La Scoliosi: Valutazioni Chinesiologiche e Applicazione del piano di trattamento
La Scoliosi: Intervista al Prof. Dott. Carmelo Giuffrida sulla ginnastica correttiva!
Professore, molte persone pensano che la “ginnastica correttiva” sia solo un movimento somministrabile da chiunque e alla portata di tutti gli improvvisati “operatori”.
Effettivamente è così?

Studio di modelli vertebrali per la localizzazione di esercizi e correzione della scoliosi – Repertorio Laboratorio di Chinesiologia Rieducativa – Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
Spesso il termine “Ginnastica correttiva” viene elencato tra le attività di improvvisate palestre a danno degli utenti e della loro salute.
La ginnastica posturale non agisce solo sul corpo. Il muscolo funziona se il sistema nervoso trasmette ciò che la psiche ha “programmato” in forza di un’esigenza, determinando una continuità fra attività psichica e attività fisica attraverso l’attività motoria.
Il movimento finalizzato (educativo, preventivo, adattato, per normodotati o per disabili, ecc.) non è basato solo su meccanismi muscolo-articolari. Ma è una “attività motoria” che produce l’apprendimento. Pertanto, ne deriva il perfezionamento del movimento attraverso l’attività percettiva, la scoperta e l’organizzazione degli stimoli mediante una attività di pensiero che razionalizza il movimento.
L’“acquisizione delle azioni” contraddistingue l’attività cosciente e trasforma la ginnastica in “compito”.
L’erogazione del “movimento funzionale”, non si limita al risultato osservabile esteriormente ma si estende al processo che produce il risultato.
La ginnastica correttiva non si può improvvisare.
La scoliosi deve essere trattata con competenza e con professionalità.

Intervista sulla efficacia di esercizi e correzione della scoliosi – Repertorio Laboratorio di Chinesiologia Rieducativa – Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
Il Dottore in Scienze Motorie non “insegna meccanicamente un movimento”. Deve insegnarlo nel contesto del contenuto dell’azione, in un processo di collegamenti fra sintesi afferenti e convergenze efferenti.
Il soggetto non deve reagire passivamente alle informazioni in ingresso ma deve creare intenzioni, formare piani motori e programmare le sue azioni. Esaltando l’esecuzione e regolando il comportamento motorio conformemente ai piani e ai programmi, verifica la sua azione cosciente. In realtà confronta gli effetti della sua azione con le intenzioni originarie e corregge ogni errore fatto nell’esecuzione del gesto motorio.
Quest’azione si compendia in una ricchezza operativa che, nella combinazione meccanico-formale, consente un minimo dispendio energetico con un massimo rendimento del pensiero risolutivo. Il compito che richiede quella data azione acquisirà particolarità qualitative e di coscienza in funzione delle sensazioni, della sensitività, delle forme di percezione e di rappresentazione.
Quindi, è necessaria una formazione universitaria per somministrare il “movimento corretto”?
Il trinomio psiche-sistema nervoso-apparato meccanico è indivisibile dalla professionalità del Dottore in Scienze Motorie che interagisce per l’integrazione della persona, abile o disabile, di riapprendere e ricostruire le funzioni e le attività motorie.
Comisso, Baumann, Ciammaroni, Pivetta, Muzzarelli, “inventarono” la ginnastica utilitaristica, la ginnastica culturista, la ginnastica correttiva! Seguirono, poi, la ginnastica respiratoria, la ginnastica preventiva, la ginnastica medica, la ginnastica psicomotoria. Specificarono e definirono il paramorfismo, il para-dismorfismo, la postura, la rieducazione, ecc…
Erano coadiuvati dalla cultura di studiosi, Medici del movimento, come Delitala, Descovich, De Toni, Putti, Graziadei, Sorrentino, Tatafiore, Virno, Cavelli, Sibilla, Negrini, ecc…
Lei è considerato uno dei maggiori esperti della ginnastica correttiva e sull’argomento; è un veterano tra i più anziani del “mestiere” in Italia.
Preciso che questa considerazione che mi classifica tra i maggiori esperti del nostro Paese sull’argomento della ginnastica correttiva scaturisce da quasi 40 anni passati nell’ambiente.
Cominciai a studiare “Ginnastica correttiva” quando ero studente all’ISEF. Il mio Docente era considerato tra i maggiori Autori della materia. Fui tra i pochissimi a ottenere la lode all’impegnativo esame universitario. E da allora mi appassionai al punto che la Ginnastica Correttiva divenne una parte essenziale del mio lavoro quotidiano.
Ancora oggi, non perdo occasione per discutere sui contenuti tecnici della ginnastica posturale.
La ginnastica correttiva è l’osso duro della Chinesiologia: o si ama o si esclude totalmente dal proprio ambito lavorativo.
Non tutti sanno somministrare esercizi validi e finalizzati.
Razionalizzare un gesto motorio per ottenere il vantaggio della compensazione non è alla portata di tutti. Non sempre la ginnastica correttiva può correggere se dietro alla somministrazione non c’è il Professionista che sa farlo!
Ci può raccontare la verità sulla storia che ha caratterizzato la rieducazione delle scoliosi e della colonna vertebrale nella nostra Nazione?

