Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare: il Metodo Kabat
Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare (Proprioceptive Neuromuscolar Facilitation)
Prof. Carmelo Giuffrida
Tra il 1940 e il 1965, Kabat, Margareth Knott e Dorothy Voss, svilupparono il concetto di Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare (PNF). Il loro concetto, proposto in modo definitivo nel 1956, si è evoluto nel tempo. Ancora oggi, si continua ad evolvere per effetto di continue ricerche nel campo della Neuro-fisio-patologia, dell’analisi del gesto motorio, della didattica connessa all’apprendimento motorio.
L’evidence based practice oggi necessita di costanti conferme del mondo scientifico. Sherrington, Pavlov, Gellhorn, Gsell non mancarono di fare osservazioni sul gesto motorio atletico durante lo stesso periodo.
In quegli anni l’obiettivo era quello di migliorare le capacità motorie negli esiti della poliomielite.
I principi di facilitazione e di trattamento, le tecniche specifiche, gli approcci, consentono di valutare e trattare i soggetti in fase cronica e stabilizzata, da riatletizzare.
Il contributo della Medicina dello Sport, della Reumatologia, della Traumatologia, dell’Ortopedia, della Pediatria, della Geriatria, della Neurologia, della Fisiatria, … è indiscutibile!
Certamente, la stimolazione del sistema neuro-muscolare consente di ottenere un cambiamento dello stato di efficienza del soggetto che richiede il miglioramento della propria performance funzionale e prestativa. Tutti oggi pretendono una migliore qualità della vita!
Il Metodo Kabat e la Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare: ruolo del movimento nella propriocezione

Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare – Metodo Kabat – Propriocezione con ginnastica propriocettiva in ortostatismo instabile – Repertorio Laboratorio Prof. Carmelo Giuffrida-Catania
Il “Metodo Kabat” prevede la facilitazione dell’atto motorio. Quindi serve a rendere il movimento più coordinato, più forte e più stabile, più preciso, … Per farlo occorre programmare e adattare il compito o la situazione in cui si svolge l’attività.
La facilitazione ha l’obiettivo di migliorare la risposta motoria sfruttando la stimolazione dei recettori del sistema neuro-muscolare. Chiama, perciò, in causa innervazioni, muscoli ed, essenzialmente, il cervello. Pertanto, vengono reclutati tutti i propriocettori del corpo come i recettori muscolari, tendinei e articolari, e gli esterocettori come i barocettori, i recettori cutanei, visivi, uditivi e vestibolari.
Metodo Kabat e Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare:
Sistema Nervoso Periferico e Centrale collaborano per consentire il recupero del movimento!
Sistema Nervoso Periferico e Centrale cooperano per restituire un atto motorio o un’attività cosciente.
Il concetto di tecnica di trattamento propriocettivo impone tecniche specifiche per realizzare un approccio vario, ben pensato dall’Operatore con adattamenti ottimizzati e personalizzati alle esclusive necessità del suo assistito. È un concetto dinamico, che si evolve in continuazione e che non può ignorare gli esiti di lavori scientifici che riguardano anche patologie di diversa natura. Per essere esatti, l’uso di tecniche di propriocezione si usano per riatletizzare dopo l’infortunio sportivo ma, anche, nel trattamento del Morbo di Parkinson e nei Parkinsonismi, nel trattamento del “mal di schiena”, nelle disfunzioni articolari.
Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare:
indispensabili informazioni somatosensoriali, uditive e visive, propriocettive!

Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare – Metodo Kabat – Propriocezione con ginnastica propriocettiva – Repertorio Laboratorio Prof. Carmelo Giuffrida-Catania
Sir Charles Sherrington nel 1947 dimostrò che il cervello non conosce parti isolate e Beevor confermò che il cervello non conosce i muscoli ma il movimento. Oggi sappiamo per certo, dalla neuroplasticità, che ogni gesto eseguito da un essere umano utilizza una strategia per risolvere un problema in uno specifico ambiente. Ogni atto motorio è orientato verso un compito da svolgere come vestirsi, salire su un albero, scendere le scale, afferrare un oggetto, …
Esiste una interazione tra individuo, compito da svolgere e ambiente in cui si trova immerso il corpo umano. Per pianificare un compito diventano indispensabili informazioni somatosensoriali, uditive e visive, propriocettive.
Nella prima fase del gesto motorio assumono tono predominante le informazioni visive. La realizzazione del movimento vede, invece, la prevalenza di informazioni propriocettive.
Il feedback che ne scaturisce consente di pianificare il movimento, di adattarlo all’ambiente e ricevere una risposta con la garanzia di una adeguata destrezza.
Conoscere e comprendere il funzionamento del corpo e dei sistemi di controllo per usare la
Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare
Bernstein nel 1967 sottolineò l’importanza di conoscere e comprendere il funzionamento del corpo e dei sistemi di controllo considerando l’essere umano come una unità funzionale biomeccanica e muscolare in grado di interagire con l’ambiente.
La coordinazione di un movimento umano implica il riconoscimento della stabilità e il controllo dei movimenti integrati. I muscoli lavorano in sinergia per risolvere il problema del controllo posturale e della locomozione.
Sinteticamente, un movimento risulta fluido e ben coordinato solamente se il cervello riceve abbastanza quantità di informazioni afferenziali.
La presenza di una patologia impedisce al cervello di ricevere, elaborare e adeguare le risposte. Pertanto, si necessita di opportuni interventi specialistici per consentire il riapprendimento del compito carente.
Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare: risposte appropriate per funzionalizzare il corpo umano.
Il concetto di PNF contiene tutti gli strumenti utili per stimolare la persona e ricevere le risposte appropriate per funzionalizzare il corpo umano.
Ogni movimento è tridimensionale e si svolge nel corso del tempo divenendo quadridimensionale. Ogni azione comporta movimenti maggiori, come la flessione o l’estensione, l’adduzione o l’abduzione, l’intra-rotazione o l’extra-rotazione. Sicuramente, la rotazione assume importanza primaria in quanto consente la realizzazione di movimenti armonici e coordinati. Quindi, a seconda delle necessità del momento, il movimento può sfruttare tali azioni separatamente o in combinazione. In realtà, il gesto motorio segue le diagonali del corpo umano su cui l’essere umano sviluppa la massima espressione di forza, in accordo con le leggi della bio-dinamica.
È opportuno che il movimento risulti sempre economico e coordinato restituendo il miglior esito motorio con il minor dispendio energetico.
Per ottenere ciò, movimenti e attività specifiche devono essere apprese in posizioni diverse e sotto diversi aspetti e condizioni, incrementando sempre più il grado di difficoltà esecutivo e stimolandone la risposta esatta anche con situazioni distraenti.
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Bibliografia di riferimento sulla Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare
Knot M, Voss DE (1956) – Proprioceptive Neuromuscular Facilitation–patterns and techniques – A Hoeber-Harper Book, USA.
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