Tendinopatia del Tibiale Posteriore: Chinesiologia Rieducativa
Tendinopatia del Tibiale Posteriore:
riflessioni biomeccaniche e considerazioni di Chinesiologia Rieducativa nell’ottica della riatletizzazione funzionale
Il Tibiale Posteriore è un muscolo che, originandosi dalla porzione postero-superiore della membrana interossea e dalle adiacenti superfici ossee di tibia e perone, va ad inserirsi sulla faccia inferiore dell’osso scafoide (o navicolare) e del medio tarso.
La sua principale funzione meccanica è quella di controllare, in effetti, lo stress in valgo del retropiede e di resistere ai carichi durante l’abduzione dell’avampiede. Coadiuva la tenuta dell’arcata plantare nel movimento di inversione del piede.
Tendinopatia del Tibiale Posteriore:
la disfunzione!
La disfunzione del tibiale posteriore (Posterior Tibialis Tendon Disfunction) fu classificata, per la prima volta, da Johnson e Strom nel 1989. Ripresa e completata poi da Myerson nel 1996, fu suddivisa in 4 stadi in ordine crescente di severità caratterizzata dal dolore e disabilità della parte media e posteriore del piede.
Si manifesta con tenosinovite, con la rottura parziale o completa del tendine (incidenza piuttosto frequente, approssimativa del 3.3% nella popolazione che interessa soprattutto le donne dai 40 anni in poi con una storia pregressa di trauma nel 50% dei casi), o con l’avulsione della sua inserzione distale.
Si distinguono, perciò, diversi stadi:
- I: viene riferito dolore e gonfiore lungo il tendine, il soggetto è in grado di sollevarsi sull’avampiede, la deformità in piattismo è minima e l’articolazione sotto-astragalica è mobile.
- II: il soggetto riesce a stare con fatica in appoggio monopodalico sull’avampiede, presenta un piede piatto pronunciato con valgismo del retro-piede e abduzione dell’avampiede (correggibile passivamente) e conserva la mobilità dell’articolazione sottoastragalica.
- III: il soggetto non riesce a sollevarsi su un piede, mostra un piede piatto severo non correggibile passivamente; l’articolazione sottoastragalica diventa rigida.
- IV: il soggetto non riesce a sollevarsi su un piede, mostra un piede piatto severo con un tilt in valgo dell’astragalo che induce la degenerazione anche dell’articolazione tibio-tarsica.
Tendinopatia del Tibiale Posteriore: le cause!
Tra le cause che dispongono questo evento si possono includere:
- anomalie congenite ed acquisite,
- la sindrome dello scafoide,
- l’artrite degenerativa,
- l’artrite reumatoide,
- le artropatie sieronegative,
- una anomala lassità legamentosa generalizzata,
- il diabete mellito,
- l’eccessiva obesità,
- il sovraccarico strutturale,
- la degenerazione cartilaginea sotto-astragalica,
- le sindromi neurogeniche.
Prevalentemente, la disfunzione del tibiale posteriore interessa persone con il piede piatto che riferiscono di aver camminato su terreno accidentato e sconnesso, di aver subito una distorsione in eversione, o di aver mancato l’appoggio di un gradino scendendo le scale. E’ ricorrente nei rugbysti e nei calciatori per effetto dell’eccessiva flessione plantare e pronazione nel calciare il pallone. Inoltre, si riscontra nei podisti e nei runners di lunga distanza per effetto dei micro-traumi ripetuti con l’appoggio in eccessiva pronazione (scarpette inadeguate o usurate).
Il tendine subisce lo sforzo meccanico eziopatogenetico della caviglia che, irritando il malleolo mediale, lo predispone a successivi stress o fratture nella porzione media secondo un processo degenerativo-fibrotico consequenziale ai microtraumi ripetuti che disorganizzano la linearità del collagene strutturale associata a una pessima irrorazione vasale per ipo-vascolarizzazione tissutale localizzata.
Il deficit del Tibiale Posteriore e le sintomatologie sovrapponibili
Il deficit del Tibiale Posteriore determina uno squilibrio con iperattivazione dei muscoli peronei (suoi diretti antagonisti). Ciò fa collassare gradualmente l’arco longitudinale del piede (Tibiale posteriore e peroneo lungo insieme realizzano una cinghia funzionale per la gestione dell’arco longitudinale del primo raggio!). Ne consegue, quindi, assetto in piattismo, un retropiede valgo e l’avampiede in abduzione.
La tendinopatia del tibiale posteriore mostra, prevalentemente, carattere evolutivo; presenta, quindi, una sintomatologia sovrapponibile con la:
- tendinopatia del flessore lungo comune delle dita;
- tendinopatia del flessore lungo dell’alluce;
- distrazione del legamento deltoideo;
- frattura da stress della tuberosità dello scafoide;
- sindrome del tunnel tarsale.
Tendinopatia del Tibiale Posteriore e il test del “too many toes sign”
Il test “too many toes sign”, in realtà, fornisce una prova ottica osservando il piede sotto carico posteriormente in posizione eretta bipodalica: normalmente, si vede solo il IV e il V° dito dal profilo laterale del perone; invece, in presenza di deficit del Tibiale Posteriore, per l’eccessiva pronazione, si assiste a una co-visione del III° dito.
Ponendo il piede in inversione attiva, la digitopressione retro-malleolare e lungo il decorso del tendine fino all’inserzione sul tubercolo scafoideo, provoca algia altamente dolente.
Tendinopatia del Tibiale Posteriore: intervento incruento – Cosa fare?
Il trattamento conservativo è connesso allo stadio evolutivo.
In fase iniziale è utile il compenso dell’alterazione con l’adozione di plantari a elevata memoria elastica assemblando i sostegni idonei per mettere a riposo il tendine .
L’intervento Chinesiologico rieducativo più accreditato dalle evidenze scientifiche, in definitiva, propone:
- sessioni di Active Release Technique – ART, consistente in digitopressioni lungo il decorso del fascio mio-legamentoso ponendolo attivamente in allungamento;
- esercizi di stabilità podalica e di propriocettività della caviglia con uso di bosu, fitball, “clock squat”, squat monopodalico su pedane elastiche, …;
- potenziamento del medio gluteo associato a esercizi di streching miofasciale dei muscoli psoas-iliaci, posteriori della coscia, dei gastrocnemi. Specificatamente, della faccia mediale del tibiale posteriore;
- cammino in salita e andature laterali senza e con uso di theraband.
L’uso del ghiaccio, in definitiva, costituisce un valido ausilio anti-infiammatorio non invasivo.
Il trattamento chirurgico della Tendinopatia del Tibiale Posteriore: spetta al Chirurgo decidere come intervenire!
Il trattamento cruento è di competenza chirurgica; interessa, nello specifico, le condizioni di parziali o totali rotture del tendine.
Se desidera ricevere più informazioni, avere chiarimenti su problematiche personali, se ha un problema particolare ed urgente, o se desidera avere un breve primo colloquio informativo tecnico prima di richiedere l’appuntamento per una Consulenza, avrà la possibilità di parlare con uno dei nostri Specialisti dell’Esercizio Fisico semplicemente richiedendolo all’Operatore di Segreteria:
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