Esercizio di retroversione di bacino e contestuale correzione della scoliosi – Repertorio Laboratorio di Chinesiologia Rieducativa – Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
In Italia, ad esclusione dei “vecchi della Farnesina” non c’era nessuna categoria di specialisti che si interessava di movimento e di motricità (sotto ogni punto di vista).
Poi, dopo l’AN.E.F. (Accademia Nazionale Educazione Fisica), dagli anni ’50, i diplomati degli I.S.E.F. (Istituto Superiore di Educazione Fisica di grado Universitario) “curavano” tutte le persone e tutti i tipi di handicaps.
In seguito, dagli anni ’70, per inserire nel mondo del lavoro altre categorie professionali che si dovevano inserire nell’ambito delle varie attività motorie, l’esclusività dell’educatore fisico fu “saccheggiata”.
La motricità divenne un loro diritto acquisito per “usucapione” imputabile alla sola responsabilità dei “professori di ginnastica” che diedero l’impressione del totale disinteresse per il movimento clinico e razionale.
Enrile e Invernici, già nel 1968, affermarono, nel loro volume “I principi fondamentali dell’educazione fisica”, che “l’educazione fisica ha gli stessi fini dell’educazione generale, cioè tende a sviluppare le facoltà morali, intellettuali e fisiche, favorendo un processo di auto-informazione volto alla conquista di una personalità armonica, completa, debitamente inseribile nella società”.
La rieducazione funzionale delle scoliosi è solo di tipo meccanico?

Lettura di radiografie per la correzione della scoliosi – Repertorio Laboratorio di Chinesiologia Rieducativa – Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
L’attività compensativa e di recupero funzionale va indirizzata alle insufficienze respiratorie dovute ad ipo-funzionalità dell’apparato respiratorio o a particolari forme della gabbia toracica. Inoltre, va indirizzata anche ai soggetti affetti da dimorfismi vertebrali con il fine compensativo di ricomporre gli equilibri osteo-mio-tendino-legamentosi seriamente compromessi ed evitare ulteriori peggioramenti.
Quali sono le azioni idonee da intraprendere nel trattamento di un soggetto con scoliosi?
L’azione di mobilizzazione-segmentaria o globale (da non confondere con la mobilizzazione manu-medica) determina il ripristino di una situazione fisiologica mio-fasciale danneggiata a seguito dell’ipocinesia o del cattivo impiego dell’atto motorio attraverso l’utilizzo dell’esercizio-terapia con il movimento guidato.
Nell’età della scuola primaria, tanto alla materna quanto alla elementare, il problema dell’attività motoria deve assumere un aspetto formativo. Serve una esatta impostazione delle funzioni profilattiche.
Ai fini di una prevenzione dei paramorfismi e di ogni sub-normalità psicomotoria con attenzioni rivolte a posture e ai dinamismi fondamentali diventa utile l’orientamento a una successiva educazione all’avviamento della pratica sportiva.
Quali sono i campi di azione dei laureati in Scienze Motorie?!

