De Motu Animalium
De Motu Animalium: onore a Giovanni Borelli per il suo contributo alle Scienze Motorie!
Prof. Dott. Carmelo Giuffrida
Correva l’Anno Accademico 1978/1979: venivo accettato a frequentare l’I.S.E.F. di Palermo – Istituto Superiore di Educazione Fisica di grado Universitario. Era considerato un grande privilegio in forza del numero chiuso di studenti ammessi e la peculiarità esclusiva del corso.
Il mio curriculum da atleta di interesse nazionale e il superamento delle prove di selezione a pieno titolo mi portarono a intraprendere il percorso professionale che, con grande soddisfazione, oggi costituisce la base del mio lavoro quotidiano.
Primo grande ostacolo da superare nello studio di ogni giorno era l’Anatomia Umana e la Fisiologia, accompagnate da Antropologia e Antropometria, … e dalla Chinesiologia.
Saperi e Conoscenze di altri tempi!
Il mio “Docente” di “Ginnastica Correttiva”, considerato una sorta di Santone perché aveva scritto diversi libri sull’argomento, noto per la sua rigidità professionale, era molto esigente e, dopo avermi spiegato una innumerevole serie di dettagli tecnici che pochi miei Colleghi di corso seppero raccogliere, mi indicò alcuni volumi da studiare.
Avevo Sete di Sapere, volevo Conoscere, … mi procurai con non pochi sacrifici economici tutti i libri indicatomi.
Un libro mi colpì in particolare poiché, in copertina, riproduceva delle stupende immagini del tardo 1600 che attrassero la mia attenzione.
Non esisteva internet in quegli anni. Ed erano pochi i mezzi per recepire documenti ma, con caparbietà e volontà, scoprii a chi apparteneva la mente che aveva elaborato quei disegni, pregiandomi di apprendere, da quei pochi tratti, informazioni professionali utilissime, che ancora oggi uso nella pratica della mia attività professionale.
Da lì a poco avrei scoperto la rarità del volume originale, il suo costo esorbitante e le inconfutabili qualità del suo Autore!
De Motu Animalium: Avevo fatto la conoscenza dell’esimio Prof. Giovanni Alfonso Borelli!
Era l’uomo, il genio del XVII secolo, che cercò di spiegare il movimento del corpo animale basandosi su principi meccanici, tentando di estendere all’ambito biologico il metodo di analisi geometrico-matematico elaborato da Galileo in ambito meccanico e per il quale si guadagnò il titolo di “Padre della iatromeccanica”.
pertanto,
Il Matematico che “inventò” la Biomeccanica dettando le basi della Chinesiologia
in altre parole,
Considerato il fondatore della Fisiologia muscolare su basi meccanicistiche, Borelli, dedicò la sua vita parallelamente alle esperienze di Matematica e Fisica. Si occupò di Anatomia e, soprattutto, di Fisiologia. Tali esperienze gli saranno di estremo aiuto per l’elaborazione del De Motu Animalium, soprattutto, grazie all’applicazione del metodo sperimentale.
Il suo intento principale era quello di abbandonare l’empirismo cieco al fine di porre le basi della Medicina moderna e del nuovo movimento che diede vita alla Scuola Iatromatematica,[15] divenuta poi iatromeccanica, che postulava l’applicazione delle leggi fisiche per l’interpretazione di particolari fenomeni.
per concludere,
Il De Motu Animalium
in altri termini,
Il De Motu Animalium è l’ultimo grande contributo fornito da Borelli per la conoscenza scientifica poiché, mentre lavorava su quest’opera, fu colpito da una probabile polmonite che lo portò alla morte il 31 dicembre 1679.[20]
Poco prima di morire, Borelli raccomandò a B. Carlo Giovanni di Gesù la pubblicazione postuma del De Motu Animalium.
L’edizione completa del De Motu Animalium porta la data: Romae idibus Augusti 1680.
Ritengo che, a parte il manoscritto redatto in latino, l’impostazione della Fisiologia mio-fasciale è attuale e fornisce la Luce a chi si occupa di studiare la Chinesiologia e la vita.
