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Stress da sovraccarico funzionale: dolore ai piedi

Stress da sovraccarico funzionale: quando il piede non consente di correre!

 

Prof. Dott. Carmelo Giuffrida

piede in sovraccarico funzionale

Piede in sovraccarico funzionale

Specifiche condizioni biomeccaniche dell’apparato locomotore e alcuni gesti motori ripetuti nel corso del tempo sottopongono le strutture scheletriche a stress da sovraccarico funzionale. Quando i muscoli non riescono ad assorbire le forze meccaniche e le sollecitazioni, ne consegue un tipo particolare di frattura, detta “frattura da stress”.

 

Piedi e arti inferiori: “frattura da stress da sovraccarico funzionale

 

I possibili fattori di rischio riguardano:

  • correre per molti chilometri: Malattia di Deutschlander;
  • saltare continuamente su superfici dure, specie in presenza di adulterazioni morfologiche del piede o degli arti inferiori;
  • accrescere repentinamente la routine di attività fisica;
  • danzare sulle punte per parecchio tempo, azione tipica dei ballerini (professionisti e non), per cui la localizzazione riguarda caratteristicamente il livello metatarsale o tibiale (gamba);
  • osteopenia o osteoporosi;
  • triade della atleta.

Tra gli atleti con maggiori fattori di rischio per le fratture da stress emergono i runners con maggiore incidenza tra i maratoneti, i danzatori e i ginnasti, i saltatori, i pallavolisti, i cestisti e i calciatori o i rugbysti, …

Allo stesso modo, vengono interessati tutti gli esseri umani che usano calzature rinforzate per motivi lavorativi e che sono costretti a lunghi percorsi di marcia, così come nel caso dei militari.

I fattori di rischio riguardano anche i soggetti che non praticano alcuna attività motoria e conducono una vita sedentaria. La conformazione genetica o gli esiti di un trauma che determina alterazioni, non necessariamente eclatanti, della struttura degli arti inferiori, possono influenzare al sovraccarico funzionale.

 

Microfratture dei piedi: Le fratture da stress da sovraccarico funzionale

 

Anatomia del Piede

Anatomia del Piede

Nelle prime fasi, al contrario di ciò che si verifica in un trauma acuto, le fratture da stress non presentano una vera e propria interruzione completa della continuità di un segmento osseo.

Si evidenzia una forma di fissurazione conseguenziale a ripetute microfratture.

L’organismo cerca di ripararne gli esiti lesivi ma non sempre vi è una corrispondente efficacia se si oltrepassano i limiti fisiologici.

Nella clinica si riscontra la formazione di callo osseo riparativo che, come una specie di “manicotto”, congiunge e salda le parcelle di osso lesionate a testimonianza dell’avvenuta riparazione.

Il dolore osseo è persistente. Il soggetto riesce ad indicare una regione anatomica ben localizzata anche in assenza di un trauma maggiore diretto correlandone gli effetti all’attività fisica praticata.

Con il riposo e l’astensione dall’attività motoria nelle prime fasi di insorgenza, il dolore tende alla regressione; nelle fasi più avanzate, invece, la sintomatologia perdura e si manifesta anche durante la sospensione dei movimenti.

Il fattore osteopenia o osteoporosi, comportando una carenza della densità ossea rispetto alla popolazione media, non viene quasi mai considerato. Invece, dev’essere tenuto in debita considerazione per i soggetti “a rischio”, come le donne in menopausa o gli individui affetti da alterazioni endocrino-metaboliche.

Fattori genetici o mancanza di apporto del calcio con la dieta alimentare possono essere con-causa di tale disfunzionalità scheletrica. L’apporto alimentare ottimale di calcio per un adulto dovrebbe aggirarsi intorno ai 1.000 mg di calcio al giorno assumibili con yogurt, latte, formaggio, tofu, verdure a foglia scura, ecc .…

 

Quando i piedi impediscono di correre: La prevenzione della “frattura da stress da sovraccarico funzionale”

 

La prevenzione svolge un ruolo di fondamentale importanza al pari del riconoscimento precoce di questo tipo di lesione.

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Radiografia del piede – Repertorio Studio Prof. Dott. Carmelo Giuffrida – Catania

Un trattamento conveniente concede l’accorciamento dei tempi di recupero funzionale, evita posture da difesa e modera i disagi, consentendo un più rapido ritorno all’esercizio fisico.

In genere, nelle fasi precoci (comunque sintomatiche), la frattura da stress non è riconoscibile con le comuni radiografie. Il sospetto diagnostico trova riscontro nella risonanza magnetica. Ciò consente di evitare l’esposizione a radiazioni ionizzanti e di riconoscere le alterazioni strutturali dell’osso sin dai primi stadi. Inoltre, con questo esame, si possono evidenziare ache eventuali alterazioni dei tessuti molli.

 

La rieducazione funzionale del piede “stressato”

 

L’utilizzo di stampelle per scaricare il peso corporeo durante le traslocazioni quotidiane e il riposo garantiscono il pieno recupero che, solitamente, si prevede tra le 4 e le 6 settimane.

La variabilità è maggiormente connessa al fatto che, non sempre, le fratture da stress vengono diagnosticate nella medesima fase e, talvolta, sono già in fase di avanzata guarigione.

Nella maggior parte dei casi, il trattamento delle fratture da stress è di tipo conservativo.

Per ridurre l’infiammazione, può essere di aiuto l’applicazione di ghiaccio. Di norma, viene associata la tecnica del Kinesiotape con nastri ben posizionati, che rendono funzionale l’attività del taping. Inoltre, si utilizza pure il drenaggio linfatico ed esercizi di tipo vascolare in scarico poiché consentono un miglior ripristino delle funzioni.

Il percorso Chinesiologico ottimale prevede che, alla riduzione del dolore e alla calcificazione della frattura, superata la fase acuta, corrisponda un buon ripristino della funzionalità dell’arto. Indispensabile è il recupero dell’articolarità e della forza muscolare associato a una buona rieducazione del passo e della concessione del carico meccanico. Nel caso di atleti va studiato il gesto atletico e il ricorso a una efficace riatletizzazione dell’arto inferiore per allontanare il pericolo di recidive.

Indispensabile è l’affidamento a seri Professionisti del proprio piano di lavoro per riprogrammare in tempi brevi il ritorno alla competizione senza pericoli di ulteriori incidenti lesivi.

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