Arteriopatia obliterante cronica periferica: è una sindrome clinica legata alla riduzione della portata ematica distrettuale agli arti inferiori!
Il sintomo principale dell’arteriopatia obliterante cronica periferica è rappresentato dalla claudicatio intermittens. Questa, è caratterizzata da un dolore crampiforme ai muscoli dell’arto inferiore (natica, coscia o gamba) che compare durante la deambulazione o salendo le scale. Infatti, si manifesta ogni volta al medesimo sforzo per recedere immediatamente con la cessazione del gesto motorio provocatore.
in definitiva,
Le classificazioni più diffuse dell’arteriopatia obliterante cronica periferica, in sintesi, sono quella di Fontaine e di Rutherford:
pertanto,
Classificazioni di Fontaine e Rutherford dell’arteriopatia obliterante cronica periferica |
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Stadio |
||||||
Fontaine |
Rutherford | |||||
Clinica | Segni e sintomi | Fisiopatologia | Clinica | Grado |
Categoria |
|
1 |
Asintomatico | Scoperta casuale di calcificazioni aorto-iliache | Placca aterosclerotica | Asintomatico |
0 |
0 |
Placca a rischio | ||||||
Infiammazione della placca | ||||||
Aterotrombosi | ||||||
2A |
Claudicatio lieve | ACD >200 m,
Tempo di recupero <2 min |
Discrepanza tra richiesta muscolare e apporto arterioso di ossigeno |
Claudicatio lieve
|
I |
1 |
2B |
Claudicatio moderata o severa | ACD <200 m,
Tempo di recupero >2 min |
Elevata discrepanza tra richiesta muscolare e apporto arterioso di ossigeno |
Claudicatio moderata
|
I |
2 |
ACD <80-100 metri,
Tempo di recupero >2 min |
Molto elevata discrepanza tra richiesta muscolare e apporto arterioso di ossigeno + acidosi |
Claudicatio severa |
I |
3 |
||
3 |
Dolore ischemico a riposo | Dolore ischemico a riposo | Severa ipossia cutanea e acidosi | Dolore ischemico a riposo |
II |
4 |
4
|
Ulcere ischemiche o gangrena | Necrosi | Severa ipossia cutanea e acidosi | Piccola perdita di tessuto |
III |
5 |
Infezione | ||||||
Gangrena | Severa ipossia cutanea e acidosi | Grande perdita di tessuto |
III |
6 |
||
Infezione | ||||||
ACD = distanza assoluta di claudicatio;
Tempo di recupero = tempo di riposo necessario per la scomparsa del dolore ischemico, con possibilità di riprendere l’esercizio. |
La prognosi del soggetto con AOCP è differente e si rapporta ai vari stadi.
inoltre,
Arteriopatia obliterante cronica periferica: claudicatio
dunque,
Il soggetto con claudicatio lieve (cioè con claudicatio >200 m), è destinato a rimanere stabile in circa il 75% dei casi. Infatti, presenta un rischio di evoluzione verso stadi più avanzati pari al 25% in 2-5 anni 222. Questa prognosi apparentemente benigna è gravata da un elevato rischio cardiovascolare globale. Quindi, si rileva un 5% di eventi non fatali e un 30% di mortalità a 5 anni (1 -2).
Al contrario, la storia naturale del soggetto con claudicatio moderata, cioè con distanza di claudicatio <200 m e, ancor più, il soggetto con claudicatio severa, cioè con distanza di claudicatio <100 m, sono gravate da un’incidenza di mortalità a 3 anni. In realtà, ciò è pari al 20% e da un rischio ancor più pesante di progressione della malattia locale (2).
perciò,
Arteriopatia obliterante cronica periferica: Treadmill test
pertanto,
Il metodo più accreditato per valutare la capacità di marcia del soggetto con AOCP è il treadmill test.
