumendo utilità sia sotto il profilo tassonomico che nei confronti del trattamento, consentendo piena libertà di valutazione a seguito delle caratteristiche peculiari di ogni singolo caso.

Zone di dolore irradiato nella lombalgia e nelle radicolopatie: lombosciatalgia e lombocruralgia. Immagine modificata – tratta da Linee guida SIOT – 2016
Definizione di ernia discale: giusto per capire da cosa originano la cruralgia, la lombalgia e la lombosciatalgia!
L’ernia del disco lombare con radicolopatia consiste in una fuoriuscita di materiale discale dai normali margini dello spazio del disco intervertebrale. Ciò, determina la manifestazione di dolore, la presenza di disturbi sensitivi e motori con una distribuzione radicolare.
La genesi della radicolopatia è multifattoriale. Può dipendere da una combinazione di fattori infiammatori in abbinamento a cause meccaniche. È bene precisare che i disturbi dolorosi accusati dal soggetto con radicolopatia da ernia discale sono collegati a meccanismi complessi e non sempre del tutto conosciuti. Questi fenomeni implicano la presenza di una algia di tipo neuropatico, nocicettivo, somatico riferito, ecc. sebbene l’irradiazione metamerica distale rappresenti la forma maggiormente caratterizzante.
I fattori infiammatori derivano:
– dalla natura cellulo-mediata, legata probabilmente alle proprietà antigeniche del nucleo polposo,
– dalla natura bio-umorale, connessa all’elevata concentrazione di mediatori infiammatori in prossimità dell’ernia.
I fattori meccanici sono determinati:
– dalla compressione esercitata dal materiale erniato sulla radice e sul ganglio spinale, a cui corrisponde una deformazione diretta delle fibre nervose,
– da effetti indiretti, dovuti alla compressione sul microcircolo arterioso (sofferenza anossica) e venoso (blocco del reflusso e stasi venosa).
Epidemiologia: radicolopatia da ernia del disco o cruralgia!?
L’esatta epidemiologia della radicolopatia da ernia del disco non è conosciuta.
Nella letteratura scientifica non esiste un accordo condiviso sulla definizione della sintomatologia relativa alla lombalgia isolata, al dolore irradiato agli arti più o meno associato alla lombalgia.
Non esiste nemmeno una classificazione delle ernie discali, la metodologia della raccolta dei dati e la tipologia della popolazione (età, rischio professionale, ecc.), globalmente condivisa dal punto di vista anatomo-patologico e dell’imaging.
L’ernia discale può essere del tutto asintomatica!
L’incidenza delle ernie asintomatiche, nella letteratura scientifica, è riportata con dati parecchio mutevoli che, comunque, concordano sul fatto che, a prescindere da una associazione o meno alla sporgenza discale, le patologie discali sono generosamente presenti anche nella popolazione sana.
Storia naturale
Una grande quantità di ernie discali, sia sintomatiche che asintomatiche, si riducono di dimensioni o regrediscono nel corso del tempo. Ciò significa che lo stato di efficienza migliora indipendentemente dal tipo di trattamento.
Una presunta radicolopatia da ernia discale può determinare la sofferenza di una o più radici nervose. La sua valutazione scaturisce da una attenta raccolta dei dati anamnestici e dall’esame obiettivo che trova conferma dalla diagnostica per immagini come la Risonanza Magnetica – RMN e/o la Tomografia Computerizzata – TAC.

Le frecce indicano l’irradiazione del dolore; in giallo si marcano le zone di alterazione della sensibilità nella L4 per lombo-cruralgia e in L5-S1 per la lombosciatalgia. Immagine modificata – tratta da Linee guida SIOT – 2016
L’ernia discale può interessare più frequentemente il tratto L5-S1 e L4-L5, più raramente L3-L4 e, molto raramente, altri distretti vertebrali.
Le caratteristiche dell’ernia sono definite dalle sue dimensioni, dall’eventuale migrazione e dalla localizzazione topografica:
- mediana,
- paramediana,
- posterolaterale,
- foraminale,
- extraforaminale.
Un’ernia posterolaterale (localizzazione più frequente) determina una sofferenza mono-radicolare (S1 per il disco L5-S1, L5 per il disco L4-L5, L4 per il disco L3- L4).
Ernie centrali e foraminali possono determinare un interessamento di una o di più radici.
Le più rare ernie extraforaminali determinano generalmente una sofferenza monoradicolare della radice più prossimale (L5 per il disco L5-S1, L4 per il disco L4-L5, L3 per il disco L3-L4).

