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Riatletizzazione e rieducazione funzionale post-fisioterapia

Riatletizzazione: La rieducazione funzionale dopo la fase riabilitativa acuta

 

La riatletizzazione è un concetto introdotto negli ultimi anni per definire l’ultima parte del percorso di recupero funzionale di un atleta da un infortunio. In passato si faceva coincidere il ritorno all’attività agonistica con la fine della fase riabilitativa. Dopo un evento sinistroso in cui era coinvolto l’atleta, il trattamento veniva affidato esclusivamente al Terapista della Riabilitazione (oggi divenuto Fisio-Terapista).

Se ne trattava il momento di instabilità sotto la guida dello specialista Medico-Ortopedico o Medico-Fisiatra. Questa figura professionale gestiva la fase acuta e, successivamente, continuava impropriamente a gestire anche le fasi successive (di stabilità o di cronicità).

Ma, esaurito il momento “Medico-Sanitario”, per fare ritorno all’attività sportiva e motoria, occorre affidare il proprio corpo a Tecnici in grado di programmare il rientro nell’ambiente dello sport. Occorre un Professionista in grado di fare riacquisire la Restitutio ad integrum perduta!

Oggi si cerca costantemente di recuperare le funzionalità lese con l’infortunio attraverso uno specifico percorso riabilitativo. Si avvia con la Fisioterapia per raggiungere, poi, il campo della Chinesiologia rieducativa. L’obiettivo finale non è solo quello di stare bene! L’obiettivo è anche quello di raggiungere buoni livelli della gestualità sport-specifica e delle capacità condizionali adeguate al livello competitivo di appartenenza.

 

Cosa significa Riatletizzazione?

Riatletizzazione-rieducazione-riabilitazione-motoria-Prof. Carmelo Giuffrida-CataniaLa moderna Scienza dell’Esercizio Fisico applicata alla traumatologia sportiva non può ignorare, al termine della fase riabilitativa da un infortunio e del periodo di fisioterapia, prima del ritorno incondizionato all’attività sportiva, la programmazione di un periodo di riatletizzazione per  riportare l’atleta, professionista o amatoriale, alle capacità fisiche che aveva acquisito prima dell’evento sinistroso consentendogli di allenarsi con le medesime modalità pre-infortunio e riducendo al massimo il rischio di recidive o di sovraccarico funzionale e strutturale.

Il percorso di recupero da un infortunio, perciò, si compone di diverse fasi che trovano nella riatletizzazione la possibilità di sfociare nel ritorno alla pratica dello sport. La riabilitazione consente di recuperare le capacità destinate all’attività agonistica di sua competenza. Ma per realizzare ciò si deve prevedere un periodo che attesti il ritrovato equilibrio psico-fisico prima del ritorno sul campo della competizione agonistica.

Riatletizzazione e rieducazione funzionale post-fisioterapia:

come riportare l’atleta alle capacità fisiche che aveva prima dell’evento sinistroso

 

Riatletizzazione-rieducazione-riabilitazione-motoria-Prof. Carmelo Giuffrida-Catania-1È l’ultima fase di un percorso che, da riabilitazione, si trasforma in rieducazione. E’ la fase più delicata e che deve essere affidata, per competenza operativa, esclusivamente allo Specialista dell’esercizio fisico. L’atleta, ormai stabilizzato, viene aiutato dallo Specialista in Scienze e Tecniche A.M.P.A. (Attività Motorie Preventive e Adattate) nel percorso rieducativo. Grazie allo sfruttamento di precisi principi teorici e metodologici dell’esercizio fisico e dell’allenamento sportivo specifico, si tenta di raggiungere il completo recupero. Per realizzare l’obiettivo essenziale si interviene sulle capacità condizionali e sulle abilità dello sport specifico. E ciò, garantisce una restitutio ad integrum dell’individuo e il suo completo recupero funzionale.

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Prima di ricominciare l’attività agonistica, l’atleta deve aver recuperato le funzionalità lese con l’infortunio, gli schemi motori e la gestualità sport‐specifica; le capacità condizionali devono essere ri-adeguate al livello competitivo di appartenenza.

Un infortunio è quasi sempre secondario a una carenza coordinativa intermuscolare. Ciò capita durante l’estensione di un movimento quando non vi è sintonia ottimale nell’azione dei diversi muscoli sinergici, agonisti o antagonisti. Il sinistro può anche derivare da una mancanza di controllo intramuscolare (le mio-fibrille non vengono contratte in modo ottimale o adeguato alla situazione).

A seguito del momento lesivo si generano una serie di meccanismi difensivi. Questi possono permanere nel medio-lungo termine abbassando sensibilmente la capacità reattiva e l’omeostasi individuale per effetto dei focolai algogeni che ne scaturiscono. Il distretto somatico traumatizzato stimola il SNC alla percezione dell’alterazione della struttura che riduce, conseguenzialmente all’evento traumatico, il tono muscolare.

 

Riatletizzazione: Non è possibile accelerare la guarigione ma si può evitare il ritardo dei processi riparativi se si agisce idoneamente.

 

Nell’ambito dell’esperienza acquisita su una importante casistica redatta nello Studio del Prof. Dott. Carmelo Giuffrida, è stata verificata l’incidenza da infortunio sportivo.

Gli atleti agonisti di medio-alto livello maggiormente interessati sono provenienti per lo più dal mondo del calcio, della pallanuoto, della lotta, del judo. Ma, anche, della pallavolo, del basket, della pesistica, del triathlon, dell’atletica leggera, …Rieducazione motoria-chinesiterapia-Prof. Carmelo Giuffrida-3

Nel corso degli anni, oltre il 50% degli infortuni deriva da traumatismi muscolari. Di questi traumi, un buon 20-30% costringono a uno stop globale dall’attività agonistica e atletica per almeno 30 giorni.

All’atleta, generalmente, si somministrano elevati numero di esami diagnostici comprendenti ecotomografie, lastre radiografiche, Risonanze Magnetiche Nucleari e Tomografie Assiali Computerizzate.

 

Riatletizzazione: quando si ha fretta si rischia la recidiva dell’infortunio!

 

Riatletizzazione-rieducazione-riabilitazione-motoria-Prof. Carmelo GiuffridaLa riatletizzazione può essere proposta anche come momento preventivo nei periodi di transizione, o in quelli immediatamente precedente la competizione agonistica. Si utilizza per ripristinare le funzioni di un atleta che ha subito un infortunio non recente, in data remota, e non completamente compensato.

Troppo spesso si ha fretta di rimettere in gara l’atleta senza tenere conto che, a seguito dell’infortunio, ha perso le sue capacità atletiche.

Frequentemente si limitano i trattamenti di recupero omettendo la fisioterapia (fondamentale nella fase acuta) e anticipando la competizione agonistica.

Il recupero fisico definitivo, atletico e tecnico, è possibile se si contempla un’adeguata graduale progettazione da parte delle varie figure tecniche specializzate redatta con modalità, contenuti e tempistiche funzionali.

 


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