Attività fisica in cardiopatia ischemica

 

La cardiopatia ischemica comprende tutte le condizioni in cui si verifica un insufficiente apporto di sangue e di ossigeno al cuore.

La causa più frequente di cardiopatia ischemica è l’aterosclerosi. E’ caratterizzata dalla presenza di ateromi nelle arterie coronarie (placche ad elevato contenuto di colesterolo), in grado di  ridurre o, addirittura, ostruire il flusso di sangue.

Specificatamente, l’attività cardiaca implica un equilibrio tra il fabbisogno di ossigeno del cuore e il flusso di sangue.

Allo stesso modo, il muscolo cardiaco utilizza grandi quantità di ossigeno per espletare il proprio metabolismo. Ma, quando sono presenti particolari condizioni patologiche, si assiste a una riduzione acuta o cronica, permanente o transitoria, dell’apporto di ossigeno (ipossia o anossia) e dei nutrienti. Il cuore, danneggiandosi, riduce la sua funzionalità e si instaura una insufficienza cardiaca.

 

L’ostruzione improvvisa delle coronarie, inoltre, può produrre l’infarto miocardico con un elevato rischio di arresto circolatorio e il decesso.

 

La cardiopatia ischemica, quindi, presenta manifestazioni cliniche differenti:

La prescrizione dei protocolli di attività fisica in cardiopatia ischemica post-acuta non complicata trova grande indicazione.

La ripresa dell’attività motoria e il miglioramento della tolleranza allo sforzo sono particolarmente rilevanti anche, e soprattutto, in presenza di patologia severa o in condizione funzionale più compromessa.

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Pertanto, quale TRAINING FISICO occorre somministrare nella cardiopatia ischemica ?!

Attività Fisica in cardiopatia ischemica post-acuta: Ischemia miocardica da sforzo

 

I soggetti in fase di stabilità per i quali è stata posta indicazione al trattamento medico, trovano indicazione all’esercizio fisico allo scopo di migliorare la soglia ischemica.

Questa condizione si presenta sempre più frequentemente negli esiti di una rivascolarizzazione meccanica o chirurgica incompleta, o nei soggetti non candidabili alla rivascolarizzazione.

 

Attività Fisica in cardiopatia ischemica post-acuta: Disfunzione ventricolare sinistra postinfartuale

 

Nei soggetti con infarto miocardico e funzione ventricolare sinistra depressa, le conseguenze indotte dall’esercizio sulle dimensioni ventricolari e sul processo di rimodellamento sono controverse (1 – 2).Attività fisica in cardiopatia ischemica-cardiopatia ischemica-cardiopatie ischemiche-attività fisica-adattata-esercizio fisico-adattato-Studio-Prof. Carmelo Giuffrida-Cardiologia-1

A dire il vero, sulla base delle conoscenze attuali, nei soggetti con infarto miocardico e grave disfunzione sistolica si pone indicazione all’esercizio a bassa intensità.

 

Attività Fisica in cardiopatia ischemica post-acuta: Rivascolarizzazione chirurgica

 

In breve, pochi studi hanno valutato l’efficacia dell’Attività Fisica Adattata dopo rivascolarizzazione chirurgica separatamente da soggetti con altre diagnosi (3).

Il programma di attività motoria, una volta superate le eventuali complicanze legate all’intervento, può procedere secondo i protocolli standard relativi al soggetto ischemico non chirurgico (4).

 

Attività Fisica in cardiopatia ischemica post-acuta: Angioplastica coronarica

 

Le esperienze dopo interventi di angioplastica coronarica sono ancora limitate (5).

Nei soggetti con coronaropatia stabile randomizzati a trattamento con solo esercizio fisico o con angioplastica coronarica con stent è stata osservata, a distanza di 12 mesi, una significativa riduzione degli eventi cardiovascolari conseguente a trattamento con esercizio fisico rispetto a soggetti sottoposti a rivascolarizzazione (6).

Per inciso, ancora molto scarsi sono i dati sui soggetti con infarto miocardico acuto trattati con angioplastica primaria.

