SCOLIOSI: Incidenza nella popolazione – statistica!
SCOLIOSI: Incidenza nella popolazione – statistica
Scoliosi: IDENTITY CARD – Estratto dal libro “La Scoliosi” di Carmelo Giuffrida
La scoliosi è un’affezione relativamente frequente[1] che può svilupparsi improvvisamente durante le maggiori spinte auxologiche dell’età infantile compresa tra i 6 e 24 mesi, fra i 5 e gli 8 anni, fra gli 11 e i 14 anni e nel periodo adolescenziale, con un ripido impennamento dell’ingravescenza nei primi anni della pubertà. Secondo la scala di Tanner, corrisponde alle fasi S2 e P2 nelle valutazioni caratteristiche terziarie correlate al sesso femminile e, alle fasi T2 e P2, nei maschi[2].
La spinta auxologica puberale si avvia con un’accelerazione dell’accrescimento longitudinale degli arti, a cui corrisponde una sproporzione transitoria del corpo (arti lunghi e tronco corto) e uno sconvolgimento dell’homunculus sensitivo e motorio.
Nel corso del tempo, a circa 2/3 della spinta auxologica del periodo puberale, la crescita longitudinale si osserva anche nello scheletro assiale. In realtà, l’accrescimento marca una sensibile progressione della scoliosi idiopatica. In pratica, si assiste alla comparsa del menarca che restituisce una lenta e graduale riduzione del rischio di progressione della curva scoliotica per stabilizzarsi, poi, con il completamento della crescita vertebrale, depotenziando fortemente la progressione della scoliosi idiopatica.
Le stime più attendibili calcolano che, al raggiungimento della maturità scheletrica, tra 2 e 4 soggetti/1000 presentano una curva superiore ai 25° Cobb.
Quindi,
pertanto,
comunque,
SCOLIOSI: Incidenza nella popolazione – statistica nell’adolescenza e in età adulta!
Per la precisione, nell’adolescenza l’incidenza è la seguente:
- 7-8% per curve tra i 5 e gli 11°;
- 2-3% per curve tra gli 11 e i 20°;
- 0,3-0,5% (1,2% nelle femmine, 0,1% nei maschi) per curve tra i 20 e i 30°;
- 0,2-0,3% per curve >30°.
In età adulta, le scoliosi idiopatiche meno gravi, spesso, rimangono stabili. Possono intensificarsi, come risultato della deformità ossea progressiva, quando la curva supera i 30°; si assiste a un cedimento rachideo, soprattutto nelle scoliosi superiori ai 50°.
Il decorso naturale della scoliosi nell’adulto (da 2 a 4 soggetti/1000) può restituire una progressione con alcuni periodi di picco e curve superiore ai 25° Cobb.
[1] Un buon 80% delle scoliosi viene riscontrata durante il periodo adolescenziale.
[2]Dickson RA: Scoliosis in the community. Br Med J (Clin Res Ed) 1983, 286(6379):1745
SCOLIOSI: Incidenza nella popolazione – statistica – SESSO

Radiografia in ortostatismo con proiezione antero-posteriore di colonna vertebrale con scoliosi – Repertorio Studio Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
In caso di scoliosi idiopatica, il sesso femminile è più colpito nel rapporto di circa 7:1 rispetto a quello maschile.
SCOLIOSI: Incidenza nella popolazione – statistica – EZIOLOGIA[1]
Il 70-80% delle scoliosi ha eziologia ignota (scoliosi idiopatica)[2].
I soggetti con questa tipologia di deformità solitamente presentano anomalie concomitanti:
– struttura asimmetrica del tronco cerebrale[3];
– compromissioni sensoriali e dell’equilibrio[4];
– disturbi della coagulazione sanguigna e della funzione del collagene[5];
– fattori genetici nello sviluppo dei disturbi vertebrali assiali con componenti familiari con disturbo ereditario nella struttura e nella funzione dei recettori degli estrogeni[6];
– malattie sistemiche a carico della sintesi dei mucopolisaccaridi e delle lipoproteine[7];
– un disturbo limitato a carico della sintesi della melatonina[8] (“light of night”)[9] con riduzione di livelli sierici[10], sia in rapporto all’età al momento del menarca[11] che alle diverse latitudini geografiche[12].
SCOLIOSI: Incidenza nella popolazione – statistica! Le note tecniche e le precisazioni!
