Insufficienza cardiaca cronica: l’Attività Fisica induce miglioramenti emodinamici, ventilatori e metabolici
L’insufficienza cardiaca cronica è una complessa sindrome clinica che, nei Paesi occidentali, colpisce ogni anno da 1 a 5 soggetti su 1000. Infatti, è associata ad una marcata riduzione dell’aspettativa di vita in ogni decade di età (1 – 2).
Le principali cause di insufficienza cardiaca cronica sono da imputare alla cardiopatia ischemica e all’ipertensione arteriosa sistemica che rappresentano circa l’80% dei casi.
Nonostante il progresso della terapia medica avvenuto nelle ultime decadi, la prognosi dell’insufficienza cardiaca cronica non è cambiata significativamente (3 – 4 – 5).
In realtà, il miglioramento della terapia farmacologica ha ridotto il tasso di mortalità ospedaliera, ma ha, tuttavia, contribuito:
- alla cronicizzazione dell’insufficienza cardiaca;
- all’aumento del numero dei soggetti che richiedono cure e assistenza medica;
- all’aumento delle riospedalizzazioni.
Pertanto, risulta giustificata la ricerca di nuove o differenti strategie di intervento efficaci, sicure, disponibili e con un conveniente rapporto costo/efficacia.
L’Attività Fisica Adattata si è dimostrata in grado di migliorare la capacità funzionale. Di conseguenza, migliora anche la qualità della vita nei soggetti con insufficienza cardiaca cronica (6- 7).
Il training condotto con un piano di lavoro mirato all’attività fisica adattata, a dire la verità:
- migliora la funzione contrattile del ventricolo sinistro,
- attenua la vasocostrizione periferica attraverso il miglioramento della bilancia autonomica e il miglioramento della vasodilatazione endotelio-dipendente,
- riduce il fenomeno del rimodellamento ventricolare sinistro (VS) e l’attivazione neuro-umorale.
- l’insieme degli adattamenti migliora la capacità funzionale e spezza il circolo vizioso del deterioramento progressivo funzionale e cardiocircolatorio.
Criteri di inclusione e di esclusione per svolgere il protocollo di Attività Fisica Adattata nella Insufficienza cardiaca cronica
I criteri di inclusione nel protocollo sono:
- insufficienza cardiaca cronica stabile (assenza negli ultimi 3 mesi della necessità di modificare la terapia medica o di essere ricoverato in ospedale);
- classe funzionale NYHA II e III;
- capacità di effettuare un programma di esercizio fisico.
I criteri di esclusione sono:
- recente evento coronarico acuto;
- insufficienza cardiaca scompensata;
- ipertensione arteriosa o diabete mellito non controllati;
- malattia respiratoria severa;
- anemia significativa;
- insufficienza renale (creatinina >2.5 mg/dl).
I soggetti vengono sottoposti ad esercizi aerobici, monitorati durante l’intera attività fisica espletata, da 1 a 2 volte alla settimana, e con un piano di lavoro domiciliare da auto-somministrare per i restanti giorni della settimana. Ogni seduta ha la durata di circa 60 minuti.
In breve, l’intensità dell’esercizio viene mantenuta con controllo costante a mezzo di cardiofrequenzimetro. Pertanto, viene fissato intorno al 60-80% della frequenza cardiaca massimale raggiunta con test ergometrico standard, o al 60-70% del VO2 max.
Quando richiesto o ritenuto utile, l’esercizio fisico viene supervisionato anche da uno specialista Cardiologo (almeno per le prime 3 settimane).
Per ottimizzare i risultati clinici nei soggetti con insufficienza cardiaca cronica, soprattutto, è necessario che l’allenamento fisico sia:
- ben monitorato e, complessivamente, funzionalizzato;
- effettuato il più a lungo possibile;
- che risponda ai fattori predittivi di una risposta positiva al training.
Parametri predittivi di una risposta positiva dal training nei soggetti con insufficienza cardiaca cronica. |
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Fattori predittivi |
Fattori non predittivi |
Presenza di miocardio vitale | Età |
Riempimento diastolico normale o del tipo rilasciamento anomalo | Sesso |
Normale slope di aumento della gettata cardiaca al test da sforzo | VO2 di picco iniziale |
Frazione di eiezione ventricolare sinistra | |
Numero di arterie coronarie con stenosi significativa | |
VO2 = consumo miocardico di ossigeno. |
Insufficienza cardiaca cronica: la sedentarietà induce un circolo vizioso di decondizionamento!
L’incapacità di effettuare esercizio fisico senza disagio è, in particolare, una caratteristica comune nei soggetti con insufficienza cardiaca cronica.
La ridotta tolleranza allo sforzo genera un circolo vizioso di decondizionamento e peggioramento della funzione cardiocircolatoria: l’inattività favorisce l’atrofia dei muscoli scheletrici, la quale causa riduzione della forza e precoce esauribilità.
Nel complesso, la disfunzione cardiaca determina stimolazione neurormonale e attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone. Questi, infatti, peggiorano il deficit cardiocircolatorio, con iperattività adrenergica e vasocostrizione arteriosa, aumento del post-carico e sovraccarico cardiaco cronico.
L’Attività Fisica Adattata induce una serie di adattamenti funzionali e strutturali a carico di diversi apparati che interrompono questo circolo vizioso. Pertanto, nell’insufficienza cardiaca, si ottengono miglioramenti emodinamici, ventilatori e metabolici tali da aumentare la capacità funzionale e da consentire una qualità di vita migliore.
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Bibliografia per l’insufficienza cardiaca
inoltre,
1 – Remes J, Reunanen A, Aromaa A, Pyorala K. Incidence of heart failure in eastern Finland: a population-based surveillance study. Eur Heart J 1992; 13: 588-592.
Inoltre,
2 – The SOLVD Investigators. Effect of enalapril on survival in patients with reduced left ventricular ejection fractions and congestive heart failure. N Engl J Med 1991; 325: 293-302.
In breve, per l’insufficienza cardiaca
3 – Blair SN, Kohl HW, Barlow CE, Paffenbarger RS, Gibbons LW, Macera CA. Changes in physical fitness and all-cause mortality. A prospective study of healthy and unhealthy men. JAMA 1995; 273: 1093-8.
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ancora di più,
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in alternativa,
6 – Coats AJ, Adamopoulos S, Meyer TE, Conway J, Sleight P. Effects of physical training in chronic heart failure. Lancet 1990; 335: 63-66.
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in particolare, per l’insufficienza cardiaca:
8 – Linee guida – La prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico – Documento di Consenso della Task Force Multisocietaria – Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI) – Società Italiana di Cardiologia dello Sport (SIC Sport) – Associazione Nazionale Cardiologi Extraospedalieri (ANCE) – Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) – Gruppo Italiano di Cardiologia Riabilitativa (GICR) – Società Italiana di Cardiologia (SIC): 10. L’esercizio fisico nel paziente con insufficienza cardiaca cronica e nel paziente sottoposto a trapianto cardiaco – ROMUALDO BELARDINELLI, PIERGIUSEPPE AGOSTONI G Ital Cardiol 2007; 8 (11): 681-731
inoltre,
quindi,
perciò,
in realtà,
a dire il vero,
per di più,
in linea di massima,
inoltre,
quindi,
perciò,
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in linea di massima,
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