Misurazione di curva scoliotica su radiografie – Entità utile per la correzione della scoliosi – Repertorio Laboratorio di Chinesiologia Rieducativa – Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
I campi d’azione dei Dottori in Scienze Motorie sono infiniti in ogni ambito di espressione del movimento, compiuto sia dal soggetto normodotato che disabile, con espressione igienica, profilattica, rieducativa, abilitativa, ricreativa, sociale, sportiva, utilitaristica.
Le disarmonie motorie stato-cinetiche e correttive, si inquadrano nelle “disabilità riferite all’assetto corporeo” citate dall’Organizzazione Mondiale Sanità e inquadrate nelle “disabilità di destrezza o disabilità locomotorie”; richiamano i principi metodologici ai quali si ispira il moderno insegnamento delle Scienze Motorie nei paradismorfismi.
Quindi, spetta al Dottore in Scienze Motorie operare sulle scoliosi?!
Il Chinesiologo…, operatore Diplomato ISEF o Laureato in Scienze Motorie fornito di laurea magistrale con la specializzazione A.M.P.A. (Scienze e Tecniche delle attività motorie preventive e adattate), è in grado di agire, non con uno sfumato diritto ma, con un concreto consenso legislativo derivante dal suo titolo di studio, conferito da un Ateneo Universitario, secondo una legge dello Stato Italiano D.M. 155 del 16.3.2007.
L’oggetto e le attività della professione del “Dottore in Scienze Motorie”, detto anche “Chinesiologo (Studioso del Movimento)”, riguardano il movimento umano razionale attivo ad indirizzo educativo (scienze motorie e sportive nelle scuole).
Inoltre, persegue l’aspetto ricreativo (ginnastica con musica, animazione, giochi, ecc.) e sportivo (preparazione atletica, allenamenti, ecc.).
Detiene valenza preventiva (ginnastica posturale, di mantenimento, terza età, fitness, ecc.) e formativa (ginnastica per bambini, giovani, ecc.). Ha orientamento adattativo e compensativo nelle attività psicomotorie dell’uomo, comunque denominate e finalizzate, volte a qualsiasi altro scopo pertinente.
A questo Professionista si riconosce la competenza sull’uso dei mezzi tecnici costituiti da impianti, attrezzature e da quanto occorre nell’esercizio della libera professione.
Ma quali sono, allora, le competenze di un Dottore in Scienze Motorie: questa professione è diffusissima ma pochi conoscono bene questa figura professionale!
I laureati nei corsi di laurea magistrale forniscono, con ampi poteri decisionali e autonomia, adeguate tecniche motorie e consulenze tecniche per utilizzare avanzati strumenti culturali, metodologici e tecnico pratici, necessari per:
- la progettazione e l’attuazione di programmi di attività motorie finalizzati al raggiungimento, al recupero e al mantenimento delle migliori condizioni di benessere psicofisico per soggetti in varie fasce d’età e in diverse condizioni fisiche, con attenzione alle specificità di genere;
- l’organizzazione e la pianificazione di particolari attività e stili di vita utili per la prevenzione delle malattie ed il miglioramento della qualità della vita mediante l’esercizio fisico;
- la prevenzione dei vizi posturali e il recupero motorio post-riabilitativo finalizzato al mantenimento dell’efficienza fisica e, nel caso degli atleti, la riatletizzazione;
- la programmazione, il coordinamento e la valutazione di attività motorie adattate a persone diversamente abili o ad individui in condizioni di salute clinicamente controllate e stabilizzate.
Quindi, possono fornire Consulenze tecniche?!
Certamente, possono fornire consulenze:
- sulle modificazioni e sugli adattamenti funzionali derivanti dall’esercizio fisico;
- sui metodi di valutazione dello stato di efficienza fisica e di programmazione dell’esercizio, sia per soggetti sani che per individui disabili o con limitazioni funzionali stabilizzate di vario tipo, derivanti da patologie che possono trarre vantaggio dall’esercizio fisico;
- sulle metodologie e sulle tecniche educative, comunicative e psico-motorie rivolte ai soggetti praticanti l’esercizio.
Ma occorre essere specializzati!?