In questi punti, si possono sintetizzare i protocolli utilizzati:
- a carico costante – velocità 3.2 km/h, pendenza 12%,
- a carico di tipo incrementale – la velocità è costante (3.2 km/h) e la pendenza in gradi aumenta del 3.5% ogni 3 min (protocollo di Hiatt) o del 2% ogni 2 min (protocollo di Gardner) (3).
pertanto,
Arteriopatia obliterante cronica periferica: parametri!
quindi,
In entrambi i casi, i parametri da misurare sono:
– distanza di claudicatio iniziale (ICD): la distanza che induce i primi fastidi muscolari senza impedimento a continuare la marcia;
– distanza di claudicatio assoluta (ACD): la distanza alla quale il soggetto è costretto ad arrestare l’esercizio per la presenza di dolore crampiforme;
– la capacità di marcia espressa dalla misura del tempo di claudicatio iniziale (CPT) e totale (MWT).
in realtà,
Arteriopatia obliterante cronica periferica: Effetti clinici dell’Attività Fisica Adattata
precisamente,
L’utilità dell’allenamento nel soggetto claudicante è dimostrata da numerosi studi clinici di piccole dimensioni, spesso non randomizzati, e da alcune meta-analisi. (4 – 5 – 6 – 7 – 8 – 9).
I fattori predittivi di risposta positiva depongono per una durata delle sedute di allenamento non inferiore a 30 min. Nel complesso, una frequenza di allenamento non inferiore a 3 sedute/settimana e un periodo totale di training non inferiore a 6 mesi.
Il miglioramento della capacità di marcia si ottiene indipendente dalla presenza di fattori di rischio associati. Tra i maggiori fattori di rischio, perciò, si identifica il fumo (11), il diabete (8 -12), la cardiopatia ischemica o altre vasculopatie (8).
L’esercizio fisico migliora significativamente la qualità di vita dei soggetti con AOCP, sia nel dominio della salute fisica che in quello psico-sociale (10) con una debole correlazione ai parametri ergometrici (11).
in ogni caso,
Arteriopatia obliterante cronica periferica: Effetti sulla morbilità e mortalità
perciò,
Non esistono studi specifici inerenti agli effetti dell’esercizio fisico sulla morbilità e sulla mortalità dei soggetti con AOCP ma si può teoricamente supporre una riduzione degli eventi cardiovascolari maggiori, così come avviene nei soggetti con cardiopatia ischemica.
inoltre,
Arteriopatia obliterante cronica periferica: Meccanismo d’azione, protocolli e modalità di esecuzione
quindi,
Il meccanismo d’azione attraverso il quale l’esercizio fisico esercita degli effetti favorevoli non è completamente noto ma è possibile ipotizzare quanto descritto in tabella:
dunque,
Arteriopatia obliterante cronica periferica:Possibili meccanismi d’azione del training fisico sulla claudicatio intermittens |
||
Effetti sul flusso ematico |
Effetti sul muscolo
e sul metabolismo |
Effetti generali |
Ridistribuzione favorevole del sangue tra cute e muscoli e tra i vari gruppi muscolari | Aumento estrazione di ossigeno da parte del muscolo ischemico | Riduzione dei fattori di rischio aterosclerotico |
Aumento della densità dei capillari (neoangiogenesi) | Aumento degli enzimi ossidativi | Miglioramento della funzione endoteliale |
Aumento della vasodilatazione endotelio-dipendente | Aumento dell’attività dell’ossido nitrico | Riduzione dei marker di infiammazione cronica |
Miglioramento della reologia del sangue | Precondizionamento ischemico | Modificazioni nella percezione del dolore |
Miglioramento del metabolismo della carnitina |
pertanto, Arteriopatia obliterante cronica periferica: programma di allenamento controllato!
Il programma di allenamento nel soggetto con AOCP viene realizzato in modo controllato, monitorato ed eseguito sotto la supervisione di personale specializzato A.M.P.A. mentre, a domicilio, l’attività motoria viene consigliata. Di conseguenza, l’allenamento viene effettuato autonomamente dal soggetto che agisce su indicazione e si attiene scrupolosamente alle indicazioni fornite dallo Specialista A.M.P.A. (13 – 14 – 15 – 16 – 17 – 18).
