Fratture del Femore a Catania Studio Prof. Dott. Carmelo Giuffrida a Catania

Attività Fisica Adattata nella Malattia di Parkinson

Malattia di Parkinson

 

A Catania un protocollo di A.F.A. se sono sufficienti le funzioni cognitive prive di co-morbidità

Prof. Dott. Carmelo Giuffrida

 

Tra le patologie neuro-degenerative che coinvolge in maniera elettiva la capacità di programmare ed eseguire correttamente il movimento, la Malattia di Parkinson o Morbo di Parkinson non risparmia la sfera cognitiva e comportamentale.

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Questi aspetti, unitamente al decorso cronico e progressivo della patologia, determinano una compromissione delle attività di vita quotidiana e delle relazioni interpersonali producendo notevoli ripercussioni sulla società, sulla famiglia, sul sistema sanitario e assistenziale.

 

Attività Fisica Adattata nella Malattia di Parkinson

 

Il protocollo utilizzato nello Studio del Prof. Dott. Carmelo Giuffrida è rivolto al soggetto con Malattia di Parkinson con funzioni cognitive sufficienti per seguire il trattamento proposto e che non hanno altri problemi di salute con co-morbidità.

Gli esercizi e l’A.F.A. non si applicano automaticamente agli altri parkinsonismi come l’atrofia multi-sistemica e la paralisi sovra-nucleare progressiva.

I problemi correlati all’osteoporosi vengono correlati alle linee guida utilizzati nell’osteoporosi.malattia di Parkinson-morbo-Parkinson-Attività Fisica-Prof. Carmelo Giuffrida-Catania-2

Se non è presente un deficit mentale severo come un deficit cognitivo, attentivo, della personalità o delle paure, i soggetti vengono trattati esattamente come i loro coetanei.

Per quanto attiene all’attività connessa alla scrittura, lo Studio raccomanda l’affidamento al terapista occupazionale mentre avvia i problemi del linguaggio al Logopedista.

Le problematiche urologiche connesse al trattamento pelvico, essendo di competenza, vengono affrontate con specifico piano di lavoro associato, sotto la stretta sorveglianza dello Specialista Urologo.

Il management del soggetto con Malattia di Parkinson viene, sempre e comunque, seguito sotto stretta sorveglianza e piano di trattamento del Direttore Tecnico Specializzato in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita, mantenere o aumentare l’indipendenza del soggetto, la sua sicurezza e il suo benessere, la prevenzione dell’inattività e delle cadute, il miglioramento dell’attività funzionale.

 

Malattia di Parkinson: Le nostre competenze sono stabilite dal D.M. 29.3.2007

 

Pur avendo conoscenze e consapevolezza sulle recenti acquisizioni neurologiche relative alla Malattia di Parkinson e sui Parkinsonismi, sul trattamento farmacologico, sugli aspetti neuro-psicologici, sul deterioramento funzionale e sulle limitazioni nelle attività, lo Studio del Prof. C. Giuffrida delega e rinvia i soggetti che necessitano di trattamenti e cure aggiuntive, inclusa necessità di terapia occupazionale e del linguaggio, alle figure professionali di pertinenza nel pieno rispetto dell’etica della propria professione.

I soggetti che operano nello Studio si limiteranno alle proprie competenze stabilite dal D. M. 29.3.2007!

Gli Specialisti A.M.P.A. che operano in seno al Team si limiteranno all’analisi e all’esame del movimento. Si rivolgeranno ai deficit funzionali e alle limitazioni delle attività. Utilizzeranno tecniche e possibilità adeguate ed allineate alla propria specifica professione. Valuteranno i segni clinici connessi al gesto motorio derivanti dalla patologia. Valuteranno l’efficacia dell’intervento con l’ausilio di outcome validi e affidabili senza perdere di vista i Medici di riferimento nel trattamento globale.

 

Efficacia dei trattamenti con Attività Fisica Adattata nella Malattia di Parkinson

 

malattia di Parkinson-morbo-Parkinson-Attività Fisica-Prof. Carmelo Giuffrida-Catania-3Le evidenze scientifiche sull’efficacia dei trattamenti con Attività Fisica Adattata nella Malattia di Parkinson sono ancora limitate per la carenza di studi controllati. In ogni caso, per la loro disomogeneità e per la difficoltà di valutazioni cliniche oggettive, sebbene si cerchi sempre di individuare le migliori strategie per potenziare l’autonomia della persona affetta da Parkinson nella sua quotidianità.

I soggetti affetti da malattia di Parkinson non sono tutti uguali.

Per tornare al punto, l’Attività Fisica Adattata prevede:

  • una tipologia di esercizi adattati ai vari stadi della patologia;
  • opportune modificazioni ed ampliamenti che, in una parola, saranno combinati fra loro in modo flessibile.