Al momento attuale e in attesa di ulteriori studi, l’esercizio fisico è indicato, secondo le particolari modalità generali, nei soggetti sottoposti ad angioplastica coronarica con o senza stent. In tutta onestà, non esiste rischio di restenosi acuta indotta dall’esercizio con un possibile effetto favorevole sulla progressione della malattia coronarica.

 

Attività Fisica in cardiopatia ischemica post-acuta: Coronaropatici anziani

in pratica,

La prescrizione dell’esercizio riguarda sempre di più i soggetti anziani, caratterizzati da malattia coronarica complicata da una maggiore co-morbilità e da maggiori deficit funzionali, cognitivi ed emozionali, che producono un impatto negativo sull’autonomia e sulla prognosi.

Gli effetti favorevoli dell’Esercizio fisico sulla capacità funzionale e la qualità della vita è stata dimostrata anche in soggetti con infarto miocardico di età geriatrica (>75 anni) (7).

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Attività Fisica in cardiopatia ischemica cronica

 

Documentati studi riportati in bibliografia hanno dimostrato l’efficacia dei programmi di training in materia di cardiopatia ischemica cronica: la prognosi a lungo termine è significativamente migliore quando viene ottenuta e mantenuta una capacità funzionale più elevata (8 – 9).

Per quanto riguarda uno degli aspetti più critici della prevenzione secondaria, questo è rappresentato dalla labilità nell’aderenza ai programmi. Dall’analisi di trial e studi controllati, risulta che l’aderenza al programma di prevenzione, anche dopo la somministrazione di esercizio fisico, decade progressivamente a circa il 50-60% ad 1 anno ed a circa il 20-30% a 3 anni.

Quindi, ciò suggerisce la necessità di rendere disponibili modelli organizzativi per la fase di mantenimento con differente modularità.

Molto più, questo serve a rispondere alle diverse esigenze dettate dalle condizioni cliniche e dai bisogni di sorveglianza. In realtà, non esistono indicazioni codificate per la prescrizione dell’esercizio nella cardiopatia ischemica cronica.

 

Le principali norme di comportamento suggerite dall’American College of Sports Medicine possono essere riassunte nel modo seguente (10):

 

Condizioni per l’esecuzione di esercizio fisico autogestito, cioè, senza sorveglianza

Da American College of Sports Medicine (10), ad ogni modo, modificata.

Capacità funzionale >8 METS o doppia di quella eseguita nell’attività quotidiana
Frequenza cardiaca e pressione arteriosa controllate a riposo e con normale risposta all’esercizio
Sforzo massimale senza aritmie e segni di ischemia all’ECG
Assenza di disfunzione ventricolare sinistra
Adeguato controllo dei fattori di rischio
Capacità di autogestire l’esercizio
Adeguata conoscenza della malattia e capacità di riconoscere i sintomi

Attività Fisica in cardiopatia ischemica: Esercizio fisico domiciliare in auto-gestione

 

  • nei soggetti clinicamente stabili a basso profilo di rischio: si possono dare indicazioni di varie tipologie di esercizio fisico a sfondo ricreativo da controllare autonomamente.

In altre parole, non necessitano di particolare sorveglianza;

 

Attività fisica in cardiopatia ischemica-cardiopatia ischemica-cardiopatie ischemiche-attività fisica-adattata-esercizio fisico-adattato-Studio-Prof. Carmelo Giuffrida-Cardiologia-3

  • in soggetti clinicamente stabili ed a basso rischio, ma con difficoltà all’aderenza o al cambiamento dello stile di vita o con altri fattori di rischio presenti: si possono dare indicazioni per effettuare l’esercizio fisico autonomamente.

A dire la verità, possono essere supportate anche da periodici rinforzi da parte del Medico di Base o Specialista curante, o di una struttura di riferimento;

 

  • per i soggetti con condizioni di esposizione al rischio di progressione di malattia (con co-morbilità come diabete, ipertensione) o di deterioramento della funzione cardiaca (come una malattia coronarica pluri-vasale): si deve effettuare esercizio fisico solo con rivalutazioni periodiche che ne documentino la stabilità.