Lo Studio del Prof. Dott. Carmelo Giuffrida non usa protocolli standardizzati poiché adotta protocolli variabili in rapporto alle esigenze individuali e alle capacità di adattamento dell’utente
Dato che in bibliografia i protocolli proposti dai vari autori sono molto differenti tra loro per intensità e durata, lo Studio, in linea di massima, utilizza i seguenti successivi parametri.
brevemente,
Arteriopatia obliterante cronica periferica: Training fisico controllato
in realtà,
In sintesi, l’attività fisica dovrebbe prevedere 2-3 sedute settimanali della durata di 1 h, per un periodo di 3-6 mesi.
Ogni sessione prevedere periodi di deambulazione sul tapis roulant sino alla comparsa del dolore muscolare. Questo, comunque, non dovrebbe essere superiore al punteggio 3 o 4 in rapporto a una scala strutturata. Si utilizzano, pertanto, valori che vanno dallo zero (assenza di dolore) al 5 (dolore insopportabile che costringe il soggetto a fermarsi).
Ogni periodo di cammino dovrebbe durare 8-10 min circa; tra un periodo e quello successivo si prevedono alcuni minuti di riposo.
Per determinati soggetti si prevedono periodi di cammino sul tappeto scorrevole pari a circa il 60-70% dell’ACD misurata durante il test massimale iniziale. Ciò, in quanto si evita di raggiungere soglie di allenamento in debito di ossigeno. In questo caso, l’intensità dello sforzo viene periodicamente modificata ripetendo il test massimale. In breve, i parametri di allenamento si ricollocano sulla base dei nuovi valori di ACD raggiunti. L’intensità dello sforzo (pendenza e velocità) viene adattata alle capacità deambulatorie complessive del soggetto.
precisamente,
quindi, Arteriopatia obliterante cronica periferica: Training fisico consigliato.
comunque,
Il programma di allenamento viene fornito su carta con precisi riferimenti alle frazioni di allenamento e agli intervalli di riposo. E’ necessariamente supportato da un diario clinico dei carichi di lavoro svolti calcolati secondo i medesimi criteri generali adottati nel training fisico controllato.
pertanto,
Arteriopatia obliterante cronica periferica: Protocolli di mantenimento.
dunque,
Dopo il periodo di training attivo, controllato/consigliato, il soggetto viene inserito in un mini-gruppo di lavoro per una fase di mantenimento a lungo termine. I benefici ottenuti dopo 6 mesi di attività persistono nei 12 mesi successivi utilizzando un programma di allenamento meno frequente (19 -20). Quindi, ciò consente di abbassare sensibilmente i costi e mantenere i benefici fisici e psicologici che vengono incrementati anche dalla socializzazione.
in definitiva,
Arteriopatia obliterante cronica periferica: Controindicazioni e complicanze
infine,
Nel complesso, l’esercizio fisico è controindicato nei soggetti con patologie invalidanti di tipo ortopedico, neurologico e/o pneumologico. Inoltre, la controindicazione si riscontra a carico dei soggetti con insufficienza cardiaca non stabilizzata ed in quelli con angina pectoris non controllata dalla terapia. In particolare, o con segni di ischemia al test ergometrico che impediscano il raggiungimento di un carico lavorativo adeguato durante il periodo di training.
in pratica,
Arteriopatia obliterante cronica periferica: Raccomandazioni
In breve, si può affermare che:
- Il training fisico è in grado di migliorare significativamente la capacità di marcia nella maggior parte dei soggetti con claudicatio intermittens. Pertanto, dovrebbe rientrare sempre nel programma di recupero globale del soggetto.
- La qualità della vita migliora significativamente nei soggetti con claudicatio intermittens che si sottopongono con regolarità ad un programma di allenamento. La misura dell’attività motoria, utilizzando strumenti ad hoc, dovrebbe essere uno dei parametri da rilevare routinariamente nel management dell’assistito.
