La Postura corretta e la Biomeccanica
La Postura corretta e la Biomeccanica
Prof. Carmelo Giuffrida
Negli ultimi venti anni si è assistito ad un’imponente operazione di razionalizzazione di tutto il sistema metodologico volto alla sempre migliore conoscenza della Biomeccanica che, insieme alla fornitura di specifiche nuove strumentazioni ad alta tecnologia, ha richiesto l’elevazione della professionalità degli operatori del settore, sia nell’ambito clinico-ortopedico e neurologico, che dell’ergonomia, della cultura fisica, degli sports, della rieducazione motoria e funzionale, dello studio del la Postura corretta e della disciplina che costituisce l’intera Posturologia.
Il laboratorio di Biomeccanica rappresenta una irrinunciabile fonte di informazioni per affrontare serenamente, con estrema serietà scientifica, il programma operativo del caso in esame.
L’oggetto dello studio, è l’uomo; il fenomeno da studiare è l’atto motorio, in particolare la “postura”.
Il nostro obiettivo è il razionale possedimento del fenomeno, fino al punto di poterlo controllare ed, eventualmente, governare a nostra discrezione.
Il procedimento scientifico prevede una fase di osservazione del fenomeno che deve coincidere con l’operazione di verifica di una teoria, preceduta da un’elaborazione ipotetico-induttiva.
La postura corretta e le sollecitazioni funzionali: condizioni !
Esistono dei sistemi di controllo che permettono di diminuire i carichi sul rachide se opportunamente sfruttati dall’individuo. Ciò consente di ottenere la postura corretta:
1) Sistema pneumico toraco-addominale: induce una pressione antero-posteriore che riduce i carichi sulla colonna. La pressione endo-addominale però aumenta durante la flessione del rachide lombare sino ad un valore massimo raggiunto con il sollevamento di un peso di circa 25-30 kg. e non può quindi fornire ulteriore sostegno a carichi più elevati.
2) Modulo lombo-pelvico: è possibile ridurre i carichi sul tratto lombo-sacrale utilizzando le possibilità cinetiche dell’articolazione coxo femorale.
3) Angolo lombo-sacrale: l’angolo sacrale fisiologico dev’essere di 32°. Una variazione di soli 10° dell’angolo lombo-sacrale modifica la componente tangenziale delle forze. Va tenuto presente che la mobilità articolare lombo-sacrale è limitata perché oltre un certo limite si ha incongruenza delle faccette articolari fra L5 ed il sacro (Weiss E.B.: ” Sollecitazione alla giunzione lombo-sacrale”. La colonna lombare Ortopedia clinica. Vol. 2, n. 3, Il Pensiero Scientifico Ed. Roma, 1977); (Bernard Bricot: “La riprogrammazione posturale globale”. Ed. Sauramps medical 1996).
La Postura corretta: riflessioni ontogenetiche
La postura corretta può essere mantenuta a lungo senza fatica e senza dolore e, ad essa, devono corrispondere, sul piano sagittale, le tre curvature fisiologiche costituitesi quando il necantropus robustus divenne homo erectus.
In cifosi si ha sovraccarico sia della colonna anteriore disco-somatica sia della parte anteriore delle faccette articolari: in questa zona possono prodursi osteofiti ed usure disco-articolari.
L’iperlordosi cervicale e l’iperlordosi lombare sono alla base di condizioni in cui si verifica sovraccarico delle faccette articolari posteriori con neocontatto fra le apofisi spinose.
Le articolazioni, le lamine, la parte posteriore del disco sono più soggette ad usure.
Il sovraccarico cinetico è condizionato da sollecitazioni di notevole entità con ristretti margini di sicurezza a cui conseguono, a seconda dei casi, degenerazioni articolari, patologie discali, patologie istmiche (Fineschi G., Lorini G., Vitelli R.: “Ripartizione delle sollecitazioni meccaniche nei sistema osteo-muscolo-tendineo con riferimento al gesto atletico”. Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia, suppl. 64° Congresso SIOT, Roma, 1979).
I movimenti propri di ciascun distretto del rachide sono collegati alla forma ed all’orientamento delle faccette articolari posteriori.
Esistono zone a grande mobilità come fra atlante ed epistrofeo ove prevale la rotazione e fra C4-C6 ed L4-S1 ove prevale la flesso-estensione.
Il tratto toracico è più rigido soprattutto nella zona di transizione dorso-lombare.
La Postura corretta e le forze
Nelle attività quotidiane la colonna viene sottoposta a forze distinte in:
forze di compressione:
assorbite soprattutto dalla porzione anteriore della colonna.
forze di torsione:
agiscono sulle articolazioni posteriori e particolarmente a livello delle articolazioni uncovertebrali nel rachide cervicale ed a livello delle faccette articolari, della parte laterale del disco nella colonna dorso-lombare con possibili fenomeni degenerativi sino ad instabilità segmentaria.
forze di tensione e di taglio:
generate soprattutto da movimenti di flesso-estensione.
La flessione, unita a movimenti rotatori, aumenta del 400% la pressione idrostatica del nucleo polposo del disco intervertebrale lombare rispetto alla pressione misurata in ortostasi. Pertanto, la semplice flessione in avanti la aumenta del 100% .