Localizzazione delle ernie discali sul piano orizzontale – Immagine modificata – tratta da Linee guida SIOT – 2016
Il quadro tipico di una ernia discale sintomatica è quello di una sofferenza monoradicolare (o al massimo bi-radicolare). Quadri pluri-radicolari sono atipici e richiedono una valutazione differenziale più articolata.
L’esame obiettivo clinico distingue fra:
– dolore lombare isolato o lombalgia pura: è caratterizzata da un dolore localizzato in sede lombosacrale, dal bordo inferiore dell’arcata costale fino alla regione glutea, che può estendersi anche fino alla regione posteriore delle cosce, ma senza distribuzione radicolare.
– dolore irradiato all’arto inferiore lungo il decorso del nervo sciatico e/o crurale con radicolopatia associata o meno a lombalgia. Consiste in un dolore neuropatico ben localizzato. Si distribuisce metamericamente su uno o più dermatomeri, irradiandosi, per le radici più basse, al di sotto del ginocchio fino al piede.
La lombosciatalgia e la lombo-cruralgia!
La lombo-sciatalgia consiste in un dolore irradiato posteriormente lungo il decorso del nervo sciatico (interessa le radici nervose di L5 ed S1).
La lombo-cruralgia consta di un dolore irradiato anteriormente lungo il decorso del nervo femorale o crurale (interessa le radici nervose di L4 e prossimali). Possono coesistere specifici segni di irritazione radicolare (dolore e parestesie) o di compressione radicolare (alterazione della sensibilità, della forza muscolare o dei riflessi) distribuiti sul medesimo dermatomero o miomero.

Bulging discale, protrusione ed ernia espulsa – Immagine modificata – tratta da Linee guida SIOT – 2016
– dolore lombare e/o irradiato agli arti, dipendente da una possibile patologia vertebrale maggiore. Tra queste si possono elencare i tumori vertebrali, infezioni, fratture traumatiche o patologiche, deformità maggiori, patologie infiammatorie come le spondiloartriti sieronegative e patologie con coinvolgimenti neurologici estesi come la sindrome della cauda equina o i disturbi midollari. Tali rare patologie sono potenzialmente gravi e, di conseguenza, bisogna tenere un elevato livello di attenzione se, oltre alla radicolopatia, sono presenti uno o più red flags come il deficit neurologico esteso e/o progressivo, un’anamnesi positiva per tumore, il calo ponderale non spiegabile, un’astenia protratta, febbre, dolore vertebrale ingravescente, continuo a riposo e notturno. Inoltre, particolare attenzione va prestata dopo traumi recenti, assunzione protratta di cortisonici, di osteoporosi.
Un quadro clinico di radicolopatia con ritenzione urinaria o con deficit delle radici sacrali va considerato come un’emergenza, salvo dimostrazione contraria. Pertanto, richiede un approfondimento valutativo appropriato.
La valutazione obiettiva
L’esame obiettivo si fonda su:
- Ispezione: si ricercano le alterazioni posturali, come l’eventuale scoliosi antalgica che, pur essendo considerato un segno tipico, ha una specificità relativamente bassa ed una scarsissima sensibilità (C);
- la palpazione;
- valutazione della motilità: mette in evidenza la rigidità del rachide lombare ed, essenzialmente, l’eventuale limitazione della flessione anteriore;
- segni di sofferenza radicolare: l’aspetto neurologico è raccomandato per stimare la presenza e la localizzazione della radicolopatia, la forza muscolare e la sensibilità mio-fasciale.
I test utili a valutare le radicolopatie: la lombalgia, la cruralgia, la lombosciatalgia!
L’esecuzione delle manovre di stiramento radicolare:
- manovra di Lasègue;
- SLR (Straight Leg Raising) test per la lombosciatalgia;
- manovra di Lasègue controlaterale: il test è dotato di maggiore specificità nell’ernia del disco, anche se la sensibilità è bassa;
- manovra di Wassermann (femoral nerve stretch test): nella valutazione della cruralgia è indispensabile. La sua specificità nella valutazione di radicolopatia da ernia discale è relativamente bassa soprattutto nei soggetti anziani a causa della frequente concomitanza di patologie degenerative del ginocchio o dell’anca. In associazione alle manovre di stiramento radicolare, si valuta anche l’escursione articolare dell’anca e del ginocchio per escludere patologie specifiche (essenzialmente un’artrosi dell’anca, i cui disturbi possono mimare una cruralgia).
I quadri clinici principali evidenziabili con l’esame neurologico (sensibilità, motilità, riflessi, test radicolari) sono rappresentati da:
Irradiazione del dolore segmentario: L4 = faccia anteriore della coscia; L5 = faccia posteriore della coscia e postero-laterale della gamba; S1 = faccia posteriore della coscia e della gamba.
Deficit di forza:
L4 = estensione della gamba sulla coscia (quadricipite femorale) e flessione dorsale del piede (tibiale anteriore); L = estensione dell’alluce (ELA) e delle dita (ECD), flessione dorsale del piede (tibiale anteriore); S1 = flessione plantare del piede (gastrocnemio).
Alterazione della sensibilità:
L4 = faccia mediale della gamba;
L5 = dorso del piede e prime dita.
Trattamento con Attività Fisica Adattata nella cruralgia, lombalgia e lombosciatalgia!