- Il training fisico controllato, quindi, viene iniziato nella stabilità clinica o nella cronicità. Deve essere effettuato con la supervisione dello Specialista A.M.P.A. e, se è il caso, anche dello Specialista Cardiologo. Prevede 2-3 sedute settimanali della durata di almeno 30 minuti per un periodo non inferiore a 3 mesi. Gradualmente, può essere incrementato fino a 1 ora.
- L’attività fisica consigliata (effettuata autonomamente dal soggetto) è in grado di apportare un moderato miglioramento nell’autonomia di marcia. Per la precisione, non può essere considerato come modalità di trattamento iniziale in tutti i soggetti con claudicatio. Infatti, questi soggetti dovrebbe praticare regolarmente sedute bisettimanali di cammino in piano e senza carichi. Tutto ciò, ha utilità per mantenere i risultati ottenuti con il training fisico controllato. In altre parole,
Se desidera ricevere più informazioni sulla
quindi,
pertanto, Attività Fisica Adattata per l’arteriopatia obliterante cronica – claudicatio intermittens
inoltre,
oppure, se vuole avere chiarimenti su problematiche personali, se ha un problema particolare ed urgente, o se desidera avere un breve primo colloquio informativo tecnico prima di richiedere l’appuntamento per una Consulenza, avrà la possibilità di parlare con uno dei nostri specialisti dell’Esercizio Fisico semplicemente richiedendolo all’Operatore di Segreteria:
Tel.: 095/387810 – Cell.: 338/9134141
e-mail: drcarmelogiuffrida@yahoo.it oppure : info@drcarmelogiuffrida.com
pertanto, Bibliografia su arteriopatia obliterante cronica
1 – Dormandy JA, Rutherford RB. Management of peripheral arterial disease (PAD). TASC Working Group. Trans Atlantic Inter-Society Consensus (TASC). J Vasc Surg 2000; 31 (Pt 2): S1-S296.
inoltre,
2 – Andreozzi GM, Martini R. The fate of the claudicant limb. Eur Heart J Suppl 2002; 4: B41-B45.
quindi,
3 – Labs KH, Dormandy JA, Jaeger KA, Stuerzebecher CS, Hiatt WR. Transatlantic Conference on Clinical Trial Guidelines in Peripheral Arterial Disease: clinical trial methodology. Basel PAD Clinical Trial Methodology Group. Circulation 1999; 100: e75-e81.
perciò,
4 – Gardner AW, Poehlman ET. Exercise rehabilitation programs for the treatment of claudication pain: a meta-analysis. JAMA 1995; 274: 975-980.
ulteriormente,
5 – Girolami B, Bernardi E, Prins MH, et al. Treatment of intermittent claudication with physical training, smoking cessation, pentoxifylline, or nafronyl: a meta-analysis. Arch Intern Med 1999; 159: 337-345.
perciò,
6 – Leng GC, Fowler B, Ernst E. Exercise for intermittent claudication. Cochrane Database Syst Rev 2000; (2): CD002000.
Inoltre,
7 – Gardner AW, Katzel LI, Sorkin JD, et al. Exercise rehabilitation improves functional outcomes and peripheral circulation in patients with intermittent claudication: a randomized controlled trial. J Am Geriatr Soc 2001; 49: 755-762.
ancora di più,
8 – Carlon R, Morlino T, Maiolino P. Beneficial effects of exercise beyond the pain threshold in intermittent claudication. Ital Heart J 2003; 4: 113-120.
inoltre,
9 – Gelin J, Jivegard L, Taft C, et al. Treatment efficacy of intermittent claudication by surgical intervention, supervised physical exercise training compared to no treatment in unselected randomised patients I: One year results of functional and physiological improvements. Eur J Vasc Endovasc Surg 2001; 22: 107-113.
ulteriormente,
10 – Spronk S, Bosch JL, Veen HF, den Hoed PT, Hunink MG. Intermittent claudication: functional capacity and quality of life after exercise training or percutaneous transluminal angioplasty – systematic review. Radiology 2005; 235: 833-842.
11 – Barletta G, Perna S, Sabba C, Catalano A, O’Boyle C, Brevetti G. Quality of life in patients with intermittent claudication: relationship with laboratory exercise performance. Vasc Med 1996, 1: 3-7.
