Equilibrio e postura: effetti propriocettivi
Equilibrio e postura: analisi statica e dinamica – studio degli effetti propriocettivi
Medic@live, nota rivista di settore, dedica ben otto pagine al lavoro, svolto con dovizia di particolari, che porta la firma del Dott. Carmelo Giuffrida.
Le note di avvio recitano: “Percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio implica meccanismi fisiologici neurali che coinvolgono sia informazioni con componenti coscienti che inconsce. L’equilibrio può essere migliorato con specifico training somministrato in ambiente altamente specializzato”!
Nell’abstract di presentazione emerge come la capacità di comprendere (percepire) e distinguere (riconoscimento) la posizione del proprio corpo nello spazio condizioni la funzione motoria.
L’uomo è un essere vivente, specie attiva in grado di pensare, progettare e compiere il movimento come esito di una integrazione funzionale complessa che viene resa da un insieme di comparti neuro-anatomici come le aree corticali motorie, i gangli della base, il cervelletto.
Poiché diversi organi sono deputati al controllo dell’equilibrio, il sistema globale che ne consente la funzionalità si definisce “sistema integrato”. I fattori che condizionano l’equilibrio umano riguardano il campo fisico, biologico e psicologico.
Aspetti tonici e aspetti fasici della postura
Conseguentemente ad un gesto motorio, gli aggiustamenti posturali possono avvenire tanto in condizioni statiche (aspetti tonici) quanto in condizioni dinamiche (aspetti fasici). Essi debbono essere indagati sia in merito alle interferenze sensoriali (aspetti neuro-fisiologici), alle disorganizzazioni statiche e delle catene cinetiche muscolari, in rapporto agli svincoli artro-cinematici e alle coartazioni, senza trascurare gli aspetti psico-sociali ed emozionali.
Le metodologie di sviluppo implicano sia esercizi eseguiti in forma statica che dinamica in grado di favorire la padronanza e il controllo del corpo nell’esecuzione dei gesti motori, della forza muscolare, della velocità, delle capacità coordinative, ecc…
L’eminente Biologo, il Naturalista inglese Charles Darwin, nella sua opera cardine della storia scientifica, “L’origine delle specie”, affermava che “Gli organismi viventi sono in equilibrio con il loro
ambiente. Siccome l’ambiente cambia, debbono cambiare anch’essi, altrimenti sono condannati a scomparire”!
Sir Charles Scott Sherrington, nel 1906, invece, coniò il termine “propriocezione”: poneva le basi della moderna Neuro-Fisiologia. Il termine è formato dalle locuzioni “receptus” (atto del ricevere) e “propius” (da sé stesso), per definire il senso di percezione della posizione del corpo.
Equilibrio e Postura
Dalla “Propriocezione” si approda alla “Postura”!
Nel proprio “lavoro”, l’Autore fa emergere come la propriocezione è la capacità di comprendere (percepire) e distinguere (riconoscimento) la posizione del proprio corpo nello spazio.
Anche senza il rapporto della vista, la percezione dello stato di contrazione mio-fasciale assume importanza basilare per l’essere umano, in seno all’articolato meccanismo inerente al controllo dell’atto motorio.
Comprendendo i meccanismi fisiologici neurali, il concetto essenziale di propriocezione, nel corso del tempo, si è sviluppato e modificato.
Inoltre, il Prof. Carmelo Giuffrida, precisa che la maggior parte delle informazioni propriocettive, essendo demandate al controllo dell’elaborazione del progetto motorio e alla sua esecuzione, non raggiungono mai il livello di coscienza.
Equilibrio e Postura: componenti propriocettive
Tendenzialmente, si distinguono:
– una componente cosciente della propriocezione: le informazioni provenienti dalla propriocezione cosciente vengono trasmesse attraverso la colonna dorsale e spino-cervicale per facilitare le attività motorie più articolate e complesse. Clinicamente, persone che incespicano facilmente, nonostante presentino una deambulazione e una postura normale, possono mostrare una lesione al sistema della propriocezione cosciente;
– una componente incosciente della propriocezione: la propriocezione assume una funzione di rilevanza nella conservazione della postura eretta, nella stazione seduta e nella coordinazione delle attività motorie più semplici.
Sul piano clinico, le alterazioni della propriocezione incosciente determinano deficit posturali o i sintomi dell’atassia.
La propriocezione è basata su due varietà differenti di sensazione:
1. la cinestesia o movimento articolare: il riconoscimento cosciente dei movimenti corporei;
2. la sensazione articolare: l’individuazione cosciente dell’orientamento e della posizione delle differenti parti del corpo.
Propriocezione, Equilibrio e Postura: dal pensiero alla progettazione e alla esecuzione del movimento!
La funzione motoria documenta che l’uomo è un essere vivente, specie attiva in grado di pensare, progettare e compiere il movimento. E’ l’esito di una integrazione funzionale complessa che viene resa da un insieme di comparti neuro-anatomici come le aree corticali motorie, i gangli della base, il cervelletto.
L’allineamento evolutivo e adattativo tra scatola cranica e i segmenti corporei per la relazione spaziale in risposta all’ambiente circostante coincide con la postura.
Una insufficienza del sistema vestibolare, particolarmente quando si manifesta una sensibilità asimmetrica dei canali semicircolari, delle disfunzioni della regolare attività visiva o dei disturbi del riflesso vestibolo-oculare, del nistagmo indotto dal vestibolo, determina forti relazioni con le inefficienze dell’equilibrio.