Saperi
La meccanica e la neurofisiologia muscolare descritta da Per validità di impostazione e rigore metodologico sperimentale, Borelli è compatibile con le teorie di William Harvey.
Borelli aveva esaminato attentamente con un serio ragionamento e con dimostrazione matematica il fenomeno del movimento, aveva concepito il pensiero che i fenomeni della vita si sintetizzano nel movimento e definì che i movimenti non possono sottrarsi alle leggi della meccanica: interpreta il corpo umano come una macchina che agisce ed opera in forza di leggi ben definite.
per cui,
De Motu Animalium: I muscoli
pertanto,
Per la precisione, il De Motu Animalium si divide in due parti.
Nella prima parte, Borelli si sofferma sulla macroscopia dei muscoli e sullo studio meccanico del loro funzionamento, il motus externis.
Nella seconda parte dell’opera, afferma, per inciso, che è l’anima la causa effettiva dei movimenti animali.
I muscoli sono gli organi del movimento, cioè i sistemi per mezzo delle quali la facoltà motrice dell’anima mette in movimento le articolazioni e le varie parti dell’animale.
Borelli, quindi, affermava che i muscoli sono formati da tendini, carne, vene, arterie e nervi.
Dentro una membrana sono contenuti più fasci dalla forma di prismi triangolari, quadrangolari, esagonali.
Ogni fascio è costituito da fibrille tenute insieme da una sostanza gelatinosa.
conseguentemente,
Borelli studia, sulla base di concetti meccanici, i movimenti delle articolazioni quantificandone la forza e la resistenza dei muscoli.
di conseguenza,
Considerava l’importanza del punto di inserzione del muscolo e calcola la potenza motrice che può esercitare.
Occupandosi della posizione statica, Borelli ebbe il merito di aver individuato, in corrispondenza dell’Osso iliaco, il centro di massa dell’uomo.
Studiando la postura statica, Borelli asseriva che le ossa dell’uomo funzionano come leve, le quali, per il fatto di essere collegate le une alle altre, formano delle colonne in grado di mantenere in equilibrio il peso del corpo, senza l’intervento dei muscoli, fino a quando, però, il centro di massa cade dentro la base d’appoggio.
Borelli dimostrò che la contrazione muscolare è sotto l’influenza del sistema nervoso prospettando le modalità della trasmissione dell’eccitamento nervoso.
Concludeva la prima parte occupandosi della deambulazione dell’uomo, dell’andatura del quadrupede, della tecnica del salto e particolarmente del volo degli uccelli e del nuoto dei pesci.
Nella seconda parte dell’opera, il Borelli prendeva in considerazione:
La Causa effettiva del movimento muscolare; la Circolazione del sangue; la Meccanica cardiaca.
perciò,
Il movimento muscolare nel De Motu Animalium
quindi,
Secondo Borelli la causa primitiva del movimento degli animali è l’anima.
Pertanto, affermava che, con la morte dell’animale, l’anima non è più operante e l’organismo resta inerte e immobile.
Le sue idee erano incentrate nel pensare la vita relazionale come subordinata a quella psichica. Indicava un processo specifico che trasforma l’atto mentale in volontà e, successivamente, in movimento [28].
Per chiarire questo processo meccanico specifico, richiama Aristotele: mette in evidenza l’anima in similitudine con lo spirito.
per concludere,
I muscoli secondo la visione filosofica di Giovanni Borelli
in definitiva,
I muscoli, secondo la sua visione filosofica, sono macchine che, per assolvere la loro funzione, hanno bisogno di un mezzo originante dalla facoltà locomotrice dell’anima, raggiunge il muscolo attraverso i nervi, comanda la capacità di contrazione e di rilassamento.
