Attività Fisica Adattata nella lipodistrofia
Lipodistrofia: una patologia cronica, rara ed eterogenea che si può combattere con l’esercizio fisico!
Prof. Carmelo Giuffrida
Le sindromi da lipodistrofia sono disordini estremamente rari di carenza di grasso corporeo associati a complicanze metaboliche potenzialmente gravi, tra cui diabete, ipertrigliceridemia e steatoepatite. A causa della rarità di questa patologia cronica, rara ed eterogenea, la maggior parte dei Medici non ha familiarità con la diagnosi e la gestione.
Attività Fisica Adattata nella lipodistrofia: un “farmaco” eccezionale!
L’Attività Fisica Adattata nella lipodistrofia è un “farmaco” eccezionale in grado di diventare uno dei fattori determinanti e integranti alla terapia farmacologica.
Un programma strutturato di esercizio fisico da affiancare all’abituale terapia farmacologica è particolarmente raccomandato. E’ noto che nei soggetti affetti da patologie cronico-degenerative in stabilità clinica, l’attività motoria razionale produce particolari benefici. E ciò, soprattutto, nelle persone che abbiano terminato, quando indicato, un percorso riabilitativo e che non richiedono un intervento sanitario. L’adozione di uno stile di vita attivo è ben evidenziato nella letteratura internazionale e condiviso dalla Comunità scientifica mondiale.
Tuttavia, per ottimizzare e mantenere nel tempo i benefici che apporta in termini di salute, l’esercizio fisico deve essere “adottato” per tutta la vita.
La lipodistrofia è caratterizzata da un’anomalia di distribuzione del tessuto adiposo nel corpo. Infatti, mostra un eccesso di accumulo di grassi in alcune zone a dispetto di altre che ne sono prive.
Quindi, la lipodistrofia si complica frequentemente con la presenza di ipertrigliceridemia, insulino-resistenza, intolleranza glucidica e steatosi epatica. A ciò, consegue un incremento del rischio cardiovascolare e diabetico. Pertanto, questi aggiuntivi segni caratteristici la rendono simile alla sindrome metabolica e, spesso, confusa con essa.
Le sindromi da lipodistrofia: classificazioni ed eziologia
Le sindromi da lipodistrofia sono un gruppo eterogeneo di malattie rare. In realtà presentano in comune deficit selettivo del tessuto adiposo in assenza di deprivazione nutrizionale o stato catabolico.
Le lipodistrofie sono classificate in base all’eziologia (genetica o acquisita) e alla distribuzione del tessuto adiposo perso. Per essere precisi, può interessare tutto il corpo (generalizzato) o solo determinate e circoscritte regioni (parziale).
Ciò, permette di suddividere quattro categorie essenziali di lipodistrofia:
- generalizzata congenita (CGL),
- parziale familiare (FPLD),
- generalizzata acquisita (AGL) ,
- parziale acquisita (APL).
Sottotipi aggiuntivi includono disturbi progeroidi, disturbi autoinfiammatori e altri.
Lipodistrofia: l’esercizio fisico regolare contribuisce a migliorare il metabolismo basale
L’attività motoria sistematica rappresenta una parte importante dell’intervento sul soggetto che deve partecipare attivamente e con volontà motivazionale al trattamento. Deve essere praticata con costanza e regolarità, al fine di poter contribuire al miglioramento del metabolismo basale. Inoltre, è utile per godere dei numerosi apporti benefici a livello cardiovascolare, per incidere sensibilmente su diversi parametri ematici e ottenere una diminuzione dell’insulino-resistenza.
L’associazione dell’esercizio fisico a un idoneo programma nutrizionale ben equilibrato consente di contenere i livelli glucidici e lipidici nel sangue controllando l’ipertrigliceridemia e l’iperglicemia.
Un soggetto con quadro clinico lipodistrofico si dovrebbe sottoporre ad almeno 2-3 sessioni di allenamento specifico in regime fat burning; il microciclo in regime aerobico dovrebbe contenere un buon numero di esercizi finalizzati al recupero della resistenza generale e della forza resistente.
Lipodistrofia: il nostro protocollo di esercizio fisico !
L’intera seduta di lavoro di almeno 45-60 minuti viene monitorata con specifici cardiofrequenzimetri per il rilevamento costante della Frequenza Cardiaca (FC). Per precisione, il mantenimento della fascia di sforzo deve mantenersi in un range oscillante tra il 60 e l’80% della Frequenza Cardiaca di Riserva (FCR).
L’attività svolta nella parte centrale del microciclo, avente come obiettivo essenziale il miglioramento della forza resistente, deve considerare la somministrazione di esercizi tra il 60 e l’80% di 1RM. Interessa, inizialmente, i grandi gruppi mio-fasciali con 10-12 ripetizioni in un ciclo di 2-3 serie per ciascun esercizio.
Pertanto, l’allenamento osserverà una graduale progressione, soprattutto se il soggetto è un neofita; quindi, nella fase successiva, può essere proposto sotto forma di Circuit Training. Ciò, al fine di ottimizzare il raggiungimento degli obiettivi preposti nella pianificazione individuale favorendo la programmazione a lungo termine.
Lipodistrofia: conclusioni!
Le sindromi da lipodistrofia sono eterogenee e vengono diagnosticate mediante fenotipo clinico, integrato da test genetici in determinate forme.
I soggetti con la maggior parte delle sindromi da lipodistrofia dovrebbero sottoporsi annualmente a screening per diabete, dislipidemia e malattie epatiche, renali e cardiache.
Inoltre, la dieta assume tono essenziale per la gestione delle complicanze metaboliche della lipodistrofia.
La terapia con metetreleptina è efficace per le complicanze metaboliche nei soggetti ipolettinemici con lipodistrofia generalizzata e in soggetti selezionati con lipodistrofia parziale.
Anche altri trattamenti non specifici per la lipodistrofia possono essere utili: ad esempio, la Metformina per il diabete e le statine o i fibrati per l’iperlipidemia. Gli estrogeni orali sono controindicati.
Le evidenze scientifiche dimostrano che per mantenersi in salute e prevenire le malattie croniche è
sufficiente praticare regolarmente un’attività di intensità moderata.
Nonostante l’insufficienza statistica relativa ai rischi associati all’attività fisica, alcune ricerche offrono elementi fortemente rassicuranti rispetto sia ai temuti rischi cardiovascolari che ai più diffusi relativi all’apparato muscoloscheletrico. I vantaggi derivabili da un’abituale, adeguata attività fisica compensano ampiamente il modesto rischio dell’essere attivi.
Webgrafia di riferimento
https://www.gymhub.it/gym-lab/clinics/un-farmaco-buono-per-una-patologia-cronica-rara pubblicato in Gymhub.it il 13 marzo 2017;
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