 

Malattia di Parkinson: MODALITA’ PROGETTUALI e CRITERI DI APPLICAZIONE DEGLI ESERCIZI

 

L’attività pratica viene eseguita individualmente con rapporto 1:1. Successivamente, una volta ottenuto un adeguato adattamento, in piccoli gruppi fino ad un massimo di 4 persone costituito il più omogeneamente possibile in relazione allo stato psico-fisico dei partecipanti.

malattia di Parkinson-morbo-Parkinson-Attività Fisica-Prof. Carmelo Giuffrida-Catania-4Nei casi necessari, i caregiver (“colui che si prende cura” e si riferisce, naturalmente, a tutti i familiari che assistono un loro congiunto ammalato e/o disabile) possono presenziare all’attività per aumentare la motivazione degli utenti e imparare strategie da utilizzare anche durante il lavoro a domicilio.

 

Cues e strategie motorie

 

Si possono usare i cues e le strategie di movimento cognitive se il soggetto ha difficoltà ad applicarli nella vita di tutti i giorni (una istruzione per volta soprattutto se esistono problemi mentali come deficit mnesici o attentivi).

Il piano di trattamento si articola in un ciclo annuale con una variabilità di 1-2 sedute di un’ora alla settimana da espletare in ambiente altamente specializzato, intervallate da almeno due-tre giorni. Il programma potrà essere variato in corso d’opera in relazione alle osservazioni del Direttore Tecnico e alle reazioni dei frequentatori.

La conduzione dell’attività motoria e lo svolgimento di ogni seduta dipendono molto da chi somministra l’esercizio e da chi lo deve eseguire.

Per dirla in breve, il ruolo del “Fisiologo dell’Esercizio Fisico” è complesso. Oltre ad essere Specialista “tecnico competente dell’Attività Fisica Adattata” deve essere “animatore” capace di coinvolgere il soggetto in tutte le strategie motorie proposte. Deve essere ricco di vitalità e di entusiasmo, in grado di fornire adeguati stimoli anche quando l’individuo non è propriamente partecipativo.

Il lavoro proposto NON richiede un dispendio energetico superiore a quanto previsto nel piano di trattamento progettato e sarà adattato alle capacità evidenziate dal soggetto.

 

Malattia di Parkinson:

Ogni singola proposta è uno stimolo motorio, quindi, un’occasione per mantenere il corpo in movimento!

 

malattia di Parkinson-morbo-Parkinson-Attività Fisica-Prof. Carmelo Giuffrida-Catania-5L’idea del percorso con Attività Fisica Adattata – AFA – è quella di fornire un modo nuovo di stare insieme.

E’, perciò, un modo differente di vivere il proprio corpo.

E’ un modo scientifico per superare le difficoltà che deve affrontare l’apparato locomotore tutti i giorni per garantire una forma di autonomia, seppur limitata, che può offrire una migliore qualità di vita.

Il Team dello Studio offre un rapporto empatico e attenzione alla ricezione dei feed-back. Inoltre, spiega le finalità degli esercizi motivandoli dal punto di vista funzionale con parole semplici e comprensibili a misura di “utente”. Ciò è utile per giustificare movimenti apparentemente banali. Viene sempre stimolata l’auto-correzione posturale. Gli esercizi vengono somministrati in duplice “garanzia di sicurezza” sia per prevenire incidenti o disagi durante la pratica di attività motoria che per evitare conseguenze di ordine psicologico emergenti a seguito dell’attività fisica.

Lo scopo primario del trattamento è quello di potenziare le capacità funzionali personali.

 

Malattia di Parkinson:

L’approccio con A.F.A. più efficace si basa sulla compensazione dei meccanismi fisiopatologici deficitari.

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I cues facilitano sia l’inizio che il mantenimento di un movimento. Forniscono un ritmo esterno che va a compensare la mancata o deficitaria produzione di segnali interni da parte dei gangli della base interessati dal processo degenerativo. I cues sono stimoli che il soggetto utilizza in modo cosciente e consapevole: il comando che gli viene impartito è quello di mantenere alta l’attenzione.

Rispetto all’uso terapeutico, occorre distinguere fra:

  • cues ricorrenti ritmici somministrati con uno stimolo ritmico continuo utilizzato come meccanismo di controllo del cammino
  • cues onoff impiegati per mantenere l’equilibrio (es.: nei trasferimenti, per iniziare le
D.L. o per ripartire dopo un freezing).

 

Malattia di Parkinson:

Gli obiettivi del protocollo dello Studio del Prof. Carmelo Giuffrida per ottimizzare le capacità residue!