12 – Ubels FL, Links TP, Sluiter WJ, Reitsma WD, Smit A.J. Walking training for intermittent claudication in diabetes. Diabetes Care 1999; 22: 198-201.
pertanto, Ulteriore Bibliografia di riferimento sull’arteriopatia obliterante periferica cronica degli arti inferiori:
13 – Regensteiner JG, Meyer TJ, Krupski WC, Cranford LS, Hiatt WR. Hospital vs home-based exercise rehabilitation for patients with peripheral arterial occlusive disease. Angiology 1997; 48: 291-300.
in realtà,
14 – Savage P, Ricci MA, Lynn M, et al. Effects of home versus supervised exercise for patients with intermittent claudication. J Cardiopulm Rehabil 2001; 21: 152-157.
ancora di più,
15 – Degischer S, Labs KH, Hochstrasser J, Aschwanden M, Tschoepl M, Jaeger KA. Physical training for intermittent claudication: a comparison of structured rehabilitation versus home-based training. Vasc Med 2002; 7: 109-115.
ulteriormente,
16 – Cheetham DR, Burgess L, Ellis M, Williams A, Greenhalgh RM, Davies AH. Does supervised exercise offer adjuvant benefit over exercise advice alone for the treatment of intermittent claudication? A randomised trial. Eur J Vasc Endovasc Surg 2004; 27: 17-23.
quindi,
17 – Wullink M, Stoffers HE, Kuipers H. A primary care walking exercise program for patients with intermittent claudication. Med Sci Sports Exerc 2001; 33: 1629-1634.
perciò,
18 – Hirsch AT, Haskal ZJ, Hertzer NR, et al. ACC/AHA 2005 guidelines for the management of patients with peripheral arterial disease (lower extremity, renal, mesenteric, and abdominal aortic): executive summary. A collaborative report from the American Association for Vascular Surgery/Society for Vascular Surgery, Society for Cardiovascular Angiography and Interventions, Society for Vascular Medicine and Biology, Society of Interventional Radiology, and the ACC/AHA Task Force on Practice Guidelines (Writing Committee to Develop Guidelines for the Management of Patients With Peripheral Arterial Disease) endorsed by the American Association of Cardiovascular and Pulmonary Rehabilitation; National Heart, Lung, and Blood Institute; Society for Vascular Nursing; TransAtlantic Inter-Society Consensus; and Vascular Disease Foundation. J Am Coll Cardiol 2006; 47: 1239-1312. Di conseguenza,
inoltre, Ulteriore Bibliografia di riferimento sull’arteriopatia obliterante periferica cronica degli arti inferiori:
19 – Gardner AW, Katzel LI, Sorkin JD, Goldberg AP. Effects of long-term exercise rehabilitation on claudication distances in patients with peripheral arterial disease: a randomized controlled trial. J Cardiopulm Rehabil 2002; 22: 192-198.
inoltre,
20 – Menard JR, Smith HE, Riebe D, Braun CM, Blissmer B, Patterson RB. Long-term results of peripheral arterial disease rehabilitation. J Vasc Surg 2004; 39: 1186-1192. Perciò,
ancora di più,
21 – Linee guida – La prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico – Documento di Consenso della Task Force Multisocietaria Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI) – Società Italiana di Cardiologia dello Sport (SIC Sport) – Associazione Nazionale Cardiologi Extraospedalieri (ANCE) – Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) – Gruppo Italiano di Cardiologia Riabilitativa (GICR) – Società Italiana di Cardiologia (SIC): 13.L’esercizio fisico nel paziente con arteriopatia obliterante cronica periferica – ROBERTO CARLON, GIUSEPPE MARIA ANDREOZZI, ALFREDO LEONE – G Ital Cardiol 2007; 8 (11): 681-731
inoltre, Webgrafia di riferimento: in altri termini,
https://www.gymhub.it/gym-lab/clinics/arteriopatia-periferica-ed-esercizio pubblicato in Gymhub.it il 27 giugno 2017
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