Psicomotricità: verso una Scienza del Movimento Umano a tutte le età con il gioco!
Psicomotricità ed apprendimento psicomotorio : a tutte le età, attraverso il gioco, si impara a muovere armonicamente il corpo e … non solo!
Prof. Dott. Carmelo Giuffrida
Le Boulch, Ajuriaguerra, Ozeretzki, Guilmain, Bergès, Soubiran, … studiando le Scienze del Movimento in chiave moderna, svilupparono il concetto di movimento umano, non come atto motorio nudo e crudo, ma relazionato con un sistema nervoso, razionalizzato secondo schemi ben precisi e finalizzato a necessità primarie funzionali.
Il corpo viene valorizzato!
Non è più inteso così come si faceva ai tempi di Pehr Henrik Ling ma neanche come lo intendeva George Hèbert: con le tappe del suo accrescimento si sviluppa l’identità, la vita emotiva, i processi cognitivi e l’organizzazione della motricità. Forma, funzione e relazione entrano in combinazione con lo spazio circostante. L’interiore diventa parte integrante dello spazio nell’interezza di una globalità psico-somatica, strutturale, funzionale.
Il corpo vissuto diventa base della vita con la Psicomotricità!
Comprendere l’uomo, indipendentemente dai problemi, induce ad analizzare come questi si rapporta con tutto ciò che lo circonda, con se stesso, con gli altri.
I disordini psichici si manifestano spesso con disordini motori non necessariamente di origine organica. E questi disordini possono essere presenti a qualsiasi età, presentarsi in qualsiasi situazione, prescindere dalla presenza di patologie conclamate.
Strumenti di valutazione e di intervento, metodologie e tecniche varie, pongono gli schemi motori e corporei al centro di mediazioni relazionali. Inducono ad attivare azioni dirette al recupero senso-percettivo, motorio, ludico, …
L’educazione psico-motoria e i percorsi psico-motori usano la propriocezione, la percezione del corpo, gli schemi motori di base, la scoperta de proprio se, …
Psicomotricità: Il gioco viene guidato e si trasforma in ludo-motricità
Poi, si rende necessario immergersi in un contesto sociale che coinvolge i Tecnici ma anche altri soggetti co-esistenti e il gioco diventa socio-motricità!
Non ci si riferisce più alla nozione spicciola di motricità o di quoziente motorio poichè l’analisi dei differenti comportamenti consente di quantificare le capacità motorie essenziali, le capacità neuro-motorie, le capacità percettivo-motorie, la lateralità.
Il corpo comunica e riceve informazioni. La prossemica e la Chinesiologia penetrano l’ambiente e si contestualizza un innovativo approccio che sfrutta l’educazione al movimento, l’apprendimento, l’uso di oggetti particolari con forme varie per fornire concetti di grande e di piccolo, di alto e di basso, di dentro e di fuori, …. come i piccoli attrezzi, i grandi attrezzi, attrezzi di fortuna, … palle, cerchi, funi, bastoni, tavolette oscillanti, pedane elastiche, … percorsi creativi e fantasiosi in grado di scaricare tensioni, proporre emozioni, vincere paure e stati conflittuali, creare strategie motorie!
La Scienza del Movimento entra in palestra e si trasforma in gioco. Non è solo “Gioco”! Ha “Operatori” che “giocano”. Non ha pretesa di essere “Panacea”: il GIOCO appartiene all’uomo e, così, anche le condotte neuro-percettive-motorie!
Il supporto fornito dai percorsi si basa su approcci metodologici in grado di attivare tutti gli ambiti della motricità senza essere invasivi per stimolare l’ambito educativo-preventivo, sociale, ludico, cognitivo, percettivo, sensoriale, …
L’educazione psico-motoria segue lo stesso cammino della corticalizzazione secondo la legge cefalo-caudale.
C’è chi lo chiama Programma di Psicomotricità, …
C’è chi la chiama Psicomotricità, ma qualsiasi esercizio condotto con la logica della razionalità, finalizzato, ben articolato in tutte le sue parti sin dalla posizione immergente fino all’espletamento meccanico di tutta la sua esecuzione ha contenuti psichici e motori: …. e diventa Psicomotricità!
Un mio lontano ricordo, mi porta a riflettere su una ricerca condotta su 830 bambini dell’entroterra siciliano che vennero testati nel 1985.
L’esito di quel lavoro minuzioso fu pubblicato nel Volume XXXIV – fasc. 6 -anno 1986 di “La Ginnastica Medica” – organo ufficiale della Società Italiana di Ginnastica Medica-Medicina Fisica e Riabilitazione – quando la Psicomotricità era sconosciuta ai più : si testarono tutte le qualità fisiche di base, le condotte motorie, gli schemi motori di base, … si parlava di psico-cinetica, si discuteva sull’aspetto transitivo del movimento umano, e si andava Verso la Scienza del Movimento Umano, … con un grande Amico dell’argomento, un grande Collega che si consultava spesso con umiltà professionale e che corrispondeva a Jean Jacques Le Boulch!
Psicomotricità: Altri tempi!
Erano i tempi in cui si usavano i tests di Ozeretzki-Guilmain, il test di N. Galifret-Granjondelle con le prove di Piaget e di Head “Destra-Sinistra”.
Si usavano prove motorie pioneristiche per testare la coordinazione dinamica delle mani, la coordinazione dinamica generale, la coordinazione statica (equilibramento). E anche l’organizzazione dello spazio (orientamento), le sincinesie con la prova delle marionette. Inoltre, le paratonie con la prova di oscillazione passiva delle braccia e a braccio morto, gli adattamenti al ritmo.
Ci si dovette inventare il test del pace-maker per studiare le capacità di assimilazione e di riproduzione del ritmo esterno (test del pace-maker di C. Giuffrida).
Un ottimo lavoro che finì a un Convegno Internazionale. Fu discusso e pubblicato su un Organo Ufficiale di Stampa del settore a firma dello scrivente.
Non mancarono i consensi e i plausi della Comunità scientifica mondiale.
Psicomotricità: A cosa serve questo lavoro ?
Serve a progettare ed attuare programmi di attività motorie finalizzate al raggiungimento, al recupero e al mantenimento delle migliori condizioni di benessere psico-fisico.
Interessa soggetti in varie fasce d’età e in diverse condizioni fisiche, con attenzione alle specificità di genere.
Quindi, una corretta organizzazione e pianificazione di particolari attività e tecniche, diventano utili strumenti di prevenzione di patologie e di vizi posturali.
In realtà, diventano basi per il miglioramento della qualità della vita mediante l’esercizio fisico, assumono significato di recupero motorio post-riabilitativo finalizzato al mantenimento dell’efficienza fisica.
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