 

E’ fondamentale prevenire o ridurre le complicanze secondarie alla ridotta mobilità. In ogni caso è bene ottimizzare le residue capacità funzionali dei soggetti mediante l’apprendimento di nuove strategie comportamentali. Per riassumere, importante attenzione sarà rivolta nel non affaticare il soggetto. Perciò si diluirà la tempistica con frazionamenti intelligenti dell’attività dei vari distretti somatici; così, a domicilio il lavoro sarà frazionato nel corso della giornata.

Durata e frequenza del trattamento con A.F.A. dipendono fortemente dal decorso della patologia, dalle necessità e dal potenziale del soggetto.

Conseguentemente, il piano di lavoro si deve focalizzare sul problema maggiore correlato alle necessità dell’utente.

Dopodiché, utilizzando i cues, le abilità funzionali nelle ADL dovrebbero migliorare entro un periodo medio di 4-6 settimane.

Quindi, le capacità fisiche dovrebbero migliorare entro un periodo di almeno 8-12 settimane, purché vengano seguite le istruzioni fornite in merito agli esercizi domiciliari.

 

Malattia di Parkinson: Lavoro a bassa frequenza

 

malattia di Parkinson-morbo-Parkinson-Attività Fisica-Prof. Carmelo Giuffrida-Catania-7Il lavoro in Studio sarà a bassa frequenza (una volta a settimana) per poi valutare dopo 16-20 sessioni di lavoro un eventuale intensificazione del lavoro a media–alta frequenza (2-3 volte a settimana e inserimento in un mini-gruppo).

Pertanto, gli obiettivi raggiunti si rivaluteranno ogni 4-6 settimane. Se è necessario, quindi, si modificherà il protocollo di esercizi previsto continuando a fornire regolarmente informazioni e consigli di supporto.

Un intervento con A.F.A. sarà precoce con obiettivi che variano a seconda della fase di malattia (secondo la Scala di stadiazione clinica di Hoehn e Yahr), della sua evolutività, dei sintomi prevalenti, delle condizioni psicosociali del soggetto, ecc….

In conclusione, per incoraggiare una buona performance motoria e prevenire la paura di muoversi o di cadere, sono importanti uno stile di vita attivo e la pratica di attività fisica in regime aerobico.

Successivamente, si renderanno efficaci le sedute di A.F.A. in gruppo.

 

Importanza del trattamento di A.F.A. nella Malattia di Parkinson in seno a un mini-gruppo dopo un periodo di ambientamento e adattamento in seduta individuale.malattia di Parkinson-morbo-Parkinson-Attività Fisica-Prof. Carmelo Giuffrida-Catania-8

 

 

Per inciso, tutti gli studi concordano sulla scarsa durata nel tempo (da sei a dodici mesi) dei risultati acquisiti.

In sintesi, per consentire un maggior mantenimento dei benefici, sembrerebbe provata l’utilità di trattamenti in gruppo o l’auto-trattamento a domicilio. Diversi studi hanno evidenziato la difficoltà di continuare a casa il programma di esercizi appreso poiché, probabilmente, l’esercizio fisico non si inserisce facilmente nello stile di vita del soggetto fruitore.

Il trattamento di gruppo si prefigge di agire non solo sull’aspetto motorio, ma anche su quello relazionale.

Inoltre, nel gruppo, il soggetto è stimolato alla motivazione, alla socializzazione, alla competizione, all’affrontare più o meno le stesse problematiche con l’arricchimento del sostegno e del confronto. Pertanto, socializzare la malattia riduce l’ansia e la depressione individuale.

L’osservazione di una azione compiuta da un altro soggetto del gruppo diventa anche un importante strumento di apprendimento.

Il trattamento di gruppo consente un vantaggio anche sul piano economico in quanto riduce sensibilmente i costi.

Ricapitolando, l’A.F.A. ha indicazione nel Morbo di Parkinson se:

 

– l’esercizio fisico è controindicato;Esercizio fisico-Prof. Carmelo Giuffrida-Catania-9

– non ci sono problemi medici;

– mancano fattori sociali o personali che possono ridurre la compliance,

– l’impairments nelle funzioni, le limitazioni nelle attività e gli aspetti comportamentali possono essere influenzati;

– il soggetto ha limitazioni in una o più attività (trasferimenti di posizione, postura del corpo, raggiungimento di un luogo, afferrare oggetti, equilibrio, difficoltà deambulatorie);

– si manifesta peggioramento o rischio di peggioramento delle capacità fisiche;

– il soggetto mostra rischio di caduta o ha paura di cadere;

– necessita di informazioni o consigli sulla postura, sul movimento, sul funzionamento quotidiano del suo corpo.