Una valutazione dell’otolito sensibile alla gravità induce a porre in correlazione l’asimmetria vestibolare con la scoliosi idiopatica. E, inconfutabilmente, disturbi propriocettivi trovano correlazioni a scoliosi importanti.
Controllo della postura e coordinazione dinamica muscolare
Il controllo posturale e la coordinazione dinamica muscolare avvengono:
– per effetto dell’integrazione centrale delle afferenze sensoriali, labirintiche, somatiche e visive con le afferenze cerebellari;
– per mezzo delle vie piramidali ed extra-piramidali;
– attraverso un forte legame tra la propriocettività e l’equilibrio. Prolungate immobilizzazioni articolari, stati infiammatori a carico delle strutture capsulo-legamentose, atteggiamenti e vizi posturali possono alterare la funzionalità recettoriale. In pratica, generano notevoli alterazioni dei riflessi posturali e dell’instabilità funzionale.
Il sistema propriocettivo ha il compito di ricevere, tramite i meccanocettori e specifici recettori articolari, informazioni. Quindi, queste, trasmesse tramite le fibre nervose e integrate mediante il midollo spinale e la corteccia cerebrale, afferiscono dalle aree periferiche.
Il ruolo svolto è quello di coordinare i movimenti, garantire una precisa percezione spaziale, fornire informazioni sia a livello cosciente (posizione e movimento in atto) che a livello inconscio, in relazione allo stimolo dei circuiti riflessi spinali (sensazione cinestesica) nella consapevolezza dei rapporti istituiti tra i vari segmenti a riposo (sensazione posturale).
Una qualità fisica complessa di tipo percettivo-motorio: equilibrio e postura!
L’equilibrio è una qualità fisica complessa di tipo percettivo-motorio che implica diversi sistemi interconnessi che ricevono stimoli dalla periferia e li trasmettono al centro:
– raccolta ed elaborazione (cervello);
– integrazione;
– modulazione (cervelletto);
– ri-trasmissione (sistema extra-piramidale) agli organi periferici per il controllo della postura indispensabile per ogni movimento.
In effetti, gli stimoli percepiti dai recettori periferici sono di ordine:
– visivo;
– labirintico;
– somato-sensoriale (importanza particolare dei propriocettori mio-fasciali e articolari).
L’essere umano, negli ultimi milioni di anni, ha affinato la capacità di lettura dell’ambiente. Confrontandone lo stato dei dati afferenti determinati dal movimento anche nel cervello viscerale o enterico, li recepisce per mezzo della branca somatica del Sistema Nervoso Periferico. Successivamente, elaborato nello strato limbico del cervello, vero e proprio punto di approdo delle emozioni e degli stimoli ambientati, si correla alle strategie viscerali e mio-fasciali, restituendo il movimento.
Nervo vago, equilibrio e postura
Il “regolatore” delle afferenze ambientali è collocato nella parte dorsale del tronco encefalico: il nervo vago.
È a questo nervo cranico che, in pratica, viene affidata:
– la regolazione cardio-polmonare (attivazione-inibizione, associazione-dissociazione, modulazione del battito cardiaco e dell’atto respiratorio);
– il set-up del tono motorio automatico e la regolazione dei movimenti fasici indispensabili alla verticalizzazione spaziale (definita impropriamente “PROPRIOCEZIONE”);
– la sincinesia pendolare e le compensazioni oscillatorie che caratterizzano il processo della locomozione.
Pertanto, il programma motorio di un’azione si formula nei centri corticali superiori. Osserva una gerarchia Top-Down sovrastando con la “volontà” il sistema soccombente Bottom-Up Cinestesico e influenza l’assetto superiore cortico-centrale. In tali sistemi si interpretano e si attribuiscono significati. Inoltre, si interferisce attraverso il processo della programmazione del gesto motorio relativo all’azione da compiere e, di conseguenza, alla sua esecuzione.
Per mezzo della neocorteccia, il processo predittivo, insieme alla memoria procedurale ed emotiva, consente di velocizzare scelte decisive ed esecutive dell’atto motorio. Ciò, in termini di orientamento, direzionalità e prestatività-attentiva derivante dal talamo e, quindi, dal Sistema Nervoso Centrale.
I sistemi integrati costituenti il corpo umano debbono sincronizzarsi con equilibrio e postura!
In realtà, l’auspicabile sincronia dei sistemi può essere ricercata tramite esercizi pratici e regolatori del Sistema Nervoso Volontario. Questi connettono l’equilibrio corporeo alle capacità attentive somministrate tramite attività distraenti. Esse possono essere somministrate su superficie instabili mentre si coordina il movimento anti-gravitario al controllo del tetra-ritmo respiratorio (unica funzione influenzabile dalla volontà) in cui coscienza e inconscio si incontrano. In conclusione, nella pratica quotidiana possono essere regolati, ottimizzati fisiologicamente e misurati bio-chimicamente e bio-meccanicamente.
Attraverso stimoli ippocampici che forniscono una memoria del lavoro, il metodo operativo di somministrazione degli esercizi, viene definito da un “principio di simulazione” e da un “principio di interferenza”. Insieme, consentono di riorganizzare e di fornire un’armonica sincronizzazione del sistema autonomico con quello somatico attivando un “cortex re-play” capace di codificare i nuovi pattern (motori, comportamentali, cognitivi, autoregolativi e di autocontrollo, educativi, di problem solving, […]) appresi intellettivamente.
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Postura, equilibrio e propriocezione
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