Gruppo di Studio della Scoliosi e Algie Vertebrali – Repertorio Laboratorio di Chinesiologia Rieducativa – Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
Il Laureato Magistrale della classe LM67 ex LS76S è una figura altamente professionale che risponde alla crescente spinta verso gli aspetti della salute e della prevenzione.
Elemento caratterizzante di questo Laureato è l’ampio spazio curricolare che ha dedicato ai suoi studi specifici nelle quali è stato rafforzato il peso degli ambiti disciplinari professionalizzanti caratteristici del settore.
Il suo percorso formativo nell’ambito della progettazione ed attuazione di attività motorie preventive e adattate, estremamente strutturato, risponde ai nuovi bisogni di salute. Si connette con il ruolo interdisciplinare del movimento nelle diverse fasce d’età, inteso sia come fattore preventivo-educativo che di promozione del benessere fisico, psichico e sociale, nonché come strumento atto a favorire l’inclusione nelle situazioni di diverse abilità.
I Laureati Magistrali integrano conoscenze avanzate nelle scienze motorie, con quelle biomediche, psico-pedagogiche e sociologiche ad esse correlate, e in particolare sulla base delle evidenze scientifiche applicano l’attività fisica nella prevenzione primaria, secondaria, terziaria, adattando ed individualizzando l’intervento in un contesto multidisciplinare.
Scusi Professore, ma il movimento non si può improvvisare; molte persone infilano una tuta e delle scarpette … e fanno “attività motoria”! E’ necessario che invece si rivolgano agli specialisti per non incappare in brutte esperienze che possono produrre gravi danni alla salute?

Esercizio di correzione della scoliosi e sfruttamento dell’effetto tampone – Repertorio Laboratorio di Chinesiologia Rieducativa – Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
Gli Specialisti A.M.P.A. progettano, sviluppano e gestiscono programmi di attività motoria volti a:
– Contrastare il fattore di rischio sedentarietà nelle diverse fasce d’età, favorendo il raggiungimento, il recupero e il mantenimento delle migliori condizioni di benessere psico-fisico, dell’assetto posturale e di autonomia lungo l’arco dell’intera vita;
– Contribuire alla promozione della salute individuale e collettiva, anche attraverso azioni di educazione alla salute nello svolgimento delle attività motorie;
– Cooperare con altre competenze alla prevenzione ed al recupero da situazioni di disagio infantile, adolescenziale, e nell’anziano;
– Essere in grado di mantenere e accrescere la motivazione alla partecipazione alla attività fisica nelle differenti popolazioni e contesti socio-culturali;
– Eseguire valutazioni finalizzate alla calibrazione e personalizzazione dei programmi di attività motoria e sportiva, nonchè indirizzarne l’esecuzione;

Lettura di radiografie per la correzione della scoliosi – Repertorio Laboratorio di Chinesiologia Rieducativa – Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
– Riconoscere e soddisfare i bisogni motori adattando l’attività fisica in un contesto multidisciplinare integrato;
– Sviluppare il ruolo del movimento all’interno di interventi medico-terapeutici, socio-assistenziali, e di inclusione ed integrazione interculturale;
– Saper riconoscere e identificare i comportamenti socio-affettivi nei processi di valorizzazione della persona;
– Essere in grado di aggiornare la propria formazione su temi tecnico-scientifici di competenza.
Ma questi specialisti devono necessariamente lavorare insieme ai Medici o possono svolgere le loro attività autonomamente?