 

Misure di Outcome nella Malattia di Parkinson

 

In breve, sono utili le valutazioni iniziali per valutare gli effetti del trattamento. Per inciso, la funzione motoria e la limitazione nelle attività possono variare in modo considerevole durante la giornata.

Le misure successive verranno rilevate sempre alle stesse ore rispetto alle valutazioni iniziali controllando che i farmaci vengano assunti sempre alla medesima ora.

 


Protocollo malattia di Parkinson dello Studio del Prof. Dott. Carmelo Giuffrida

 

[redatto sulla scorta della letteratura usata tramite la libreria Cochraine, i data base Cinahl, Pedro, Embase, Medline; sulle conclusioni contenute in studi clinici randomizzati RCT’S, revisioni sistematiche di letterature di Deane e altri, e meta-analisi di De Goede e altri, oltre alle linee guida pubblicate in Gran Bretagna e in Olanda, e l’International Classification of Functioning, Disability, and Health.

I criteri sviluppati sono stati allineati, per quanto possibile, alle Evidence-based Guidelines Meeting (piattaforma EBRO) sotto gli auspici del Dutch Institute for Health Care Improvement (CBO).

Gli esercizi proposti sotto forma di programma per A.F.A. hanno cercato di avere forma, contenuti, intensità e durata basati su studi qualitativamente ben condotti evitando improvvisazioni e generalizzazioni empiriche]. Pertanto,


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Quindi, se vuole avere chiarimenti su problematiche personali, se ha un problema particolare ed urgente, o se desidera avere un breve primo colloquio informativo tecnico prima di richiedere l’appuntamento per una Consulenza, avrà la possibilità di parlare con uno dei nostri specialisti dell’Esercizio Fisico semplicemente richiedendolo all’Operatore di Segreteria:

Tel.: 095/387810 – Cell.: 338/9134141

e-mail: drcarmelogiuffrida@yahoo.it oppure : info@drcarmelogiuffrida.com


Bibliografia di riferimento per malattia di Parkinson

 

  • Canning C. e altri (1993) “Physical activity and sports in patients with Parkinson’s disease in comparison with health seniors”J. Neural Transmission 5:157‐161
  • Frenkel‐Toledo S., Giladi N., Peretz C., Herman T., Gruendlinger L., Hausdorff J. M. (2005) “Treadmill walking as an external pacemaker to improve gait rhythm and stability in Parkinson’s disease”  Mov. Disord 20:1109‐1114
  • Herman T., Giladi  N., Gruendlinger L., Hausdorff J. M. (2007) “Six weeks of intensive treadmill training improves gait and quality of life in patients with Parkinson’s disease. A pilot study”  Arch. Phys. Med. Rehabil. 88:1154‐1158
  • Miyai I., Fujimoto Y., Ueda Y., Yamamoto H., Nozaki S., Saito T., Kang J. (2000) “Treadmill training with body weight  support: its effect on Parkinson’s disease” – Arch Phys. Med. Rehabil. 81: 849‐852
  • KNGF Guidelines for physical therapy in patients with Parkinson’s disease (2004) suppl. Dutch J. Physioth. 114, (3): C.3.8 e C.4
  • Lim I., Van Wegen E., De Goede C., Deutekom M., Nieuwboer A. and Willems A. e altri (2005) “Effects of external rhythmical cueing on gait in patients with Parkinson’s disease: systematic review” – Cil. Rehabil. 19 (7): 695‐713
Inoltre, ulteriore Bibliografia di riferimento per malattia di Parkinson 
  • Cunnington R., Windschberger C., Deecke L., and Moser E. (2002) “The preparation and execution of selfinitiated and externallytriggered movement: a study of event related FMRI” NeuroImage 15: 373‐385
  • Ellis T., Goede C. J., Feldman R., Wolters E. C., Kwakkel G., Wageenar R. C. (2005) “Efficacy of a physical therapy program in patients with Parkinson’s disease: a randomized clinical trial” – Arch. Phys. Med. Rehabil. 4:626‐632

poi,

  • Van Wegem E., Lim I., De Goede C. e altri (2006) “The effects of a visual rhythms and optic flow on stride patterns with Parkinson’s disease” Parkinsonism Realt Disord. 12:21‐27

quindi,

  • Keus S. H. J., Bloem B. R., Hendriks E. J. M., Breder‐Cohen A. B., Munneke M. (2007) “Evidencebased analysis of physical therapy in Parkinson’s disease with recommandations for practice and research” – Mov. Disord. 22:451‐460
  • Pelosin E., Avanzino L., Bove M., Stramesi P., Nieuwboer A., Abbruzzese G. (2010) “Action observation improves freezing of gait in patients with Parkinson’s disease”Neurorehabil. Neural Rep. 24:746‐752

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