Può prodursi un’ernia discale se il complesso disco-vertebrale è sottoposto ad elevati valori di compressione o se a minori valori di compressione si associano rilevanti forze di taglio.
Generalmente queste sollecitazioni sono assorbite in toto dalla messa in tensione delle fibre dell’anulus ma alla lunga le forze di taglio risultano notevolmente più nocive.
Sopra T7 e sotto L3 il vettore rappresentante le forze statiche di taglio è diretto obliquamente in basso ed in avanti e si applica soprattutto alle articolazioni interapofisarie posteriori che lavorano in compressione con la possibilità di degenerazione artrosica.
Tra T7 ed L3 il vettore è diretto obliquamente in basso ed indietro con tendenza a decoaptare le faccette delle articolazioni posteriori .
Ne può risultare una instabilità segmentaria che può portare ad alterazioni della meccanica del tripode articolare: la messa in tensione passiva delle formazioni capsulo-legamentose e muscolari è responsabile, alla lunga, di dolori irradiati(Teyssander M.J., Radaelli E.: “Efforts et contraintes de cisaillement subis par le rachis “. La Riabilitazione, Vol. 15, n. 1, 1982, pag. 9).
La Postura corretta e le forze della Biomeccanica
Le forze dinamiche di taglio si aggiungono alle statiche. Soprattutto nella componente rotatoria e di latero-flessione, favoriscono la degenerazione del complesso disco-somatico sino alla rottura delle fibre dell’anulus con fissurazione radiale che precede la costituzione dell’ernia discale. A livello lombare, l’asse meccanico di rotazione, comune alle due articolazioni posteriori, non si identifica con quello dell’articolazione disco-somatica. Nei movimenti rotatori, le faccette articolari non scivolano armoniosamente le une sulle altre, ma tendono a perdere congruenza, quindi, un movimento mal controllato, può irritare gli elementi capsulo-legamentosi che sono notevolmente innervati, producendo lombalgie di origine non discale (Kapandji I.A.: ” Fisiologia articolare “. Marrapese Ed. Roma, Vol. III, 1977, pag. 86).
La Postura e le vertebre!
Alcuni segmenti risultano più sollecitati di altri a livello di D12 (vertebra di transizione toraco-lombare) ed alla sommità della cifosi discale (T7).
D12 presenta faccette articolari inferiori di tipo lombare (orientate sul piano sagittale) e superiori di tipo toracico (cioè orientate sul piano frontale) cui conseguono movimenti di tipo differente.
L’articolazione T7–T8 rappresenta una funzione di guida in quanto, le vertebre sovrastanti, eseguono una rotazione in un senso e le vertebre sottostanti una rotazione in senso opposto.
L’ampiezza di tali movimenti, massima in prossimità di T7-T8, va gradualmente riducendosi negli altri segmenti.
Spesso è rilevabile una ipomobilità di L5 con conseguente ipermobilità di L4, giustificabile con una relativa frequenza di vizi di differenziazioni di L5.
Ovviamente le forze di taglio e di compressione sono tanto più importanti quanto più è bassa l’unità funzionale considerata e quanto più pesante è la parte del corpo sovrastante.
Vi sono fattori che accentuano l’entità dei carichi facilitando l’insorgenza di patologie.
La Postura corretta secondo la Biomeccanica: Si distinguono cause predisponenti intrinseche ed estrinseche!
Biomeccanica – Cause intrinseche:
Le iperlordosi, le scoliosi e le cifosi provocano sovraccarichi selettivi.
Il dorso piatto può invece causare una distorsione vertebrale cronica in iperflessione del rachide cervicale.
Le anomalie congenite : le sinostosi, anomalie transizionali, le spondilolisi, le spondilolistesi, le aplasie articolari possono indurre un sovraccarico delle articolazioni vicine e creare una patologia da neoarticolazione come nel caso di neocontatti fra una apofisi trasversa e la cresta iliaca o l’ala sacrale.
Biomeccanica – Cause estrinseche:
Allenamento scorretto, attrezzature non idonee, rigidità articolari coxo-femorali, traumatismi unici se associati a notevole energia cinetica o ripetuti con sovraccarico cronico per fenomeni di sommazione.
Quindi, una eterometria degli arti inferiori, con conseguente flessione laterale della colonna, può produrre un sovraccarico in compressione dal lato della concavità e sovradistensione capsulo-legamentosa dal lato della convessità con stiramento dei gruppi muscolari corrispondenti (in particolare, tensore della fascia lata, medio gluteo e quadrato dei lombi) (Ascani E., Salsano G., Giglio G.C.: “Le lombalgie posturali da causa extra-vertebrale”. Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia, suppl. Vol. X, Fasc. 2, 1984, pag. 95).
Pertanto, personalmente, ritengo che sarebbe consigliabile sorvegliare e correggere tutte le alterazioni della statica durante l’accrescimento.
In particolare, la postura corretta esiste se esiste il controllo globale di tutto il sistema mio-fasciale che costituisce l’apparato locomotore!
Estratto da : Tesi di laurea in Scienze motorie e sportive (cl.33) di Carmelo Giuffrida – IUSM -Roma 2001
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