Lettura di radiografie per la correzione della scoliosi – Confronto fra Professionisti del settore – Repertorio Laboratorio di Chinesiologia Rieducativa – Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
Va premesso che, quando si deve trattare la Scoliosi, è sempre auspicabile il lavoro in Equipe e l’intervento multi-disciplinare. Preciso che gli Specialisti A.M.P.A. (Attività Motorie Preventive e Adattate) dovrebbero essere in grado di svolgere le suddette attività in completa autonomia. Ciò, nonostante la loro complessità e novità che richiedono necessariamente competenze altamente specialistiche e diversificate. Dovrebbero essere in grado di sviluppare le capacità di incrementare e mantenere la motivazione alla partecipazione alla attività fisica nelle differenti popolazioni e contesti socio-culturali.
I professionisti che si dedicano a un serio studio dell’argomento sono in grado di proporre all’utenza un approfondimento degli elementi e degli strumenti specifici. Progettano e sviluppano programmi motori preventivi e adattati alla luce delle conoscenze avanzate concernenti le basi anatomiche, biologiche, fisiologiche e fisiopatologiche del movimento.
Sono in grado di fornire gli elementi tecnici e concettuali riguardanti il ruolo dell’attività motoria nella prevenzione primaria, secondaria e terziaria. Per la precisione, affrontano i temi delle interazioni tra attività fisica e patologie multifattoriali, disabilità, disagio, inserendoli in una prospettiva di sanità pubblica ed educazione alla salute, con attenzione agli aspetti applicativi.
Tornando al tema della scoliosi, l’argomento è attuale della nostra società moderna?!

https://www.researchgate.net/profile/Angelos_Kaspiris2/publication/24040893/figure/fig14/AS:202742317490189@1425348943630/The-Hippocratic-ladder-for-correction-of-spinal-deformities-with-the-head-pointing.png
L’uomo è afflitto dalla scoliosi fin dall’assunzione della posizione eretta, e questo spiega perché la scoliosi sia una malattia conosciuta e studiata fin dai tempi più antichi.
Il fabulista greco Esopo, 570 a.C., è rappresentato con una gibbosità da cifo-scoliosi e non da lordo-scoliosi come le vediamo oggi a causa della rarefazione della poliomielite e della tubercolosi in una statua conservata al museo Torlonia di Roma.
Ippocrate, Padre della medicina, vissuto dal 460 al 377 a.C., compilò nel “Corpus Hippocraticum” tutta la scienza medica della scuola di Cos e di Cnide. Raggruppando l’insieme delle deformazioni vertebrali in una raccolta di studi denominata “Spina luxata” evidenziò la misurazione e la classificazione delle curve scoliotiche. Ideò alcune tecniche per la correzione della deformità, i cui principi sono ancora attuali e usati in ginnastica correttiva e nella ginnastica posturale.
Chi coniò il termine “scoliosi” per primo?!
Un altro eminente Medico greco, Galeno di Pergamo (131-201 a.C.), coniò il termine “scoliosi” – “scolios”. Raccomandò l’utilizzo della Scala di Ippocrate con l’uso sia della trazione che della pressione per le deformità traumatiche tanto per le deformità cifotiche quanto per la correzione della scoliosi.
Lui stesso la usò sebbene dubitasse della sua efficacia!

https://www.researchgate.net/profile/Angelos_Kaspiris2/publication/24040893/figure/fig13/AS:202742317490187@1425348943490/The-Hippocratic-ladder-for-correction-of-spinal-deformities-with-the-head-pointing.png
Come si arrivò a stabilire che la ginnastica influiva positivamente sulla rieducazione della scoliosi?
Vede, in Italia, nel 1872, Emilio Baumann introdusse l’insegnamento della ginnastica nelle scuole elementari avviando un grosso dibattito che lo vide partecipe di un profondo scontro con Rodolfo Obermann, suo Maestro: si rifaceva alla tradizione tedesca e considerava la ginnastica come strumento finalizzato alla preparazione dei giovani alla pratica militare; proponeva l’uso esasperato degli attrezzi e impostava i suoi trattamenti essenzialmente su robustezza e disciplina. Facendo prevalere la linea nazionalistica portò ad una restaurazione militaristica dell’educazione fisica.
L’itinerario educativo cominciava con “Ginnastica tra i banchi”; si protraeva con l’uso di attrezzature specifiche per promuovere il miglioramento organico e il perfezionamento morale. La formazione di una volontà ferrea contrastava la ginnastica “coreografica” di stampo militare.
L’introduzione delle tecniche radiografiche all’inizio del XX secolo diede un fortissimo impulso alle attuali conoscenze: Jean Mery nota la rotazione concomitante della vertebra scoliotica.