[1] In merito all’ingravescenza scoliotica, se si considerano le curve >10° Cobb, il tasso di prevalenza oscilla intorno al 2÷2,5%. In effetti, nelle curve oltre i 6° Cobb il tasso si incrementa fino al 4÷5%. Oltre i 21° Cobb, la prevalenza scende a 0,29%. La distribuzione per sesso è pressocchè identica per curve comprese tra i 6° Cobb e i 10° Cobb, mentre, oltre i 21° Cobb il rapporto femmine/maschi è 5÷4: 1. Tale rapporto sale a 7:1 se si considerano anche le scoliosi trattate cruentemente o con ortesi. – Dati rilevati da ISICO – Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale pubblicato a settembre 2007 in Milano: L’approccio di ISICO alle deformità vertebrali sulla base delle attuali conoscenze scientifiche.
[2] Si riconosce universalmente che, prima viene riscontrata una scoliosi, tanto più grave è la prognosi di ingravescenza.
[3] Scoliose structurale évolutive (dont l’angle est égal ou supérieur à 25°) jusqu’ à maturation rachidienne [www.has-sante.fr]
[4] Kotwicki T, Durmala J, Czaprowski D, Glowacki M, Kolban M, Snela S, Sliwinski Z, Kowalski IM: Conservative management of idiopathic scoliosis-guidelines based on SOSORT 2006 Consensus. Ortop Traumatol Rehabil 2009, 11(5):379-395.
SCOLIOSI: Incidenza nella popolazione – statistica! Ulteriori note di riferimento …
[5] Vasiliadis ES, Grivas TB, Kaspiris A: Historical overview of spinal deformities in ancient Greece. Scoliosis 2009, 4(1):6.
[6] Grivas TB, Burwell GR, Vasiliadis ES, Webb JK: A segmental radiological study of the spine and rib – cage in children with progressive Infantile IdiopathicScoliosis.Scoliosis 2006, 1:17.
SCOLIOSI: Incidenza nella popolazione – statistica! Ancora di più, …

Trattamento della scoliosi idiopatica evolutiva giovanile – Laboratorio di Posturologia e Chinesiologia clinica – Repertorio Studio Prof. Carmelo Giuffrida – Catania
[8] La melatonina non è un semplice ormone ma svolge diverse funzioni complesse.
[9] La calmodulina viene rilevata nelle piastrine ematiche. E’ una proteina che possiede recettori per gli ioni di calcio. Quindi, essendo in grado di influenzare la contrattilità dei muscoli scheletrici, potrebbe influenzare i livelli di melatonina e determinare un rischio di progressione della curva scoliotica (Kindsfater K., Lowe T., Lawellin D., Weinstein D., Akmakjian A.: Levels of platelet calmodulin for the prediction of progression and severity of AIS. Journal of Bone and Joint Surgery 1994, 76-A:1186 – 1192).
SCOLIOSI: Calmodulina e melatonina influiscono!
Per la precisione, ne deriva che, la melatonina, riveste un ruolo secondario nell’induzione spontanea della scoliosi.
In realtà, il livello di calmodulina presente nelle piastrine ematiche pare che sia superiore nei soggetti con tassi di progressione scoliotica superiori a 10° nell’arco di 12 mesi.
Inoltre, esiste la possibilità che le varianti geniche di IL-6 e degliMMPs possano essere associate alla scoliosi in quanto polimorfismi nel promoter di MMP-3 e IL-6 sembra che costituiscano un fattore importante per la predisposizione genetica alla scoliosi: vedi Aulisa L., Papaleo P., Pola E., Angelini F., Aulisa A.G., Tamburrelli F.C., Pola P., Logroscino C.A.: Association between IL-6 and MMP3 gene polymorphisms and adolescent idiopathic scoliosis: a case-control study. Spine (Phila Pa 1976) 2007, 32(24):2700-2702.
Pertanto,
SCOLIOSI: Incidenza nella popolazione – statistica! Per finire …
In altri termini,
[10] Burwell R.G., Cole A.A., Cook T.A., Grivas T.B., Kiel A.W., Moulton A., Thirlwall A.S., Upadhyay S.S., Webb J.K., Wemyss-Holden S.A. et al: Pathogenesis of idiopathic scoliosis. The Nottingham concept. Acta Orthop Belg 1992, 58 Suppl 1:33-58.
[11] Grivas T.B., Vasiliadis E.S., Rodopoulos G.: Aetiology of Idiopathic Scoliosis. What have we learned from school screening? Study Health Technol Inform 2008, 140:240-244.
Nachemson A., Sahlstrand T.: Etiologic factors in adolescent idiopathic scoliosis. Spine 1977, 1(2):176-184.
quindi,
[12] Grivas T.B., Vasiliadis E., Mouzakis V., Mihas C., Koufopoulos G.: Association between adolescent idiopathic scoliosis prevalence and age at menarche in different geographic latitudes. Scoliosis 2006, 1:9.
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