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Vertigine Posturale Parossistica Benigna

La teoria della cupolo-litiasi prevede che, le tipiche crisi vertiginose posizionali, siano determinate dalla presenza (a ridosso della cupola di un canale o fluttuante nel liquido labirintico - canalolitiasi), di materiale otolitico, (generalmente rappresentato all’utenza, per una più agevole comprensione, come un microscopico "sassolino") che, staccandosi dalla macula dell'utricolo per varie cause, non sempre identificabili all'anamnesi (possono essere secondari ad un trauma cranico pregresso, o derivare da fattori di rischio cardio-circolatorio o da un'infezione virale, …), trasformano la cupola del canale semicircolare in un recettore di accelerazione lineare, sensibile alla gravità. Il movimento scatenante può essere variabile in base al canale interessato. Così, il recettore viene eccitato da movimenti che normalmente non dovrebbero suscitare alcun effetto; la risposta che ne deriva è una transitoria asimmetria tra i due labirinti che si manifesta clinicamente con una violenta e fastidiosa crisi vertiginosa tipica. Una semplice attività della testa o una particolare posizione assunta in seguito ad un determinato movimento del capo è in grado di stimolare il canale interessato e generare la comparsa della vertigine. La crisi è sempre di breve durata (generalmente inferiore ad un minuto, ma spesso limitata a pochi secondi), compare dopo qualche secondo di latenza (non immediatamente) e si attenua con la ripetizione del movimento, sebbene tale ultima caratteristica sia raramente riferita dal paziente che, per paura del sopraggiungere di nuove vertigini, tende ad evitare volontariamente il movimento scatenante. La vertigine rotatoria può essere però molto intensa e si accompagna generalmente a fenomeni neurovegetativi (nausea e, talvolta, vomito), ma non a problemi uditivi; talvolta, può essere riferita una fastidiosa sensazione di disequilibrio permanente, spesso lieve, che potrebbe essere legata alla perdita del materiale otolitico distaccatosi dalla macula dell'utricolo nel lato affetto, con conseguente riduzione asimmetrica della funzione maculare.
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