Studio di Esame posturale con CAD-CAM per la correzione della scoliosi – Repertorio Laboratorio di Chinesiologia Rieducativa – Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
E, quindi, come si diede vita alla “Ginnastica correttiva” per contrastare la scoliosi ?
Rudolf Klapp (1873- 1949), con una visione poliedrica delle modalità di rieducazione delle scoliosi, aveva capito la necessità di creare nei giovani utenti una presa di coscienza del proprio difetto, di una diagnosi corretta (per i tempi) svolta dallo specialista, di una collaborazione continua con l’insegnante di educazione fisica della scuola (non esisteva la figura professionale del “Fisioterapista”) che doveva essere preparato per quella particolare “ginnastica posturale o medica”, e dava grande importanza al coinvolgimento della famiglia. Applicava i trattamenti di ginnastica correttiva anche alle deviazioni antero-posteriori, alle rachialgie, alle discopatie e ai postumi di fratture vertebrali.
Gli esercizi elaborati da lui, venivano associati al metodo di Von Niederhoffer, suo contemporaneo; nei suoi piani di trattamento non mancavano gli esercizi per i muscoli addominali e ogni tecnica attiva che riteneva valida.

Lettura di TAC lombo-sacrale per la localizzazione di esercizi di correzione della scoliosi – Repertorio Laboratorio di Chinesiologia Rieducativa – Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
Ma, quando si cominciarono ad usare i moderni corsetti per combattere la scoliosi?
Nel 1946, Blount e Schimdt idearono il “corsetto di Milwaukee” che associava alla trazione assiale l’azione di pressori laterali della colonna.
E i primi interventi?
Harrington attuò il primo trattamento chirurgico moderno. La scoliosi fu aggredita dall’Ortopedia, per la prima volta, nel 1962.
Professore, ci può fornire una sorta di carta d’identità della scoliosi descrivendone le sue caratteristiche?
La scoliosi è un’affezione relativamente frequente.
Le fasce di popolazione più colpite sono quella infantile-adolescenziale e quella senile.
Le stime più attendibili calcolano che, al raggiungimento della maturità scheletrica, tra 2 e 4 persone per mille presentano una curva superiore ai 25 gradi Cobb.
In età adulta, da 2 a 4 persone per mille presentano una curva superiore ai 25° Cobb.
Nell’adolescenza l’incidenza è la seguente:
Per curve tra i 5 e gli 11° è del 7-8%;
tra gli 11 e i 20° è del 2-3%;
dai 20° e i 30° è dello 0,3-0,5% (1,2% nelle femmine, 0,1% nei maschi);
Per curve >30° è dello 0,2-0,3%.
In caso di scoliosi idiopatica il sesso femminile è più colpito nel rapporto di circa 7:1 rispetto a quello maschile.
Il 70-80% delle scoliosi ha eziologia ignota (scoliosi idiopatica).
La scoliosi: Qual è il suo quadro clinico?!
La Scoliosi mostra un quadro clinico tipico.