Catene cinetiche in equilibrio e postura economica – Laboratorio di Chinesiologia Rieducativa e Posturologia – Studio del Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
Gli obiettivi specifici riguardano:
- Miglioramento del trofismo muscolare;
- Miglioramento della flessibilità articolare;
- Miglioramento della distribuzione del carico sui corpi vertebrali;
- Migliore resistenza allo sforzo, del cammino e dell’equilibrio;
- Prevenzione della perdita di massa ossea;
- Prevenzione della sindrome cronica metabolica.
Il programma di trattamento con Attività Fisica Adattata per la cruralgia e la lombosciatalgia viene raccomandato ai soggetti con postura flessa e “mal di schiena” cronico, stabilizzati clinicamente.
Questi soggetti vedono l’inclusione se sono capaci di stare in piedi, alzarsi da una sedia e camminare autonomamente (anche se con l’ausilio di un bastone) e raggiungere la palestra in modo autonomo o con l’aiuto del proprio caregiver.
Occorre, perciò, apprendere le precauzioni da adottare nella vita quotidiana secondo una specifica “Back School”:
- Come sdraiarsi e rialzarsi da terra e dal letto;
- Come allacciarsi le scarpe;
- Come raccogliere oggetti da terra;
- Come prendere oggetti porti da un’altra persona;
- Come sollevare oggetti pesanti;
- Come rilassarsi su un divano;
- Come svolgere lavori di casa, spazzare, lavare i piatti, lavare i pavimenti, stirare, sistemare il letto, …
Vanno imparate, di conseguenza, le posture antalgiche:
- Posizione psoas;
- Posizione supini con ginocchia al petto;
- Studio della posizione eretta, della posizione seduta;
- Studio delle posizioni in decubito: supina, prona, laterale.
Va appresa la gestione della respirazione:
- Costale o toracica;
- Diaframmatica o addominale.
Radicolopatie e Cruralgia: Controindicazioni del piano di trattamento con Attività Fisica Adattata
Il piano di lavoro non trova indicazione se è presente anche il minimo sospetto delle seguenti condizioni associate al mal di schiena:
- tumore;
- frattura vertebrale recente;
- infezioni;
- stenosi midollare o sindrome della cauda equina;
- aneurisma aorta addominale;
- massa retro peritoneale, dolore reno-ureterale;
- entesoartrite (lombalgia infiammatoria idiopatica).
Il piano di trattamento con Attività Fisica Adattata per la cruralgia e la lombosciatalgia, quindi, è sempre controindicato se sono presenti:
- Alterazioni della comunicazione e degli apparati sensoriali talmente gravi da rendere impossibile la comprensione e l’esecuzione delle istruzioni fornite;
- Scompenso cardiaco;
- Angina instabile;
- Arteriopatia periferica sintomatica;
- Malattia polmonare che richiede ossigeno terapia;
- Recente infarto miocardico o ospedalizzazione;
- Dolore che interferisca con l’esercizio;
- Ipotensione ortostatica;
- Ipertensione in precario controllo farmacologico.
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