In particolare, la prescrizione di Attività Fisica Adattata deve essere limitata ad attività aerobiche a bassa intensità;

 

  • in soggetti con profilo di rischio medio-elevato: come tale, l’esercizio Fisico deve essere somministrato in strutture dedicate, di alta specializzazione, che possono garantire esperienza e competenza degli Operatori nella somministrazione di Attività Fisica Adattata – A.F.A.

Pertanto, occorre monitorare sempre costantemente l’intera sessione di Training. Inoltre, nei casi più complessi, è necessario associare anche la supervisione Medica-specialistica.


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Se desidera avere più informazioni, avere chiarimenti su problematiche personali, se ha un problema particolare ed urgente, o se desidera avere un breve primo colloquio informativo tecnico prima di richiedere l’appuntamento per una Consulenza, avrà la possibilità di parlare con uno dei nostri specialisti dell’Esercizio Fisico semplicemente richiedendolo all’Operatore di Segreteria:

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Bibliografia di riferimento alla cardiopatia ischemica

 

1 – Giannuzzi P, Temporelli PG, Corrà U, Tavazzi L, for the ELVD-CHF Study Group. Antiremodeling effect of longterm exercise training in patients with stable chronic heart failure: results of the Exercise in Left Ventricular Dysfunction and Chronic Heart Failure (ELVD-CHF) Trial. Circulation 2003; 108: 554-559.

2 – Kubo N, Ohmura N, Nakada I, et al. Exercise at ventilatory threshold aggravates left ventricular remodeling in patients with extensive anterior acute myocardial infarction. Am Heart J 2004; 147: 113-120.

soprattutto,

3 – Scottish Intercollegiate Guidelines Network (SIGN). Cardiac rehabilitation. A national clinical guideline. Edinburgh: SIGN, 2002.

4 – Pasquali SK, Alexander KP, Coombs LP, Lytle BL, Peterson ED. Effect of cardiac rehabilitation on functional outcomes after coronary revascularization. Am Heart J 2003; 145:445-451.

particolarmente,

5 – Belardinelli R, Paolini I, Cianci G, Piva R, Georgiou D, Purcaro A. Exercise training intervention after coronary angioplasty: the ETICA trial. J Am Coll Cardiol 2001; 37:1 891-900.

e ancora,

6 – Hambrecht R, Walther C, Mobius-Winkler S, et al. Percutaneous coronary angioplasty compared with exercise training in patients with stable coronary artery disease: a randomized trial. Circulation 2004; 109: 1371-1378.

7 – Marchionni N, Fattirolli F, Fumagalli S, et al.: Improved exercise tolerance and quality of life with cardiac rehabilitation of older patients after myocardial infarction: results of a randomized, controlled trial. Circulation 2003; 107: 2201-2206.

Ulteriore bibliografia, in materia di cardiopatia ischemica

8 – Wannamethee SG, Shaper AG, Walker M. Physical activity and mortality in older men with diagnosed coronary heart disease. Circulation 2000; 102: 1358-1363.

9 – Kavanagh T, Mertens DJ, Hamm LF, et al. Prediction of long-term prognosis in 12 169 men referred for cardiac rehabilitation. Circulation 2002; 106: 666-671.

10 – American College of Sports Medicine. ACSM’s guidelines for exercise testing and prescription. 6th ed. Philadelphia, PA: Lippincott Williams & Wilkins, 2000.

inoltre,

11 – Linee guida – La prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico – Documento di Consenso della Task Force Multisocietaria Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI) – Società Italiana di Cardiologia dello Sport (SIC Sport) – Associazione Nazionale Cardiologi Extraospedalieri (ANCE) – Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) – Gruppo Italiano di Cardiologia Riabilitativa (GICR) – Società Italiana di Cardiologia (SIC): 8. L’esercizio fisico nel paziente con cardiopatia ischemica – FRANCESCO FATTIROLLI, UMBERTO GUIDUCCI, MARIA PENCO – G Ital Cardiol 2007; 8 (11): 681-731

quindi,

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