Intervista sulla correzione della scoliosi – Repertorio Laboratorio di Chinesiologia Rieducativa – Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
Nel soggetto scoliotico si osservano sempre asimmetria del livello orizzontale delle spalle e delle creste iliache. Vi si associa la curvatura della linea delle apofisi spinose, una asimmetria dei triangoli della taglia, l’accorciamento del tronco con conseguente diminuzione della statura dell’individuo.
Alcune scoliosi sono chiaramente strapiombate lateralmente e squilibrate sul piano frontale. Per esempio, nel caso di una curva dorso-lombare destra non strapiombata, una parte maggiore del tronco è a destra rispetto al piano mediale sagittale. A tale asimmetria di masse è ovviamente correlata una asimmetria muscolare, la cui azione di riequilibrio strutturale sul lato convesso tende ad aumentare la rotazione dei corpi vertebrali.
Ci sono studi specifici?
Studi elettromiografici, condotti in passato da Sibilla e Stagnara su soggetti affetti da scoliosi idiopatica, hanno evidenziato l’esistenza di significative asimmetrie di attivazione ai lati del rachide. Nessun studio chiarisce, però, se tale asimmetria debba essere considerata causa o conseguenza della scoliosi.
Il sistema muscolare costituisce, in molti casi (non solo in presenza di una miopatia), la causa della deformità o, comunque, rappresenta una delle cause dell’aggravamento.
E il gibbo?
Le deformazioni vertebrali (rotazione e torsione vertebrale) causano il gibbo costale. La deformazione più evidente e più dannosa per la morfologia è l’alterazione fisiologica dorsale del soggetto. Questa si evidenzia al massimo nella flessione anteriore del tronco.
Oltre a causare problemi di natura estetica (e quindi psicologica) notevoli, nei casi più gravi si osservano staticità della colonna, ipovalidità dell’apparato muscolare e capsulo-legamentoso.
Inoltre, rachialgie, dolori artrosici, insufficienza respiratoria, complicazioni cardio-polmonari (cor-pulmonare cronico, da sovraccarico ventricolare destro).
Ricorrenti sono le compressioni midollari e mielo-radicolari, che si manifestano clinicamente con paraparesi e paraplegia.
La Scoliosi asintomatica deve essere valutata?
Non ci sono evidenze scientifiche sufficienti per raccomandare o per sconsigliare la valutazione di adolescenti asintomatici attraverso programmi valutativi tramite screening indirizzati all’individuazione preventiva di casi di scoliosi idiopatica.
Data l’efficacia positiva del trattamento conservativo con corsetto ortopedico sulla storia naturale della scoliosi idiopatica, è stato confermato, da studi controllati e prospettici, che una individuazione precoce può evitare gli aggravamenti che conducono a un intervento chirurgico.
Ai concetti di efficacia ed efficienza, bisogna affiancare quello dell’accettabilità dei trattamenti. In questo campo, assumono un ruolo particolarmente importante dato che le prove scientifiche definitive sono attualmente carenti.
La Scoliosi:
Vengono fatti screening di massa nel nostro Paese?

