Aritmie cardiache ed esercizio fisico

 

Aritmie cardiache ed esercizio fisico-aritmie-aritmie cardiache-ECG-Attività Fisica Adattata-Attività fisica-esercizio fisico adattato-esercizio fisico-Studio-Prof. Carmelo Giuffrida-rischio cardiovascolare-CataniaMolte aritmie cardiache sono clinicamente ben tollerate, altre deprimono in modo variabile la funzione di pompa e qualcuna può indurre a morte improvvisa se, come di regola, è correlata ad una patologia cardiaca congenita (in alcuni casi familiare) o acquisita.

Nel soggetto aritmico va valutata la presenza e il tipo di un’eventuale cardiopatia sottostante (1 – 2 – 3).

Nella raccolta dell’anamnesi è importante valorizzare la presenza di familiarità per morte improvvisa o per cardiopatie genetiche. Ancora di più, occorre valutare i sintomi correlabili ad aritmie (sincope in particolare) e i possibili fattori scatenanti (come l’ipertiroidismo).

Tra le valutazioni strumentali, l’ECG a 12 derivazioni è un’indagine importante. Infatti, oltre a fornire elementi diagnostici nelle singole aritmie, permette, in molti casi, di svelare o, almeno, di sospettare, gran parte delle cardiopatie a rischio aritmico.

Ulteriori accertamenti possono essere prescritti dallo Specialista Cardiologo. In particolare, quando si sospetta una cardiopatia organica tramite l’eco-cardiogramma per studiare elettro-fisiologicamente il meccanismo dell’aritmia stessa. Inoltre, tramite il test di Holter e il test da sforzo per apprezzare l’andamento circadiano e il comportamento sotto sforzo delle singole aritmie.

Attività Fisica Adattata: Rapporti tra aritmie cardiache ed esercizio fisico

 

Aritmie cardiache ed esercizio fisico-aritmie-aritmie cardiache-ECG-Attività Fisica Adattata-Attività fisica-esercizio fisico adattato-esercizio fisico-Studio-Prof. Carmelo Giuffrida-rischio cardiovascolare-Catania-CardiologiaLo sforzo fisico, mediante l’incremento dell’attività simpatica, tende ad avere un effetto favorente nelle tachicardie, sia sopra-ventricolari che ventricolari, mentre l’aumento del tono simpatico riduce la soglia della fibrillazione ventricolare.

In condizioni patologiche, lo sforzo può indurre aritmie in modo indiretto attraverso meccanismi quali l’ischemia, l’ostruzione al cono di efflusso ventricolare, ecc…

La maggioranza delle aritmie in assenza di cardiopatia è ben tollerata dal punto di vista emodinamico anche durante sforzo.

In presenza di cardiopatia, invece, in misura correlata al tipo e al grado di cardiopatia, molte aritmie possono compromettere la funzione di pompa fino a causare l’arresto di circolo.

 

Aritmie cardiache ed esercizio fisico

Durante lo sforzo fisico alcune cardiopatie risultano particolarmente vulnerabili allo sviluppo di aritmie ventricolari maligne.

 

Per riassumere, tra le cardiopatie organiche a maggior rischio si individuano:

  • la cardiomiopatia ipertrofica,
  • la cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro,
  • la cardiopatia ischemica (comprese le anomalie coronariche congenite),
  • la miocardite.
  • alcune patologie dei canali ionici:
    • la sindrome del QT lungo,
    • la tachicardia ventricolare polimorfa catecolaminergica.

 

Aritmie cardiache ed esercizio fisico: risposte emotive e catecolamine

 

Infine, alcune attività motorie come lo sci di discesa o l’alpinismo, possono determinare una forte risposta emotiva. Pertanto, queste devono essere evitate in tutte le condizioni aritmogene favorite dall’aumento improvviso delle catecolamine (ad esempio sindrome del QT lungo).

In breve, nelle aritmie e nelle sindromi potenzialmente aritmogene associate a rischio di sincope vanno sconsigliate le attività fisiche nelle quali la perdita di coscienza può causare morte traumatica o da annegamento (attività a rischio intrinseco). Tra le attività più a rischio si individuano: alpinismo, sport motociclistici, nuoto, immersioni, ecc…

Complessivamente, nelle bradicardie sinusali e nei BAV nodali si devono considerare i possibili effetti peggiorativi indotti da un’attività aerobica regolare e ad elevata intensità.


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Bibliografia di riferimento nelle Aritmie cardiache ed esercizio fisico

 

1 – Delise P, Guiducci U, Zeppilli P, et al. Cardiological guidelines for competitive sports eligibility. Ital Heart J 2005; 6:661-702.

Inoltre,

2 – Pelliccia A, Fagard R, Bjornstad HH, et al. Recommendations for competitive sports participation in athletes with cardiovascular disease: a consensus document from the Study Group of Sports Cardiology of the Working Group of Cardiac Rehabilitation and Exercise Physiology and the Working Group of Myocardial and Pericardial Diseases of the European Society of Cardiology. Eur Heart J 2005; 26: 1422-45.

3 – Maron BJ, Chaitman BR, Ackerman MJ, et al, for the Working Group of the American Heart Association Committee on Exercise, Cardiac Rehabilitation, and Prevention; Councils on Clinical Cardiology and Cardiovascular Disease in the Young. Recommendations for physical activity and recreational sports participation for young patients with genetic cardiovascular diseases. Circulation 2004; 109: 2807-16.

In particolare,

4 – Linee guida – La prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico – Documento di Consenso della Task Force Multisocietaria Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI) – Società Italiana di Cardiologia dello Sport (SIC Sport) -Associazione Nazionale Cardiologi Extraospedalieri (ANCE) – Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) – Gruppo Italiano di Cardiologia Riabilitativa (GICR) – Società Italiana di Cardiologia (SIC): 9. L’esercizio fisico nel paziente con aritmie – PIETRO DELISE, FRANCO GIADA, ALESSANDRO BIFFI, SILVIA G. PRIORI, ANTONIO RAVIELE, MASSIMO SANTINI – G Ital Cardiol 2007; 8 (11): 681-731

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