Dimostra, con semplici esperimenti, che tagliando trasversalmente un muscolo, questo perde la facoltà di contrarsi, mentre l’articolazione rimane mobile: il muscolo agisce come un braccio di leva applicato sull’articolazione e, il movimento, non è legato all’articolazione stessa.[29]
in poche parole,
Giovanni Borelli spiega la teoria ippocratica
per finire,
Successivamente, confuta ogni ipotesi sul movimento muscolare, dimostrando con argomentazioni sperimentali la loro insostenibilità:
Il movimento muscolare è dato da una naturale facoltà incorporea.
La contrazione avviene per la violenza del sangue spinto nel cuore.
Il gesto motorio, perciò, dipende da umori (teoria umorale di Ippocrate di Coo) o del sangue che penetra nelle porosità dei muscoli.
quindi,
La circolazione del sangue nel De Motu Animalium
pertanto,
Occupandosi del movimento del sangue, perciò, Borelli osserva che il cuore non agisce con continuità. Ciò, sebbene il sangue circoli continuamente nel corpo dell’animale senza pause tra una pulsazione e l’altra.
Borelli osserva che il sangue non può passare direttamente dalle arterie nelle venule perché non ci sono anastomosi e anche perché l’impulso cardiaco a quel livello è molto debole.
Escogita, poi, un spiegazione meccanica: il sangue passa dalle arterie nelle vene allo stesso modo con cui le spugne, i filtri e le corde si imbevono quando sono immersi in acqua.
Il ritorno venoso al cuore, quindi, è possibile grazie all’azione delle fibre circolari delle vene, all’azione di compressione dei muscoli e alla presenza di valvole venose che impediscono il reflusso.[30]
in poche parole,
La meccanica del cuore secondo il De Motu Animalium
in altri termini,
Borelli, affermava che il cuore può espellere il sangue durante la sistole, poiché le fibre cardiache esplicano la loro azione, non accorciandosi ma resistendo alla dilatazione ed esattamente come già aveva fatto con altri muscoli, calcola la forza che il muscolo cardiaco esercita durante la contrazione: ricorrendo a degli artifici, considera nell’impostazione del lavoro sia la velocità che la massa di sangue in movimento e conclude che questa forza è equivalente a 3000 libbre, meritando (a prescindere dall’esattezza dei risultati) di essere considerato il “Padre della moderna Fisiologia Umana”.
Il Borelli sosteneva che, la causa della contrazione cardiaca, anche se non è soggetta all’azione della volontà, avviene come tutti gli altri muscoli per la fermentatio e la ebullitio che si determina al momento del contatto tra il succo nervoso e il sangue.[31]
Non avendo conoscenza del funzionamento del sistema nervoso all’interno del cuore, Borelli fornisce una spiegazione dell’automatismo cardiaco e afferma che, all’inizio, gli stimoli vengono promossi dalla volontà, successivamente, diventano automatici, così come accade per altri movimenti (per esempio quello delle palpebre).[32]
Immagini usate nell’articolo:
inoltre,
Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=110780
https://www.gonnelli.it/it/asta-0011-1/borelli-giovanni-alfonso-de-motu-animalium-par.asp
inoltre, https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Alfonso_Borelli
https://www.gonnelli.it/it/asta-0011-1/borelli-giovanni-alfonso-de-motu-animalium—.asp
quindi, https://www.nlm.nih.gov/exhibition/horse/hor_borelli_mechanics2.html
https://www.milestone-books.de/pages/books/1738/giovanni-alfonso-borelli/de-motu-animalium-opus-posthumum
pertanto, http://castrumnovum.blogspot.com/2012/03/de-viris-illustribus-1.html
Bibliografia e note di riferimento
pertanto,
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- Questo testo proviene in parte dalla relativa voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze (home page), pubblicata sotto licenza Creative Commons CC-BY-3.0
- https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Alfonso_Borelli
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- (EN) John J. O’Connor e Edmund F. Robertson, Giovanni Alfonso Borelli, su MacTutor, University of St Andrews, Scotland.
- Borèlli, Giovanni Alfonso, in it – Enciclopedie on line, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011. URL consultato il 4 agosto 2014
quindi,
perciò,
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