Lettura di radiografie per la correzione della scoliosi – Repertorio Laboratorio di Chinesiologia Rieducativa – Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
In Italia, interventi di screening vengono accettati benevolmente dalle famiglie dati i risultati positivi che, nel corso del tempo, sono stati ottenuti dai vari ricercatori e gruppi di studio.
Da un punto di vista valutativo è fondamentale valutare se si è alle prese con un soggetto affetto da scoliosi strutturale o da semplice atteggiamento scoliotico.
Sottovalutare il potenziale evolutivo di una scoliosi strutturata può portare a conseguenze drammatiche; allo stesso modo scambiare un semplice vizio posturale per una scoliosi può portare a proporre terapie lunghe, costose e spesso inutili se non dannose.
L’esame radiografico è sempre indispensabile per valutare la scoliosi ?
La scoliosi impone una valutazione radiografica – L’esame radiografico è indispensabile. Esso consente di misurare l’entità della curva scoliotica e la componente di rotazione-torsione dei corpi vertebrali.
Rimane in ogni caso il riferimento standard per la valutazione della sensibilità e specificità dei test di screening. Ciò, sebbene la valutazione estetica non può essere trascurata prima di porre l’indicazione per una valutazione radiografica.
Le radiografie standard in ortostatismo del rachide (AP e LL) sono la base di partenza per una valutazione. In caso di sospetta dismetria degli arti inferiori, è consigliabile eseguire un secondo esame radiografico in clinostatismo e in “lateral bending” con inclinazione laterale del tronco. Questo, dal momento che, in caso di scoliosi funzionale, la curva si corregge spontaneamente.
La radiografia di profilo è necessaria almeno al primo esame: l’evoluzione ulteriore in cifoscoliosi e lordoscoliosi è piuttosto frequente. Quando esiste una componente cifotica si può completare l’esame con una radiografia in proiezione obliqua detta “su piano d’elezione”.
Il titolo del suo libro non è in sintonia con la prescrizione del nuoto per correggere la scoliosi! Perchè è contrario?
Negli ultimi anni si è indirizzato troppo spesso e senza motivare verso l’attività in piscina indicando il nuoto come “toccasana” della scoliosi.
Nel panorama della rieducazione posturale si tende, in alcuni casi, ad attribuire doti rieducative alle attività sportive. Quando ci si riferisce in particolare al nuoto, queste sono assolutamente improprie e ingiustificate.
Tanti “si dice” inducono vecchi Medici non più aggiornati e la profanità dell’utenza che è costretta a un vissuto di educazione posturale, ad attribuire doti rieducative funzionali alle attività motorie. Spesso lo sport viene scelto come momento compensativo di gravi curve paramorfiche. In particolare, in modo assolutamente improprio e ingiustificato, la scelta viene indirizzata verso il nuoto come fosse una Panacea.
Il nuoto viene svolto generalmente con entusiasmo per il suo aspetto ludico, aumenta l’attività cardio-respiratoria. Indubbiamente costituisce un valido mezzo contributivo allo sviluppo delle grandi funzioni organiche e, per la sua pratica, non si deve lottare contro le forze gravitazionali permettendo uno scarico meccanico della colonna vertebrale.
Le attività natatorie non possono correggere una scoliosi e rieducare un soggetto con i paramorfismi!
Possono essere un supporto per migliorare la motricità al pari di qualsiasi altra attività motoria o sportiva.
Personalmente, però, dissento la pratica di tale attività motoria; non è possibile usare, in generale, le attività natatorie per rieducare un soggetto con i paramorfismi. L’argomento continua a essere oggetto di attenzioni ingiustificate e, non raramente, controproducenti nel processo di normalizzazione delle alterazioni morfologico-posturali.
Una sintetica analisi delle evidenze chinesiologiche e biomeccaniche, contraddice ogni possibile valenza dell’attività natatoria a favore di un momento rieducativo nei difetti morfologico-posturali con il particolare ambito di trattamento della scoliosi idiopatica evolutiva giovanile.
Ogni piccolo squilibrio posturale è indistintamente correlato alla “fatica posturale” della posizione eretta e del mantenimento-controllo dell’equilibrio del corpo (movimento micro-cinetico da fermo) coinvolto nel controbilanciare la forza gravitazionale in relazione alle attività statiche e dinamiche quotidiane.
L’intento di agire in senso preventivo o compensativo sulla struttura dell’apparato locomotore attraverso l’utilizzo di un ambiente a basso impatto gravitazionale come quello acquatico, non trova giustificazione valide.
Seguire le raccomandazioni delle Linee Guida Italiane per le Deformità del rachide in età evolutiva
Gli effetti positivi legati alle esperienze di acquaticità risultano appena sufficienti ad autorizzare l’avvio di un programma rieducativo in acqua. Bisogna seguire alcune raccomandazioni estraibili dalle Linee Guida Italiane per le Deformità del rachide in età evolutiva che esprimono quanto segue:
- lo sport non venga prescritto come un trattamento per la scoliosi idiopatica;
- lo sport non venga prescritto come un trattamento per le deformità sul piano sagittale;
- non usare il nuoto come «terapia» delle curve patologiche;
- evitare attività agonistiche molto mobilizzanti e/o in estensione del rachide in scoliosi ad alto rischio di evolutività.
E cosa si può aggiungere in merito alla pratica della danza o della ginnastica artistica?
Preciso che anche la danza o la ginnastica artistica ci limitano nelle scelte delle attività motorie da svolgere in presenza di scoliosi o di altri paramorfismi rachidei. Ciò, proprio perché sono attività motorie fortemente mobilizzanti soprattutto nella zona lombare e nelle articolazioni coxo-femorali.
Logicamente, se intese quali attività motorie ricreative con impegno minimo e per un massimo di 2-3 volte alla settimana, senza forzare eccessivamente i quadricipiti femorali con movimenti violenti e/o veloci, il nuoto, la danza o la ginnastica artistica, non comportano elementi tali da scatenare danni. Anzi, diventano un valido supporto della ginnastica correttiva!
Ci contatti se desidera ricevere più informazioni sulla
Scoliosi e sul trattamento conservativo con Ginnastica Correttiva e compensativa.
Se vuole avere chiarimenti su problematiche personali, se ha un problema particolare ed urgente, o se desidera avere un breve primo colloquio informativo tecnico prima di richiedere l’appuntamento per una Consulenza, avrà la possibilità di parlare con uno dei nostri specialisti dell’Esercizio Fisico semplicemente richiedendolo all’Operatore di Segreteria:
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