“Crack”, il segreto di un impressionante rumore detto manipolazione
Manipolazione – Il THRUST MANIPOLATIVO e il “POPPING SOUND”
Prof. Dott. Carmelo Giuffrida
Manipolazione: un impressionante rumore alle articolazioni che crea un effetto antalgico !
Sebbene la teoria più accreditata è quella del modello di cavitazione originariamente proposta da Unsworth nel 1971, origini ed esatti meccanismi che caratterizzano il “crack” durante la manipolazione vertebrale sono relativamente sconosciute.
La “manipolazione” è un movimento passivo conferito a un’articolazione fino ai limiti del suo Range di movimento indotto per mezzo di un “thrust” ad alta velocità e a bassa ampiezza (HVLA- High Velocity Low Amplitude), energico, applicato localmente o globalmente dopo un accurato posizionamento dell’utente, senza mai superare la barriera anatomica dell’articolazione, produce solitamente un caratteristico “popping sound”.
In fase di programmazione di un piano di trattamento individualizzato a seguito di una valutazione dei cluster di segni e sintomi nelle varie forme di dolore al collo o neck pain (NP) e di lombo-sciatalgie o low back pain (LBP), per migliorare le strategie di intervento, tra gli out-come proposti con la soddisfazione dell’utente e la riduzione di spese, si utilizza spesso questo “strumento” nel processo di “decision making”.
Manipolazione e crackment delle articolazioni!
Le articolazioni più facilmente reattive al “crackment” sono le diartrosi, dette anche articolazione sinoviale o diartrodiale – dal greco diarthrosis o «articolazione» («attraverso» un «arto») – indicando così un tipo di articolazione costituita da tre elementi in comune:
- Capsula articolare, connettivo fibroso che circonda totalmente la diartrosi, mantenendola in sede;
- Cavità articolare, che contiene la sinovia situata tra le due porzioni ossee; è delimitata dalle due superfici articolari e dalla membrana interna della capsula, detta membrana sinoviale;
- Superfici articolari o margini ossei, circondati da cartilagine articolare. Se le superfici articolari non sono perfettamente sovrapponibili, nella cavità vi possono essere dei dispositivi di cartilagine fibrosa che fanno coincidere perfettamente i margini ossei, rendendoli congruenti.
In base alla forma delle superfici articolari, si riconoscono diversi tipi di diartrosi:
- Enartrosi: è l’articolazione in assoluto più mobile, con le superfici articolari a forma di sfera (una concava, una convessa). Esempi tipici di questa tipologia di articolazione sono la scapolo-omerale (spalla) e l’articolazione coxo-femorale (anca).
- Ginglimi: le superfici che si affrontano sono a forma di segmenti di cilindro. Si suddividono a loro volta in troclee (ginglimi angolari) e trocoidi (ginglimi laterali).
- Condilartrosi: simili alle enartrosi, le superfici articolari sono ellissoidali. Esempi di condilartrosi sono l’articolazione del polso e l’articolazione temporo-mandibolare.
- Artrodie: le superfici articolari sono piatte. I movimenti sono scarsi, limitati allo scorrimento reciproco dei capi ossei.
- A sella: poco mobili, ogni superficie articolare ha una parte concava e una convessa, che si incastrano fra loro come nell’articolazione sterno-clavicolare.
Manipolazione e liquido sinoviale!
All’interno della capsula articolare è presente il liquido sinoviale, un fluido bianco simile all’albume d’uovo, limpido, visco-elastico per effetto della mucina (glicoproteina). È un dializzato del plasma, ovvero un trasudato per differenza di pressione (osmotica, oncotica e idrostatica) tra i capillari e l’interstizio. È ricco di acido ialuronico e altri glicosaminoglicani, [noti anche come GAGs o mucopolisaccaridi: Essendo idrofili, i GAG possono legarsi molto facilmente con molecole d’acqua, creando molecole idratate. L’idratazione porta a una sorta di “rigonfiamento” della molecola GAG].
Il liquido sinoviale e i GAGs hanno funzioni di sostegno e di protezione della maggior parte dei tessuti.
Il versamento e il riassorbimento della sinovia avviene a livello dei villi sinoviali.
Il liquido sinoviale contiene dei gas disciolti, tra cui ossigeno, azoto e anidride carbonica, il quale funge da lubrificante e da fonte di nutrimento per le cellule che producono e mantengono la cartilagine articolare.
Quando le superfici articolari vengono distratte, le forze di distrazione superano quelle di adesione; l’adesione viscosa e la tensione tra le superfici resistono alla loro separazione e ne consegue che le superfici si separano rapidamente creando una pressione negativa che, combinata alla velocità con cui le superfici si separano, possono creare una cavità di gas all’interno del liquido sinoviale o nel tessuto osseo che, in tal caso, viene fratturato.
MANIPOLAZIONE o THRUST: la verità su un fenomeno fisico detto CAVITAZIONE!!!
Il rumore caratteristico che ne deriva è causato dai gas in soluzione che subiscono bruscamente l’effetto conseguente delle forze pressorie.
I gas consistono, principalmente, in anidride carbonica (circa 80%) che aumenta il volume articolare dal 15 al 20%. Questi, consentono alla capsula di allungarsi maggiormente mentre il movimento dell’articolazione viene limitato dalla lunghezza della capsula, subito dopo l’applicazione della forza distrattiva.
L’evento rumoroso non si può ri-manifestare fino a quando il gas non si ri-dissolve nella componete del liquido sinoviale. Da ciò si deduce il motivo per cui la medesima articolazione non può emettere rumori dopo poco tempo che è stata trattata.
Si stima che le vibrazioni causate durante il “popping” articolare, creano livelli di energia del suono dell’ordine di 0,1 milli-joule per millimetro cubo.
Il ricercare lo sblocco con un gesto ripetuto può causare una “dannosità” da imputare a ipermobilità causata dal continuo thrust o auto-thrust. Ciò, può arrivare a produrre la degenerazione discale e, quindi, diventare fonte di patologia.
Mediante il thrust, in stretta correlazione temporale, si produce:
– un “reset” neurologico del tono basale dei segmenti trattati con rilassamento muscolare e il ripristino del fisiologico movimento articolare;
– una riduzione del tono muscolare nei segmenti vertebrali trattati e in quelli limitrofi;
– le capsule e i muscoli correlati subiscono un over-stretch e, quindi, vengono allungati mentre le articolazioni interessate vengono mobilizzate.
Manipolazione: Conclusione
L’effetto antalgico della manipolazione non è strettamente legato all’evento sonoro. Deve sempre essere rispettato il principio base del “Non dolore”, regola già utilizzata da Maigne nel 1997.
Una manipolazione atlanto-occipitale, responsabile per più del 50% dei movimenti di de-rotazione cervicale, rende un miglioramento nell’ampiezza dell’apertura della bocca.
Il tratto del rachide cervicale, essendo la porzione della colonna più mobile in assoluto, beneficia di un ottimo guadagno della mobilità articolare su tutti e tre i piani dello spazio rispetto ad altri segmenti e, a differenza degli altri distretti spinali, nello specifico, rispetto alle vertebre lombari e alle articolazioni coxo-femorali.
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